E’ morto l’avvocato Nelson Mandela.
Pochi sanno che il leader dell’antisegregazionismo sudafricano fu un avvocato e che proprio con tale sua attività e a cagione di essa iniziò il suo impegno per la lotta per i diritti civili.
Mi piace ricordare questo aspetto della sua esistenza, in quanto lo stesso Mandela ne fece ragione giustificatrice della sua ribellione all’odioso apartheid.
Nell’agosto del 1962, dopo mesi di clandestinità, fu arrestato e venne raggiunto da due accuse: aver incitato i lavoratori allo sciopero e aver lasciato il Paese senza passaporto.
Per tali imputazioni dovette subire un processo.
Quella di Mandela, nei confronti della corte che lo giudicò, non fu un’autodifesa scontata. Egli seppe esprimere il valore ideale di una lotta che si è trasformata in una presa di coscienza per tutti gli uomini liberi.
E lo fece spiegando ai giudici che poiché per legge fu trasformato in criminale non per quello che aveva commesso, ma per quello per cui si batteva, per quello che pensava, per il suo impegno civile contro le restrizioni verso i diversi, proprio perché avvocato- tenuto per il rispetto del codice di comportamento dell’avvocatura a osservare le leggi del paese- si prestò ad una campagna il cui obiettivo principale fu quello di cambiare le leggi liberticide, disobbedendo ad esse.
Spiegò alla corte che, poiché riteneva che nessun avvocato che valesse qualcosa avrebbe potuto facilmente acconsentire ad un regime illiberale e discriminante, ritenne che fosse per lui un dovere, non solo nei confronti della sua gente ma soprattutto della sua stessa professione, denunciare ad alta voce ciò che si stava verificando a danno del suo paese che era nato libero e si stava trasformando in regime oppressivo.
L’ammonimento e la lezione di Mandela avvocato fu che nessuna limitazione della libertà può farsi passare per legale o come tale riconosciuta dalla legge con il consenso di un avvocato che per proprio statuto deve stare dalla parte della espansione massima dei diritti, innanzitutto quelli ad una esistenza di tutti gli uomini con pari dignità.
Mandela inizia così la sua difesa: <<Sono accusato di aver incitato persone a commettere reati di protesta contro la legge…Nel decidere che sentenza intenda impormi per tali reati, la corte deve tener conto del problema della responsabilità, se sia io responsabile o se in realtà un alto grado di responsabilità non spetti al governo che ha promulgato quella legge…La corte è consapevole del fatto che di professione sono un avvocato e non c’è dubbio che si sarà posta la domanda sul perchè io, in quanto avvocato tenuto ad osservare le leggi, abbia attuato uno sciopero contro il governo>>.
Messaggio chiaro e senza fraintendimenti: protesto perchè sono un avvocato e per ciò solo combatto per la libertà.
Avvocato
Cecchino Cacciatore