“Non si arresta la riduzione degli sportelli bancari in Italia, con conseguenze pesantissime per il sistema produttivo nazionale e, in particolare, per quello campano. La notizia che nel 2023 siano stati chiusi 508 sportelli, portando il totale sotto quota 20mila, conferma una tendenza allarmante che rischia di penalizzare ulteriormente le imprese e i cittadini. In particolare, il processo di concentrazione del settore bancario potrebbe aggravare la desertificazione finanziaria di interi territori, limitando l’accesso al credito e ai servizi essenziali per le aziende”. Così Antonio Visconti, presidente di Ficei e del Consorzio Asi Salerno, commenta i dati della Fondazione Fiba riportati dal sindacato First Cisl.
“L’home banking è uno strumento utile, ma non può sostituire gli sportelli fisici, soprattutto per le imprese e per chi si occupa della gestione di strutture industriali. Un rapporto diretto con l’istituto di credito è spesso necessario per gestire operazioni finanziarie complesse, richiedere consulenze specifiche e ottenere risposte tempestive alle esigenze del mondo produttivo. La chiusura delle filiali crea un ulteriore ostacolo per chi ogni giorno contribuisce alla crescita economica del Paese”, prosegue Visconti.
La situazione in Campania è particolarmente critica, con molti comuni privi di sportelli bancari e intere fasce della popolazione costrette a percorrere chilometri per accedere a un servizio essenziale. È drammatica la statistica che racconta che il 54% dei comuni campani non ha sportelli bancari, mentre il 21,3% ne ha solamente uno. Ancora più grave è il fatto che nella regione ben 700mila abitanti non hanno sportelli bancari nelle vicinanze, una condizione che rende ancora più difficile l’accesso ai servizi finanziari fondamentali per le famiglie e le imprese.
“Questa tendenza deve essere contrastata con misure concrete che garantiscano un’equa distribuzione degli sportelli sul territorio. È fondamentale che il sistema bancario tenga conto delle esigenze delle imprese e delle comunità locali, senza sacrificare la presenza fisica delle banche sull’altare della digitalizzazione forzata”, conclude Visconti.