La Dea di Morgantina, Emilio Sarli presenta il suo libro domenica 30 alla BMTA di Paestum.

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Continua a viaggiare il romanzo “La Dea di Morgantina – Il ritorno della Madre Terra” e questa volta arriva nell’area della città antica di Paestum (SA), in occasione della BMTA – Borsa Mediterraneo del Turismo Archeologico, domenica 30 ottobre.

L’autore Emilio Sarli, infatti, sarà uno dei relatori della conferenza dedicata all’Archeologia siciliana, dal titolo “Uomini, vino e dei” organizzata e promossa dall’Archeoclub d’Italia.

L’incontro si terrà al Salone Espositivo “Sala Velia”, dalle ore 11.30 alle 13.30, e vi prenderanno parte anche Giovanni Di Stefano, Direttore del Museo Archeologico Regionale di Camarina, Massimo Maggio, Presidente del Consorzio “Cerasuolo di Vittoria”, Vincenzo Piazzese, Consigliere Nazionale di Archeoclub d’Italia, e le giovani archeologhe Serena Raffiotta e Angelica Ferraro.

Coerentemente con lo spirito della kermesse, i lettori campani avranno la possibilità di assaporare le atmosfere legate al mito classico e alla storia di una delle sue protagoniste più affascinanti e di scoprire se la bellissima Dea, dal volto assorto e impassibile – realizzata in Sicilia nel V sec. a. C. – sia una Venere, dallo sguardo ammaliante e seduttore, o una Demetra che non si rassegna al rapimento della sua Persefone…

Gioca in casa Emilio Sarli, avvocato e dirigente di un Consorzio di bonifica a Padula, nel salernitano, che con il romanzo realizza così un suo antico desiderio: indagare – come fa il protagonista lombardo Alfeo Rosso – quale mistero potesse celarsi dietro il morbido panneggio di una statua che racconta tanto nel suo continuo peregrinare, fino a giungere sul piedistallo del Museo di Aidone, un posto che le spettava di diritto.

Da queste premesse nasce il racconto emozionante di un singolare nóstos (ritorno) dalle sponde della California al centro della Sicilia. Il lettore avrà, dunque, la possibilità di seguire il percorso introspettivo del protagonista, passando per i colori dei versi di Omero e Ovidio: chi legge sbarcherà nell’epopea di Ducezio, il re dei Siculi dal 460 a.C. al 450 a.C, e del suo sogno d’indipendenza, delle guerre del Peloponneso e delle battaglie puniche. Per Alfeo il ritorno della dea è una fortuna: finalmente adesso – dopo aver vagato per il mondo come Demetra a ritrovar la sua Kore – la statua riaccenderà il cuore della Sicilia, isola alla quale è dedicato uno struggente poemetto iniziale, dal titolo “Terramondo, questa Trinacria che naviga il Mediterraneo”.