a cura del Dr. Vincenzo Carrella, dottore commercialista, giornalista economico ed analista
Una sanatoria Equitalia-contribuenti che consenta di recuperare i crediti senza strozzare chi se la passa male con il fisco. È questo in sostanza il contenuto della proposta di legge presentata a palazzo Madama , recentemente assegnato alla 6ª Commissione permanente (Finanze e tesoro) .Già ribattezzato “Ddl rottamazione dei ruoli”, il testo mira ad obbligare Equitalia ad accettare la rateizzazione dei debiti dei cittadini insolventi con l’erario o con la previdenza.
La norma è particolarmente importante ed attesa da molti, in quanto, pur non contenendo una sanatoria vera e propria, dà la possibilità di saldare i debiti con Equitalia per erario e Inps in modo graduale, senza l’applicazione di interessi e sanzioni e cancellando una parte del debito diventato insostenibile.Ma non si tratta di “un condono – avvertono subito gli ideatori della proposta – perché non ha come destinatari gli abituali evasori fiscali ma persone/contribuenti normali che lavorano – artigiani, commercianti, imprenditori – i quali alla fine di ciascun mese si trovano davanti al drammatico interrogativo se pagare il mutuo, i dipendenti o le rate del fisco.
I dati del resto parlano chiaro: solo nel febbraio del 2015, le somme iscritte a ruolo a carico di Equitalia ammontavano a 682,2 miliardi, di cui oltre 580 miliardi però “sono da considerare prudenzialmente inesigibili e il loro recupero risulta incerto”.
Da qui, la proposta consequenziale che consentirà all’erario – con molta probabilità- di recuperare parte di questi crediti “congelati e di difficle esazione” e ai cittadini di poterne sostenere il pagamento “agevolato” In sostanza, se oggi è il contribuente a dover bussare alle porte di Equitalia chidendone educatamente il “permesso” per la negoziazione di un piano di rientro, con la proposta di legge in corso si inverte l’ordine dei fattori, obbligando “l’agente della riscossione, sulle base di un calcolo di convenienza che consente all’erario di recuperare i crediti “dormienti” , riducendo l’importo del capitale eliminando gli interessi, ad accettare un piano concordato di rientro, con una rateizzazione compatibile con le possibilità finanziarie del contribuente”.
Nel dettaglio, la proposta di rottamazione, o meglio di rateazione e stralcio, deve essere notificata dall’agente della riscossione, per via telematica, tramite posta elettronica certificata (PEC) entro il 30 aprile 2017 (cioè l’anno successivo a quello di entrata in vigore della legge, nella speranza che l’iter si concluda entro il 2016). Un dubbio atroce resta: quanti saranno i “privati” titolari di Pec? Probabilmente inseriranno l’obbligo nel previsto decreto applicativo
Tornando al meccanismo del ddl , previsti due diverse tipologie di contribuenti/destinatari : quelli “in grave difficoltà finanziaria“, ossia con debiti per oltre il 50% precedenti al 2010; quelli in “momentanea difficoltà finanziaria”, ovvero con debiti oltre il 50% precedenti al 2012.
Per i primi, il “trattamento” prevede il pagamento integrale dell’Iva, dei contributi o il 75% dei tributi, con l’ottenimento dello stralcio integrale delle sanzioni, degli interessi e dell’aggio di riscossione.
Per i secondi, il trattamento è il medesimo, con il 95,5% dei tributi, fermo restando lo stralcio di interessi, sanzioni e aggio.
Quanto alle rate, infine, per i debiti inferiori a 50mila euro il debito sarà estinto con otto rate trimestrali pagabili in due anni.
Se i debiti, invece, risultano superiori a 50mila euro le rate trimestrali diventano dodici, pagabili in un triennio.
Vincenzo Carrella