a cura di Cristina Pastore
Dalla seconda metà degli anni ’90 si è assistito al fenomeno del downshifting (= semplicità volontaria) esemplificabile con la scelta ovvero la scelta da parte di diverse figure professionali di giungere ad un volontario e consapevole abbandono del lavoro salariato o ad un minore impegno in termini di ore dedicate alle attività professionali per recuperare uno stile di vita meno frenetico, dedicandosi maggiormente a lavori che permettono di vivere con una migliore qualità di vita.
Il downshifter è colui che recupera la propria sfera emotiva, rinunciando a chances di carriera, successo e denaro per abbracciare lavori quali l’artigianato o l’agricoltura. Il fenomeno, in rapida diffusione, ha assunto aspetti socialmente rilevanti e, secondo diversi ricercatori, ha la potenzialità di modificare il costume nel mondo del lavoro dei prossimi anni.
Una scelta che va in controtendenza rispetto ai dati degli ultimi gli ultimi venti anni in sono andati persi «2,15 milioni di ettari di terra coltivata per effetto della cementificazione e dell’abbandono». L’abbandono delle zone periferiche del paese ha incrementato il rischio di frane e alluvioni; sono 5milioni i cittadini che vivono in zone esposte e rischio idrogeologico in quanto incolte. L’agricoltura assume un ruolo preminente non soltanto per la produzione alimentare ma soprattutto per la sostenibilità delle comunità rurali e le persone che vi vivono, e non di meno, per la salvaguardia e la gestione delle risorse naturali primarie nonchè della biodiversità. L’agricoltore contemporaneo non è solo un produttore di alimenti ma un soggetto attivo nel territorio custode di una doppia dimensione reale /virtuale che si è venuta a delineare con l’avvento del web e delle nuove forme socio-economiche che ne derivano. Nella doppia valenza quindi di realtà virtuale, l’agricoltore contemporaneo funge da nodo fisico e immateriale di una rete fatta di persone, idee, progetti, conoscenze e competenze, che sono accomunate dagli stessi valori di condivisione e partecipazione e con la stessa visione del mondo caratterizzata da uno spirito innovativo. Tutto questo trasposto in un mondo fin ora surclassato, quello dei territori e i lavori della ruralità.
PROGRAMMA
● INTRODUZIONE EVOCATIVO-POETICA
– Rino Mele (Presidente della fondazione di poesia e storia Ex Machina)
● Città del Parco
– Prof. Pasquale Persico (Docente di Economie e Politiche delle imprese – Università degli Studi di Salerno)
● Innovazione Sociale e sviluppo locale: verso un RuralHub
– Alex Giordano
(docente di Societing e Società delle Reti – IULM Milano)
● #Cumparete: Esperienze di rinascita dei territori rurali: la nuova struttura di condivisione e collaborazione del cumparaggio contemporaneo
– Angelo Avagliano (Associazione Losap – Tempa del Fico) e Michele Sica (RuralHub)
L’ultimo intervento è esplicativo di tutte le varie esperienze territoriali che esistono o stanno nascendo nei terriroti rurali del territorio e la necessità di metterle in rete. Il ciuccio funge da mezzo di comunione/comunicazione tra queste realtà che si alleano tra di loro ed insieme si confrontano con l’Università.
L’Accademia Mediterranea di Societing, diretta da Adam Arvidsson (docente di Sociologia della Globalizzazione e dei Nuovi Media – Università Statale di Milano) e Alex Giordano (docente di Societing e Società delle Reti – IULM Milano), è una realtà culturale che raccoglie un gruppo di ricercatori, attivisti, manager e studiosi che si dedicano alla ricerca di nuovi paradigmi economici e sociali per trovare delle soluzioni, basate sulla sostenibilità e sulle possibilità che offrono le nuove tecnologie, alla crisi attuale. Per fare tutto ciò il gruppo di Societing cerca forme interdisciplinari di pratica e di ricerca che comprendano la social enterprise, l’innovazione sociale, l’economia peer-to-peer, la sostenibilità, i social media e la finanza innovativa.
Rural Hub è il primo luogo in Italia dedicato all’innovazione sociale applicata alla ruralità che mette in connessione e consente lo scambio e la condivisione tra persone, idee e progetti innovativi. Rural Hub nasce a Calvanico a pochi km dall’Università degli Studi di Salerno in una antica masseria, luogo di lavoro contadino per eccellenza delle campagne italiche, luogo condiviso di vita (coliving) e lavoro (coworking). E’ sede centro di studi e ricerca permanente sull’innovazione sociale applicata alla ruralità, con strutture multimediali adeguate alle necessità didattiche e sede locale e globale di eventi diffusi. Rural Hub è incubatore per rural start-up fungendo da connettore tra gli innovatori, i change maker rurali e i Venture Capitalist.
L’evento è organizzato dal Dipartimento di Scienze Economiche e Statistiche dell’Università degli Studi di Salerno, dall’Accademia Mediterranea di Societing e dall’Associazione LOSAP.
Cristina Pastore