Cilento, Tommasetti: giù le mani del Pd

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Giù le mani dal Cilento, non è un feudo politico”. Aurelio Tommasetti, consigliere regionale della Campania della Lega, punta il dito contro il Partito democratico dopo la travagliata elezione del nuovo presidente del Parco del Cilento.

Innanzitutto sono doverosi gli auguri di buon lavoro al neo eletto presidente del Parco, il sindaco di Ascea Stefano Sansone – esordisce Tommasetti – La vicenda però ben sintetizza la logica di spartizione delle poltrone che anima una parte del Pd. Lo dimostra la presenza ingombrante del parlamentare Piero De Luca, figlio del presidente della Regione Campania. Il deputato, prima dell’elezione, si è preso la briga di intervenire in prima persona a una riunione privata in un locale pubblico. Evidentemente nell’entourage deluchiano c’era preoccupazione che le cose non andassero come previsto”.

 

Alcuni esponenti del partito, infatti, avevano promosso la candidatura alternativa di Raffaele Mondelli. “Appena fiutato il pericolo di ammutinamento, subito si sono mossi i “piani alti”. Il dato importante è la spaccatura all’interno del Pd, con una quota di dissidenti che fa sempre più fatica a nascondere il malcontento – rileva Aurelio Tommasetti – La cosa triste è invece la riproposizione di schemi e intromissioni del passato. La gestione opaca del potere in Cilento è finita al centro di note inchieste giudiziarie, eppure si continua sempre sulla stessa strada”.

 

Il consigliere regionale aggiunge: “Non possiamo accettare che un patrimonio inestimabile di bellezza e cultura continui a essere trattato alla stregua di un bacino di voti. La politica faccia un passo indietro e lasci che i cilentani scelgano in autonomia il loro percorso”.