dalla D.ssa Martina Castellana, Responsabile Disagio Identità di Genere Asl Saleerno, riceviamo e pubblichiamo
Egregio direttore,in seguito alla bagarre salernitana,sbarcata anche in consiglio comunale,circa la rappresentazione teatrale che dovrebbe andare in scena il 8/3/2016 dal titolo “Fa Afafine,mi chiamo alex e sono un dinosauro”,in qualita di responsabile del Consultorio Identita’ Di Genere Asl/Sa , mi preme chiarire quanto segue: La teoria del genere non esiste. Chi desiderebbe esistesse ha l’unico scopo di rimarcare “ruoli”, come una predestinazione, non descriverebbe “la realtà” in cui viviamo, bensì le norme eterosessuali che pendono sulle nostre teste.
Norme che ci vengono trasmesse quotidianamente dai media, dai film, così come dai nostri genitori.
Ma se voi aveste un figlio maschio che ,piuttosto che impugnare una ,pistola o scalciare un pallone desiderasse pettinare una bambola? lo portereste dallo psichiatra?
Noi perpetuiamo nelle nostre fantasie e nelle nostre scelte di vita ,cio’ che che non ci e’ stato imposto,per dare un equilibrio e piu’ ampio spazio alle prospettive di vita secondo canoni che nessuno ha dettato,come indispensabili, per essere piu’ conformi agli stereotipi di societa’ e sociali,dai qualii veniamo bombardati. Sono norme che prescrivono ciò che dobbiamo fare per essere “maschio” o una “femmina” .
E noi dobbiamo incessantemente negoziare con esse. Alcuni tra noi sono appassionatamente attaccati a queste norme, e le incarnano con ardore; altri, invece, le rifiutano. Alcuni le detestano, ma si adeguano. Altri ancora traggono giovamento dall’ambiguità.
Mi interessa dunque affondare l’anima tra gli scarti per dare una risposta ,senza preclusioni o preconcetti.
E senza scomodare la neuroscienza per capire che prima di ogni tempesta ormonale ,esiste un’aurora dell’anima.
cordialmente
D.SSA Martina Castellana Resp Disagio Identità di Genere Asl/Sa