Cicerale, le celebrazioni del 4 novembre, il discorso del Sindaco Carpinelli.

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Ieri, martedì 4 novembre, si è celebrata la Giornata delle Forze Armate e la Commemorazione dei Caduti della Prima Guerra Mondiale.

Non ha fatto eccezione Cicerale, ecco il discorso del Sindaco Franco Carpinelli.

Cari concittadini, cari giovani
non siamo qui per un rituale a cui siamo obbligati istituzionalmente ognuno per il proprio ruolo. Siamo qui perchè attirati dalla nostra memoria storica, dal nostro attaccamento ai valori avuti dalla nostra educazione, dal nostro vivere civile e sociale.

Una ricorrenza come quella di oggi dovrebbe divenire occasione di studio, di riflessione,di confronto…altrimenti il passato rischia di non aiutarci a comprendere il significato del presente e del nostro ruolo di adulti, di giovani, di politici, di educatori, di responsabili dell’ora presente. c’è un rischio sul quale vorrei fermare l’attenzione: il rischio è quello dell’ignoranza e del disimpegno civico; come se la conquista della libertà e della pace fossero state acquisite una volta per tutte e non rappresentassero invece una conquista che si consolida ogni giorno, nelle nostre famiglie, sui luoghi di lavoro, nei luoghi della politica, ovunque si costruisce amore per la vita, per la democrazia, rispetto per gli altri, aiuto per i più deboli.

Ma una cosa deve essere molto chiara: nulla si fa cancellando il passato. A cento anni dalla prima guerra mondiale, e dopo un secolo di orribili massacri e crimini contro l’umanità, è importante che
la pace sia riconosciuta come un diritto fondamentale della persona e dei popoli. Siamo qui perchè davanti ai nostri caduti di tutte le guerre dobbiamo riflettere anche su nostro tempo: sui rischi, sul futuro che dobbiamo cercare di rendere migliore e pieno di prospettive per i nostri figli, i nostri nipoti.

Oggi una delle paure più incombenti è rappresentata da questo gruppo di fanatici del califfato dell’ISIS..Io penso che molti di noi se lo sono chiesto perchè tanti giovani che vivono in Europa partano per andare a combattere in questo esercito? Forse perchè noi tranne un benessere materiale non riusciamo più a dare dei veri valori alle nuove generazioni?

L’Italia che questi nostri nostri avi immaginavano doveva avere punti fermi: la difesa nazionale, il diritto alla salute, all’istruzione, e tutti quei servizi conquistati negli anni che hanno reso il nostro vivere più civile.L’Unione europea che pure ci ha consentito di superare più di 60 anni senza guerre come la prima e la seconda guerra mondiale, dovrebbe oggi, oltre ai piani di sviluppo permettere agli stati nazionali di mantenere le proprie prerogative e essere garante di queste conquiste soprattutto a vantaggio delle fasce più deboli della popolazione. Certo ognuno di noi dovrebbe portare il proprio contributo con il lavoro e la funzione che svolge.

La nostra dignità è lavorare quanto più è possibile e non vivacchiare all’ombra di un qualsiasi contributo.

Noi non dovremo lavorare solo in rapporto alla paga che prendiamo ma essere artefici tutti del bene comune.

Tante persone del nostro paese sono state in Germania e Svizzera e in altri posti d’Italia ed hanno visto che se si vuole si può migliorare il luogo in cui si convive cercando soprattutto la pulizia e il decoro e non danneggiando con atti vandalici il patrimonio e i luoghi sacri della comunità. Se vogliamo salvare i nostri paesi è necessario offrire servizi e prodotti di qualità che possano attivare da fuori turisti e visitatori e abbandonare quei soliti piagnistei che ci rendono deboli e impopolari a favore di un’azione comune per sfruttare tutte quelle risorse capaci di dare un’ avvenire ai nostri giovani.