“La Tirannia del Merito: una società divisa fra eletti e reietti?”. Il concetto di meritocrazia spiegato dal professor Roberto Miraglia a “La Congrega Letteraria” di Vietri Sul Mare.

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“L’idea di meritocrazia ha molti meriti, ma la chiarezza non è tra questi”. Così scriveva il premio Nobel per l’economia e filosofo indiano Amartya Sen, citato dal professor Roberto Miraglia, docente di Filosofia e Teoria dei Linguaggi all’Università degli Studi di Milano Bicocca, in occasione dell’incontro intitolato “La Tirannia del Merito: una società divisa fra eletti e reietti?” organizzato presso l’Aula Consiliare del Comune di Vietri Sul Mare dall’associazione culturale “La Congrega Letteraria” , diretta dal professor Antonio Gazia e dall’anglista Alfonso Vincenzo Mauro, nell’ambito della XI edizione degli “Incontri di Cultura”, con il patrocinio del Comune e della Pro Loco di Vietri Sul Mare.  L’Assessore alla Cultura Daniele Benincasa ha ricordato che in accordo con l’Associazione Comuni Ceramici Campani (ACCC) si stanno creando dei percorsi che, partendo dalla costa arrivano alle aree interne:” Per valorizzare la nostra lunga tradizione della ceramica in Campania. È stato creato anche un sito “Le Vie della Ceramica” nel quale sono presentati tutti i centri di antica tradizione ceramica. Il 17 gennaio, inoltre, in occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, sarà organizzata la “Festa dei Ceramisti”: sarà inaugurata, alle 18,00, nell’Aula Consiliare del Comune di Vietri una mostra dedicata all’icona di Sant’ Antonio Abate protettore dei ceramisti. Alle ore 19.30 presso lo slargo della Stazione Ferroviaria di Vietri sul Mare sarà organizzata la benedizione del fuoco con performance artistiche, degustazioni di piatti tipici e un intrattenimento musicale”. Il Vicesindaco Angela Infante ha lodato le iniziative organizzate negli anni dall’associazione de “La Congrega Letteraria”:” Da dieci anni vengono organizzati eventi culturali di grande successo”.  Il Sindaco Giovanni De Simone ha ricordato i tanti eventi culturali organizzati a Vietri anche nel periodo natalizio:” Vogliamo far conoscere il nostro territorio anche attraverso eventi culturali come questo in cui si tratta una tematica importante come quello della meritocrazia: un concetto che dovrebbe essere basilare in ogni ambito, ma purtroppo non sempre viene valorizzato il merito, il vero talento”. Ad introdurre la tematica trattata dal professore Roberto Miraglia è stata l’architetto, Daniela Scalese, una delle componenti della famiglia de “La Congrega Letteraria”. che ha spiegato che il sistema meritocratico non segue sempre un processo lineare:” Non è sempre automatico che vengano premiate le persone veramente meritevoli, in modo da poter avere una società migliore.  Meritocrazia significa impegnarsi affiche’ la nostra società diventi più prospera e più giusta”. Il professor Miraglia ha spiegato che secondo alcuni filosofi il sistema meritocratico dovrebbe essere più preciso, più mirato, ricordato che merito e successo non sono sinonimi, e citato una frase del saggista Roger Abravanel secondo cui la “Meritocrazia” è un sistema di valori che valorizza l’eccellenza indipendentemente dalla provenienza, dove “provenienza” indica un’etnia, un partito politico, l’essere uomo o donna; in Italia “provenienza” significa soprattutto la famiglia di origine”. “Abravanel ha spiegato che la società non sta a guardare la nostra provenienza” – ha chiarito Miraglia – “ma ci chiede soltanto se siamo potenzialmente eccellenti. Che bisogna creare una società nella quale c’è la possibilità di sviluppare pienamente i talenti delle persone, rimuovendo tutti gli ostacoli, per metterli al servizio della solidarietà sociale”. Il professor Miraglia ha spiegato anche che Sir Michael Young, il laburista inglese che nel 1954 creò il termine “meritocrazia”, ha inventato l’equazione del merito:” I+E=M, dove “I” è l’intelligenza (cognitiva ed emotiva, non solo l’IQ) ed “E” significa “effort”, ovvero gli sforzi dei migliori. La “I” porta a selezionare i migliori molto presto, azzerando i privilegi della nascita e valorizzandoli attraverso il sistema educativo: è l’essenza delle “pari opportunità”. La “E” è sinonimo del libero mercato e della concorrenza che, sino a prova contraria, sono il metodo più efficace per creare gli incentivi economici per i migliori”. Miraglia ha spiegato che Meritocrazia significa anche fornire uguali opportunità a tutte le persone, privilegiando l’eccellenza:” Ma per i meritocrati non significa scuola per tutti, per tutto il ciclo scolastico, ma significa dare a ciascuno un’opportunità e poi iniziare immediatamente quel processo selettivo che deve distinguere gli stupidi dagli intelligenti. In un sistema scolastico meritocratico inglese i bambini intelligenti devono essere separati il prima possibile da quelli stupidi in modo che si stimolino di più tra loro senza la zavorra dei bambini meno intelligenti. Per anni, già nel 1958, nelle suole inglesi ha funzionato il sistema secondo cui la valutazione del Quoziente di Intelligenza degli studenti, già all’età di 11 anni, permetteva di decidere se i ragazzi erano destinati ai licei classici, che poi permettevano di iscriversi alle Università di Oxford e di Cambridge, oppure alle scuole secondarie moderne o agli istituti tecnici o di andare a fare direttamente i manovali. Le cose sono cambiate, ma molti sistemi scolastici hanno continuato a condividere questa impostazione “. Secondo il professor Miraglia occorre un modo alternativo di pensare al successo:” In una società nella quale l’uguaglianza delle opportunità rimarrà sempre una chimera, l’altrettanto rischioso contraccolpo populista degli ultimi anni è stato una rivolta contro la “tirannia del merito”, che è umiliante e discriminatoria. In un’epoca di vincenti e perdenti, in cui le probabilità sono impilate a favore di chi è già fortunato, lo stallo della mobilità sociale e le disuguaglianze radicate hanno messo in discussione il credo americano e, per esteso, occidentale secondo il quale “puoi farcela se ti impegni”. Per superare le crisi che stanno sconvolgendo il nostro mondo, dobbiamo anche ripensare gli atteggiamenti verso il successo e il fallimento che hanno accompagnato la globalizzazione e la crescente disuguaglianza Bisogna essere più attenti al ruolo della fortuna nelle vicende umane, più favorevole a un’etica dell’umiltà e della solidarietà e più favorevole alla dignità del lavoro”. (Foto di Massimo Pinto).

Aniello Palumbo