Ad aprile è boom di richieste di prestiti alle banche da parte delle famiglie, + 13% rispetto al 2015.

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nicolacastorinoa cura di Nicola Castorino

Nel mese di aprile appena concluso il numero di richieste di prestiti inoltrate dalle famiglie italiane agli istituti di credito ha fatto segnare un +13,0% rispetto al corrispondente mese 2015. In termini assoluti, il numero di richieste presentate nell’ultimo mese è il più elevato dal 2011 ad oggi.  Si conferma il trend di progressivo recupero della domanda di prestiti da parte delle famiglie, riflettendo l’aumento dei consumi e degli acquisti di beni durevoli. La dinamica positiva appare sostenuta anche dalle favorevoli condizioni applicate sui prestiti e dalle offerte commerciali proposte dalle aziende di credito, sempre più articolate e flessibili.

Il consolidamento della dinamica positiva,  dopo l’inversione di tendenza registrata ad ottobre 2014, conferma l’aumentata fiducia delle famiglie italiane verso il futuro che si accompagna alla progressiva ripresa dei consumi dopo anni caratterizzati da un atteggiamento improntato alla cautela. L’intero comparto beneficia della vivacità dei prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi (quali auto e moto, arredo, elettronica ed elettrodomestici, ma anche viaggi, spese mediche, palestre ecc.), che ad aprile hanno fatto segnare un eloquente +18,4% rispetto allo stesso periodo del 2015, si stanno  progressivamente irrobustendo anche  le domande di prestiti personali, che nell’ultimo mese hanno fatto segnare la miglior performance in termini assoluti dell’ultimo quadriennio e una variazione pari a +7,4% dopo un ultimo anno caratterizzato più da ombre che da luci.

L’importo medio dei prestiti personali e finalizzati richiesti si è attestato a 8.577 euro, in crescita del +5,5% rispetto allo stesso periodo del 2015. Analizzando la distribuzione degli importi dei prestiti richiesti, si conferma la preferenza da parte degli italiani per la classe inferiore ai 5.000 euro, con una quota sul totale del 47,3%, in virtù della preponderanza di finanziamenti a supporto di acquisti di beni e servizi di importo più contenuto. Per i prestiti finalizzati l’incidenza di questa classe sul totale raggiunge addirittura il 64,3%, mentre nel caso dei prestiti personali si ferma a quota 25,2%.

Per questa forma tecnica la quota più consistente di domande si è concentrata nella classe di importo compreso tra 10 e 20.000 euro, con il 29,9% del totale. Prendendo in considerazione la durata dei finanziamenti, nei primi 4 mesi del 2016 quasi la metà dei prestiti richiesti (il 48,8% del totale, per la precisione) prevede piani di rimborso superiori ai 3 anni, nel tentativo di ridurre quanto più possibile il peso della rata mensile sul reddito disponibile.

Nel complesso, la classe preferita dagli italiani è risultata essere ancora una volta quella oltre i 5 anni, con una quota pari al 23,0% del totale (in aumento rispetto al 2015, quando l’incidenza era risultata pari al 21,3% del totale). Relativamente ai prestiti personali l’incidenza di questa classe risulta pari addirittura al 42,7% del totale. Per i prestiti finalizzati, invece, la durata maggiormente richiesta si conferma essere quella inferiore ai 12 mesi, con il 28,7% del totale. Dall’osservazione della distribuzione per età dei richiedenti, nei primi 4 mesi del 2016 risulta che sono le classi centrali, ovvero quella compresa tra i 45 e 54 anni e quella tra i 35 e 44 anni, ad aver presentato il maggior numero di richieste di prestiti, rispettivamente con il 25,4% e il 24,3% del totale. Va però segnalato come nel periodo di osservazione la crescita più significativa risulti essere quella dei giovani, tanto per gli under 24 (la cui quota passa dal 4,8% del totale al 5,1%) quanto quella della fascia di età compresa tra i 25 e i 34 anni (che passa dal 17,2% al 17,7%).

I dati rilevati lasciano prevedere una spinta verso un’economia consumistica che accresce l’indebitamento familiare nel medio periodo, prospettiva temporale della macroeconomia legata alle variabili di un mercato del lavoro sempre più flessibile, che dovrà sostenere i bilanci familiari fatti di un’unica “entrata” e di tante “uscite”. L’economia dinamica ha bisogno dei consumi ma le famiglie hanno bisogno di certezze ed i debiti contratti bisognerà pagarli.

Nicola Castorino