La governance della Salernitana ha un primato difficilmente eguagliabile. Quello delle riunioni. Nell’era Iervolino ne sono state organizzate tantissime e, spesso, non hanno prodotto risultati tangibili. Le ultime, in ordine di tempo, riguardano le questioni societaria e tecnica. Da un lato Danilo Iervolino e l’amministratore delegato Maurizio Milan sono impegnati nella ricerca di un partner in grado di immettere capitali freschi nel club e, se possibile, mettere in campo strategie dirigenziali efficati. Dall’altro il proprietario e il d.s. Gianluca Petrachi cercano di capire come rinforzare la squadra al fine di evitare una seconda, clamorosa retrocessione. Intanto stasera arriva il Brescia, squadra che con il cambio di allenatore ha ritrovato fiducia. La Salernitana è chiamata a vincere, anche perché nelle prossime 3 giornate affronterà 2 trasferte (Frosinone e Catanzaro) e poi riceverà la visita della corazzata Sassuolo, dove i giovanissimi fratelli Squinzi si sono dimostrati più capaci di Iervolino nella gestione di un club di calcio. Probabilmente hanno messo da parte le amicizie e le raccomandazioni, puntando su un capititale umano professionale e preparato. Cosa che non è accaduta a Salerno, dove tra dirigenti segnalati dalla politica e da ex membri del club, amici professionisti a caccia di un posto sicuro per i figli e altra gente sprovveduta i risultati hanno dato l’esatta misura dell’approssimazione della confusione che ancora oggi imperano.