“Non nobis Domine, non nobis, sed nomine tuo da gloriam” è il motto dei Cavalieri Templari e significa: “Non a noi Signore, non a noi, ma al tuo nome dà gloria”. A ricordarlo è stata la scrittrice, organizzatrice di eventi e ricercatrice storica napoletana Laura Miriello autrice del libro “Sulle tracce dei Templari a Napoli” in occasione della conviviale rotariana a lei dedicata, organizzata presso il “Circolo Canottieri Irno” di Salerno dal “Rotary Club Salerno Duomo” presieduta dal dottor Eduardo Grimaldi. La scrittrice napoletana, invitata dalla socia del Club Mariarosaria Vitiello, ha anche ricordato che dal Molo Manfredi di Salerno partivano i crociati per la Terra Santa, come testimoniato anche da una lapide in pietra con testo in latino del 1260 conservata all’interno della Cattedrale sulla parete della navata laterale destra della Cattedrale vicino all’abside dove è conservato il corpo di Papa Gregorio VII:” I Templari percorrendo la via francigena che dall’Europa occidentale, in particolare dalla Francia, conducevano nel Sud Europa fino a Roma proseguendo poi verso la Puglia, dove vi erano i porti d’imbarco per la Terrasanta, meta di pellegrini e di crociati, arrivarono anche a Salerno: dal mare fino al Duomo, snodandosi in diversi percorsi lungo l’asse viario cittadino: Via dei Mercanti, piazzetta Portanova, chiesa del Crocifisso, il monastero e la chiesa di San Giorgio, dove è stata ritrovata una croce inserita in un cerchio, la chiesa di Santa Maria a Mare, la chiesa longobarda di Santa Maria de Lama, frequentata dagli amalfitani, la chiesa dell’Addolorata e il monastero di Santa Sofia, il complesso archeologico di San Pietro a Corte. Anche nel Duomo di Salerno vi sono delle sepolture sulle quali vi sono delle simbologie legate al Tempio”. La dottoressa Miriello ha spiegato che anche i comuni di Cava De’ Tirreni, Pagani, Nocera, dove c’ è un battistero con evidenti croci templari, e Scafati rientravano tra gli itinerari religiosi dei crociati e che anche i comuni della Costiera Amalfitana e del Vallo di Diano avevano un rapporto particolare con i Templari:” Amalfi, Maiori e Scala che era uno dei luoghi di investitura dei Templari. A Caggiano vi è la sede di una chiesa con precetteria templare; a Teggiano vi è la sede del castello medievale con preesistenze sotterranee che indicherebbero una presenza del tempio in loco e a Padula che con la sua Certosa rappresenta il cuore benedettino che affiancò la Regola del Tempio”.
La scrittrice napoletana ha raccontato la storia dei Templari: “Nel novembre del 1095, a Clermont in Alvernia, il Papa aveva esortato gli uomini validi a prendere le armi e accorrere in Oriente in difesa dei fratelli minacciati dai “nuovi barbari” turchi. Si erano mossi dalla Francia, dalla Germania e dall’Italia migliaia di pellegrini guidati da predicatori mistici. Anche Boemondo d’Altavilla, primogenito di Roberto il Guiscardo, abbandonò l’idea di conquistare Amalfi dopo tanti tentativi e, cucitasi la croce di stoffa rossa sulla spalla raggiunse gli altri crociati che, a partire dal 1094 al 1098, iniziarono a combattere gli infedeli conquistando diversi territori in Terra Santa”. Riguardo al famoso Ugo o Ugone dei Pagani di origini italiane, precisamente di Nocera de’ Pagani, l’attuale Nocera Inferiore, considerato da alcuni il fondatore dell’Ordine dei Templari, la dottoressa Miriello ha chiarito che la questione è un po’ controversa e che i fondatori dell’Ordine sono francesi e precisamente della regione della Champagne:” La storiografia più accreditata parla di Ugo II di Payens, del villaggio di Payens presso Aube, poco lontano da Troyes nella Champagne. Egli si sposò, nel 1108 con Élisabeth di Chappes. In seguito alla morte della moglie, nel 1113-1114 partì per la Terra Santa. Ugo di Payens partecipò al primo concilio del 1129 che si tenne nella città di Troyes, in Champagne, durante il quale fu approvata la Regola dell’Ordine del Tempio ispirata da Bernardo di Chiaravalle, ma non da lui redatta. Secondo questa Regola, scritta in latino antico, uccidere in nome di Cristo non era considerato peccato. Gli articoli della Regola indicavano le linee di condotta che i templari avrebbero dovuto seguire e che forse qualche cavaliere disattese, dando così corpo a certe voci che diventeranno capi di imputazione durante il processo imbastito dal Re Filippo il Bello, con l’appoggio del Papa che emise la bolla per chiudere l’ordine dei Templari in Francia. Venerdì 13 ottobre del 1307, quasi tutti i templari vennero arrestati: alcuni riuscirono a fuggire”. Durante la serata sono stati presentati due nuovi soci del Club: il presidente Eduardo Grimaldi ha presentato la dottoressa Maria Teresa Cervone mentre il segretario Nicola Scarpa, ha presentato l’avvocato Giuseppe Vitolo.
Aniello Palumbo