Torna Artisti a Palazzo, da venerdì 26 5 artisti espongono a Palazzo Sant'Agostino.

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Artisti a palazzo -invitoL’appuntamento è per venerdì 26 febbraio, alle ore 17, presso Palazzo Sant’Agostino. Approda in città, a cura di Gina Affinito, il secondo ciclo di esposizioni tese a promuovere e a far conoscere l’operato di singoli artisti già inseriti nel panorama contemporaneo italiano: “Artisti a Palazzo. Mini personali d’arte”. Saranno in esposizione, fino al 30 marzo 2016, le opere di Ciro e Gelsomina Ascione, Salvatore Fiore, Simona Moroni, Flora Palumbo, Nicola Porta.

La location che accoglie il progetto è costituita dalle sale settecentesche poste al secondo piano di palazzo è Palazzo Sant’Agostino. È nell’attuale sede della Provincia di Salerno che saranno allestite le venti opere scelte, tra le innumerevoli creazioni degli artisti menzionati, per questo progetto. L’esposizione sarà fruibile durante l’orario di apertura di palazzo Sant’Agostino: dal lunedì al venerdì dalle ore 9.00 alle ore 19.30.

«È l’occasione – spiega il curatore della mostra, Gina Affinito – per entrare nel vivo del “mondo dell’artista”, nelle sue sfumature, nelle sue impressioni, nelle sue percezioni, nelle sue esternazioni, fino a rendere chiaro, comprensibile e fruibile il suo modo di fare arte, attraverso la presentazione di cinque opere frutto della sua ricerca e del suo percorso artistico, o anche delle sue sperimentazioni…».

La mostra, che si protrarrà fino al 30 marzo, sarà inaugurata venerdì 26 febbraio, alle ore 17, con vernissage nella Sala Torre, sita al secondo piano del Palazzo. Interverranno: la dott.ssa Elisa Carrafiello, docente e poetessa, che regalerà agli astanti una lettura “emozionale” delle opere attraverso il suo contributo poetico: il prof. Lorenzo Basile, docente e Presidente Associazione culturale Mediavox; il curatore della mostra, Gina Affinito; gli artisti che espongono le loro opere.

Schede artisti:

Ciro e Gelsomina Ascione
Ciro e Gelsomina sono fratello e sorella ed hanno deciso di fondere le loro conoscenze in un unico progetto artistico fatto di passione, creatività e sapienza chiamato Metalli Nobili. Ciro, nasce e risiede a Torre del Greco, paese alle falde del Vesuvio, in provincia di Napoli, nel 1976, diplomato in istituto Tecnico Geometra, fin da piccolo ha modo di sperimentare nella bottega paterna le antiche tecniche di lavorazione del ferro, scegliendolo poi come sua professione e maturando, così, la sua professionalità tecnica su tutto ciò che riguarda il ferro. Gelsomina, nasce e risiede a Torre del Greco, nel 1985, ha frequentato l’istituto d’arte della sua città specializzandosi in progettazione e lavorazione dei metalli. Frequenta l’accademia delle Belle arti di Napoli, laureandosi in Scenografia, e prediligendo anche studi di graphic design. Durante il periodo accademico è stata scelta per ideare la scenografia di un’opera teatrale, l’Adelaide, autore e regista Fortunato Calvino.
Nel maggio 2013 Ciro propone il suo progetto alla sorella, e cioè quello di reinventare il ferro battuto fuori dai canoni classici. L’idea è quella di realizzare quadri in ferro battuto su tela. Nel giugno 2014 fondano la loro società chiamandosi Metalli Nobili, rendendo nobile un metallo che comunemente non lo è, nobile per significato artistico e per versatilità personalizzata. Partecipano, nell’Agosto 2015, ad una Mostra collettiva di pittura, scultura, grafica e fotografia: “Luci, colori e forme del Terzo Millennio” a cura dell’associazione Napoli Nostra, presso la Galleria d’arte Anacapri, dove hanno conosciuto il critico e professore d’arte R. Pinto. , che gli curerà la monografia. Nel Novembre 2015 partecipano ad Arte Padova, con una collettiva dal titolo “Contemporary Art Talent Show” organizzata dall’ associazione Napoli Nostra.
La tecnica che questi giovani artisti propongono è basata sulla fusione delle loro maestranze: Ciro, esperto nel ferro battuto, ripropone la creazione visivamente più leggera e stilizzata, poi interviene Gelsomina conferendo colore ed espressività artistica.

Salvatore Fiore
Salvatore Fiore nasce nell’alto Sannio Beneventano, a Castelpagano. I suoi studi lo portano a frequentare il Liceo Artistico nel capoluogo Sannita e successivamente l’Accademia di Belle Arti di Roma, nella sezione pittura, seguendo il corso e diventando allievo del Prof. Sandro Trotti. Terminato il quadriennio romano si iscrive al corso di incisione presso il “Laboratorio Internazionale Incisione di Roma”. Dopo il corso di studi, l’accademia e la specializzazione presso quest’ultimo laboratorio, il Fiore fa ritorno nella sua terra natìa, dove tutt’ora risiede e lavora, e, reduce delle sue esperienze, decide di mettere su un laboratorio di pittura, ceramica, incisione e scultura. Tra le sue pubblicazioni la tesi accademica dal titolo “Castelpagano” pubblicata con il patrocinio della Regione Campania, la seconda Testa, Cuor, Mano pubblicata nel 2014.
“L’espressione artistica è il frutto del mondo che abita in noi;
Uso la spatola con tocchi forti e colori brillanti per dargli vita“.

Simona Moroni
L’arte di Simona Moroni è una sintesi vibrante tra spazio, colore e forma, declinata attraverso una gestualità segnica potente e incisiva. Profondamente legata all’espressività interiore, l’artista utilizza una materia corposa, modellata, graffiata, a testimoniare la sofferenza simbolica dell’Essere e la sua rinascita nella luce e nel colore dell’esistenza. La fisicità dei corpi, la natura palpitante dei volumi che sembrano vivificare la tela creano le opere sperimentali dell’autrice, una ricerca continua di equilibrio e armonia tra corpo e spirito. Il figurativo, in questi casi, diventa un informale materico assai interessante, in cui il tratto sapiente si fonda e trasforma in improvvise pennellate istintive, in una metamorfosi tra luci reali e irreali, oniriche e metafisiche.
Simona Moroni nasce a Crema e fin dagli anni novanta studia e lavora nel mondo della moda milanese. Giovanissima, sviluppa l’interesse per la materia, materia che comunica emozione per la componente dei momentanei virtuosismi. Nei suoi quadri il tempo ha una dimensione di composta dissonanza. Il colore alienato prende forma nella forza cromatica, con campiture ancora incompiute lasciando intravedere il fondo, la tela, ora la pennellata. L’arte di Simona Moroni è un atto indagatore che evidenzia il carattere prorompente e misterioso della pittura. La forsennata ricerca del corpo e della forma, nei dipinti, confermano lo stato mentale della Moroni. La trascorsa sofferenza che imprime nelle opere, denuncia un’artista genuina e potente.
Simona Moroni ha esordito in mostre collettive nel 1999. 2011 a Milano con una collettiva, nel 2012 a Desio con una personale a cura di Cristiano Plicato. A Platja de Aro, Girona, nel 2013 a Budapest con una personale a cura di Judit Nahoczky. Al Museo Flaminio Bertoni Varese, personale a cura di Renata Castelli, nel 2014 Art Gallery a Sanremo Teatro Ariston, Personale al museo Giuseppe Scalvini di Desio. Nel 2015 a Torino collettiva “Peace” a cura di Guido Folco, collettiva a Tokyo a cura di Marco Morgagni. Biennale di Roma, personale galleria spazio Porpora a Milano, collettiva a Firenze presso Simultanea Spazi d’Arte. Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private. Simona Moroni risiede a Lodi.

Flora Palumbo
Flora è nata a Napoli, dove ha frequentato l’Istituto d’Arte “Filippo Palizzi” diplomandosi in arti grafiche. Fin da subito si percepisce in lei un istinto artistico ed un talento naturale per il disegno e la pittura. Dopo la laurea inizia a lavorare nel settore della grafica, ideando la produzione di opuscoli, illustrazioni, copertine di dischi e diversi progetti pubblicitari. Più di recente ha prodotto grafica per prestigiose testate di Ricerca Scientifica presso il famoso Istituto di Biologia Marina (Stazione Zoologica Anton Dohrn) dove lavora attualmente.
Nel corso degli anni, in parallelo con la grafica, da autodidatta si avvicina alla pittura attraverso lo sviluppo di nuove tecniche ed uno stile molto personale, aggiungendo sostanza alla sua passione. I dipinti di Flora Palumbo rappresentano la visione fantastica e poetica che l’artista ha della vita: in essi la realtà viene sublimata dall’immaginazione, il tutto sostenuto da un forte cromatismo. Si può dire che la pittura di Flora è unica non solo per i soggetti che ritrae, ma anche per la fusione e l’esplosione di colori che adopera.

Nicola Porta
Nicola Porta nasce a Procida nel 1949 da famiglia di umili origini, da padre guardiano del faro dell’isola e madre casalinga. In giovane età grazie alla madre sviluppa una delle sue vocazioni, la passione per l’arte. Comincia a disegnare all’età di 14 anni, ritraendo scene di vita fanciullesche e sperimentando la tecnica dei colori a cera. Complice fu un regalo da parte del padre per incoraggiare la sua passione: un cavalletto e dei colori ad olio. Così affinava la sua tecnica, ritraendo i paesaggi che gli stavano intorno: il faro, i gabbiani sul mare, i pescherecci ormeggiati al molo. Purtroppo la famiglia non ebbe i fondi disponibili per far proseguite gli studi artistici di Nicola, il quale mise da parte il suo sogno e si dedicò alla vita di mare. Giunto al termine della sua carriera lavorativa, Nicola riprende quella passione che non aveva mai abbandonato del tutto.
Dalle sue opere possiamo arguire la profondità del suo vissuto fatto di viaggi interiori, di ossessionata ricerca della libertà e la spiccata bellezza delle forme con tonalità “procidiane” piuttosto brillanti. “Oltre la responsabilità di essere stato un capitano al comando, sono un uomo sensibilmente attaccato alla mia terra, un uomo pieno di passioni e semplici emozioni, che ho manifestato su tele ‘nascoste’ durante i viaggi della mia vita lavorativa e non solo. La stiva della mia nave a lungo tempo è stata casa di quella speranza quotidiana. Ora ciò che ho fatto di un tesoro nascosto per tutti questi anni, finalmente sta emergendo alla luce” (Nicola Porta).