Il segretario di Radicali Salerno Ass. “Maurizio Provenza” Donato Salzano sospende all’11° giorno, ma non interrompe la lotta per gli obbiettivi del grande Satyagraha di Natale condotto dalla sete di Marco Pannella per “lo Stato di Diritto contro la ragion di stato, amnistia e indulto” e per chiedere il processo per il caso di Carmine Tedesco, detenuto deceduto nel novembre 2012 alla sezione detentiva dell’ospedale S. Leonardo, in circostanze ancora tutte da chiarire.
Si sospende il digiuno grazie alla volontà di dialogo del Sindaco De Luca e dell’Arcivescovo Moretti, che riceveranno nei prossimi giorni una delegazione Radicale con la vedova Tedesco, ma non s’interrompe la lotta, anche perché non ha ancora avuto una risposta la richiesta urgentissima d’incontro con il Procuratore della Repubblica di Salerno Corrado Lembo per chiedere di avocare a se il fascicolo del “Tedesco” e con la Presidente Maria Antonia Vertaldi del Tribunale di Sorveglianza di Salerno, sulla premialità e il risarcimento della pena.
Dichiarazione di Salzano: “Come non mai vicino in queste ore di Satyagraha alla Comunità Penitenziaria di Fuorni, all’agente e l’infermiere recentemente feriti sul proprio lavoro, alle ragioni condivise di Emilio Fattorello del SAPPE e Lorenzo Longobardi della UILPA Penitenziari. Oramai da tempo difficile comprendere chi sia il torturato e chi il torturatore, tutti vittime della stessa pena, anche chi detenuto non è. Appunto di questa detenzione illegale contro lo Stato di Diritto e le convenzioni internazionali su i diritti umani.
Sospendo il digiuno, ma non interrompo la lotta, a partire dal caso Tedesco come per i casi Cucchi, Perna e Mastrogiovanni, emblematici per la violazione dei trattamenti inumani e degradanti, ma se per i primi si è riusciti ad ottenere un processo, per il ladro di biciclette di Montecorvino, la volontà del magistrato è quella di chiudere frettolosamente in istruttoria. Pensare che l’ipotesi di reato è l’omicidio colposo, grazie e soltanto perché questo Parlamento d’irresponsabili non ha ancora deciso di approvare una legge che colpisca “la tortura”, in violazione di ogni trattato internazionale in materia.
Il dialogo nonviolento accolto dal Sindaco De Luca e dall’Arcivescovo Moretti, ma non ancora dal Procuratore Lembo e dalla Presidente Vertaldi, per chiedere Stato di Diritto ed effettiva pratica dell’obbligatorietà dell’azione penale, vestire gli ignudi e dare da mangiare gli affamanti, perché beati sono coloro che perseguitati a causa della giustizia, infatti proprio per questo di essi è il regno dei cieli. Lì appunto la Chiesa di Papa Francesco, quella povera e per i poveri, dove vivono quei poveri Cristi, ultimi tra gli ultimi. Indispensabile quindi come minimo garantire loro i livelli essenziali d’assistenza sanitaria così da poterli garantire a tutti. La banalità del male è quando non si garantiscono neanche più i giorni di premialità di fine pena ne i risarcimenti per la tortura resa da questo Stato torturatore, come invece senso di umanità vuole, costituzione e trattati internazionali sanciscono.
La fame e la sete di Diritto, di Verità e Giustizia di Marco Pannella, di oltre seicento tra compagni Radicali, agenti di polizia penitenziaria, personale amministrativo e sanitario, volontari e cappellani, detenuti e i loro familiari, tutti nel dare forza a costoro che violano le leggi che loro stessi si sono dati. La stessa di Anna Sammartino vedova del sig. Tedesco, quando dice: “Mio marito era in custodia dello Stato e me l’hanno restituito morto”.
La speranza per lo Stato di Diritto è riposta nell’abnegazione dei tanti agenti di polizia, ma soprattutto nei tanti magistrati onesti, rispettosi della divisione dei poteri, una di questi è sicuramente la nostra Renata Sessa, un Giudice a Berlino.. Spes contra Spem!”