Vincenzo Torrente è il primo tecnico della Costa d’Amalfi a guidare la Salernitana. Da giorni l’approdo in granata di Torrente era certo ma a Cetara nessuno si è sbilanciato ieri sera fino all’annuncio ufficiale. Nè i fratelli, Luigi e Pasquale, nè i tanti amici della costiera…. Solo dopo che la Salernitana ha dato comunicazione ufficiale sul sito è scattato l’inevitabile tam tam e cin cin a go go. E magari un bel cuoppo griffato dallo chef Pasquale Torrente, già noto (oltre che per Pane e Cocos’s, con la mamma Marina Alaimo) ai più per la gestione delle friggitorie di molti dei punti Eataly in Italia e nel mondo. Prima dell’annuncio Pasquale ha scherzato un po’ “Stasera abbiamo scampi bellissimi, pezzonie e gamberi rossi”.
Poi appena è arrivata l’ufficialità: “Ora stappiamo con Paciocco e Matteo, due “malati” della Salernitana (in città c’è anche un club)”. Festa al ristorante Il Convento con il fratello Luigi, impegnato spesso, nelle vesti di allenatore, con realtà della costiera amalfitana ed in primis di Cetara. Vincenzo, cresciuto nelle giovanili della Nocerina, ricordava con entusiasmo i suoi primi passi sulla sabbia della Divina.
«Ricordo le partite con le figurine sul tavolo della cucina. Facevo anche la campagna acquisti, tagliavo con le forbici le magliette e le appiccicavo sulla figurine dei calciatori che mi interessava avere nelle mie squadre. E non posso dimenticare l’ emozione della prime scarpette con i tacchetti sotto l’ albero di Natale. A pallone giocavamo sulla spiaggia di Cetara, tutta pietre e ciottoli, che non è certo Copacabana o in piazza San Francesco. Il pallone lo compravamo facendo la colletta e dovevamo stare attenti che i vigili non ce lo portassero via».
Con la Cetarese la squadra con papà Gaetano presidente ed il fratello Pasquale, più vecchio di un anno, centravanti. «Ci allenavamo nella palestra della scuola il martedì e ad Erchie il giovedì, in uno grande spazio delle vecchie cave che sono ad un chilometro da Cetara. Poi, la domenica, la partita di campionato sul campo che affittavamo a Vietri sul Mare».
Una grande passione, quella di papà Gaetano, che per 20 anni ha tenuto in vita la Cetarese. «Mi portava al seguito della squadra – racconta Vincenzo – anche quando non avevo ancora l’ età per giocare. Ero un raccattapalle speciale: dovevo recuperare la palla quando finiva in mare. Ne avevamo solo tre e non potevamo permetterci di perderne nemmeno una e quanti bagni anche d’ inverno. A 15 anni l’ esordio: di punta fianco di mio fratello nel primo tempo, mediano nel secondo». Ma nella mitica Cetarese, che ora, dopo anni di oblio, è rinata con il nome di Soccer Cetara ripartendo dalla Terza Categoria e con Luigi, l’ altro fratello di Vincenzo, allenatore, ha giocato però solo poche partite. Giusto il tempo per farsi notare da un osservatore della Nocerina.
«Ricordo ancora le parole di papà: “Vai senza problemi, ma il giorno che non ti diverti più torna indietro”. Poi l’esperienze in serie A con la maglia del Genoa. La fascia di capitano del glorioso club rossoblù. Le prime lusinghiere esperienze di allenatore con il Gubbio e poi a Bari. L’amarezza di Cremona ed ora finalmente la Salernitana per la grande rivincita.
Giuseppe D’Alto.