Onore alla Juventus per aver tenuto testa ai marziani fino al 97′.
Cose turche a Berlino dove l’arbitro ne fa di tutti i colori dimostrando di non essere degno di tale proscenio (tra rigori non concessi alle due squadre, gol convalidati e poi annullati grazie alla corretta segnalazione degli assistenti e cartellini sventolati con parsimonia).
Ma il peggio è venuto lontano da Berlino con italiani contro italiani (a volte è lecito chiedersi ma l’Italia esiste?)…
Gente che non trova modo migliore di trascorrere il sabato sera prendendo in giro i bianconeri (a Napoli si spara e c’è chi tira fuori il solito manifesto funebre).
Non che i tifosi della Juventus facciano da meno in altre occasioni (“Vesuvio pensaci tu” tanto per fare un esempio)…
Però è un dato che fa riflettere. In Italia si gode, ed è questa la sensazione, più per le sconfitte altrui che per le proprie vittorie.
Una sottocultura sportiva che se trasportata al modus vivendi di una società ed al senso patriottico quasi inesistente spiega, in parte, il progressivo regresso di questo paese. Unito solo sulla carta dal 1861 ma, in realtà, solo in pochissimi frangenti della sua storia (e quasi tutti dolorosi).
C’è chi ha abbattuto il muro di… Berlino per unire un paese. Da queste parti di muri da abbattere ce ne sono ancora tanti.
Giuseppe D’Alto