di Gerardo Sano
Le rappresentazioni fantasmagoriche di Renzi e Poletti sulla ripresa economica in atto stanno subendo un duro colpo dai dati che i vari rapporti di questi giorni attestano.
Le anticipazioni del rapporto Svimez e i dati periodici dell’Istat, presentano una nazione al palo ed avviata ad un lento ma inesorabile declino economico e sociale.
Vero è che le anticipazioni del rapporto Svimez registrano il pesante divario fra Mezzogiorno d’Italia e resto del paese, ma i dati dell’Istat sulla disoccupazione, in particolare quella giovanile, non sono incoraggianti nemmeno per il resto dell’Italia.
La fotografia della nazione rappresentata dai due Istituti è a dir poco preoccupante.
Le mirabolanti chiacchiere del governo Renzi-Alfano-Verdini sugli effetti positivi delle loro riforme sulla ripresa economica si stanno scontrando con la realtà di un paese più povero e sempre più vulnerabile, dove l’erogazione dei servizi essenziali è sempre più scadente.
La criticità della situazione reale non aveva certo bisogno delle certificazioni ufficiali, bastava camminare nelle strade delle città, non solo del Mezzogiorno, per rendersi conto della drammaticità della situazione economica e sociale.
I governi che si sono succeduti negli ultimi anni hanno completamente ignorato tutto ciò. Le politiche di contrazione della spesa per gli investimenti hanno penalizzato pesantemente il Mezzogiorno.
Capitolo a parte meriterebbe l’utilizzo dei Fondi Strutturali, poco e mal utilizzati.
Un loro corretto e proficuo utilizzo sarebbe sicuramente importante per ridare ossigeno all’asfittica economia del sud, colmare alcuni gap strutturali ed infrastrutturali per aiutare le tante piccole e medie aziende che, nonostante tutto, continuano a lavorare e produrre al sud, anche con standard qualitativamente elevati.
Una delle sfide che qualsiasi governo di buon senso dovrebbe porsi, altro che Jobs acts.
Fondi strutturali che invece vengono sperperati in feste, sagre e concerti, utilizzati per pagare salati cachet a cantanti, ultimo Caparezza.
Gerardo Sano