Lo chiamavano Jeeg Robot, il film di Gabriele Mainetti presentato alla seconda giornata della Festa del Cinema di Roma.

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IMG_2811a cura di Leila Cimarelli

Roma sabato mattina si è svegliata con il piede giusto per il cinema italiano. Merito del sorprendente film “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti, in uscita nelle sale il prossimo febbraio 2016.

La location prescelta è Tor bella monaca, frazione di Roma tristemente famosa per notizie di cronaca nera, grazie alla bravura e alla genialità del regista Gabriele Mainetti, conosciuto al grande pubblico come attore di varie fiction Rai e Mediaset, è riuscito a donarle una luce del tutto speciale con la sua opera prima. Ad impreziosire questa gemma, ci hanno pensato attori come Claudio Santamaria, interpretando il ruolo di Enzo Ceccotti, un tipo davvero poco raccomandabile e fruitore senza freni di yogurt alla vaniglia e dvd porno. Il quale riesce ad acquisire dei superpoteri come se fosse uscito da un fumetto della Marvel. Ma in tutto questo parterre maschile, non poteva di certo mancare una figura femminile, che si rivelerà essere il fulcro di tutta la situazione, la giovane Alessia, interpretata dall’ex gieffina Ilenia Pastorelli, che sicuramente dopo questa prima esperienza cinematografica, riuscirà a farsi ricordare non come reduce di un reality show. Sarà proprio la giovane romana, depressa per la morte della madre, a tirare fuori il buono che c’era in Enzo, identificandolo come Hiroshi Shiba, il protagonista di Jeeg Robot, a lei tanto caro. Lo scopo di Alessia è quello di trovare il padre, magari con l’aiuto appunto del suo eroe. Ma un eroe che si rispetti non esiste senza il suo nemico, ed ecco che compare lo Zingaro, interpretato da Luca Marinelli, reduce dal successo di “Non essere cattivo” di Claudio Calligari, ed inoltre in lizza per la corsa all’ Oscar come miglior film straniero. Lo Zingaro, senza troppe sorprese è un malavitoso senza scrupoli, violento che intreccia rapporti con la camorra, ma dato ancor più grave è l’acquisizione degli stessi poteri che appartengono ad Enzo Ceccotti, creando così una guerra tra “il male e il male”,  pardon, tra “il bene e il male”. La freschezza con il quale Mainetti è riuscito a creare questo film con tantissimi ostacoli, soprattutto di ordine economico , dovrebbe far riflettere tutti quei bacchettoni, distributori cinematografici compresi, che non amano il rischio e non riescono a capire quando c’è del potenziale.

Presente in sala e pronto a rispondere alle domande dei giornalisti, il cast composto da Claudio Santamaria, Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli e il regista Gabriele Mainetti, i quali hanno più volte sottolineato quanto lavoro sia stato fatto prima delle riprese, per lo studio dei personaggi, trattandosi di un film diverso dalla massa. Prodotto dallo stesso regista, con l’aiuto anche di Rai Cinema, dopo un lavoro di 3 anni, (senza contare i 5 anni precedenti per il soggetto e la sceneggiatura), Mainetti è riuscito nel suo intento, ovvero quello di non emulare un film come la Marvel e le major americane, ormai ci propinano da anni, ma bensì regalare agli appassionati di fumetti e non solo, una visione del tutto personale dell’eroe visto con gli occhi di un italiano, o meglio di un romano, vista anche la location prescelta. Se c’è un target al quale si riferisce? La risposta senza dubbio è no. Semplicemente perché è un film per tutti, è pur vero che alcune scene sono violente e di impatto, ma se non vi fanno senso alcune scene dei film di Tarantino, potete tranquillamente vedere “Lo chiamavano Jeeg Robot”. Insomma è un film da non perdere, per varie ragioni. Alcune? L’originalità della storia, l’ottima sceneggiatura, agli attori perfetti nei loro personaggi  e poi perché è giusto ripagare i sacrifici di un giovane regista italiano che dopo anni di gavetta è riuscito a farcela nonostante tutto e a dar vita ad una meravigliosa ed inaspettata creatura.