Spesso di sera si riunivano in piena armonia le due famiglie, per ascoltare dalla viva voce di Simone le sue impressioni sulla prolungata permanenza in terra tedesca. Egli aveva accumulato tante esperienze, che i suoi racconti tenevano desta l’attenzione di tutti. Talvolta si trattava di episodi repellenti sul piano politico ed umano, che facevano dolere la sua anima, abituata alle dolcezze della famiglia, degli amici, della sua vita serena, prima che rompesse con Olga.
In un primo momento, in terra straniera, un po’ per dimenticare la sconfitta del suo matrimonio, un po’ perché trascinato dall’entusiasmo nazi-fascista, aveva creduto e seguito Clotilde nelle sue incombenze di attivista del partito. In un secondo momento, invece, aveva cominciato a ricredersi e a ritrovare il suo equilibrio solido e sicuro, che lo portò inevitabilmente a deplorare le teorie naziste.
L’avversione contro i nazisti e la sua compagna crebbe con l’intensificarsi della campagna razzista ed antisemita, che si propagò in quasi tutta l’Europa, come un’ondata di follia persecutrice e cruenta.
Tutti ascoltavano le sue parole che ricostruivano immagini spaventose di morte e restavano inorriditi, pur senza sapersene fare una ragione. Ad ascoltarlo spesso erano anche gli amici assidui di Olga, cioè il segretario comunale e sua moglie, che cercavano una chiarificazione interiore, avendo essi cominciato a provare un senso molesto di delusione, riguardo agli ultimi avvenimenti segnati dal Fascismo.
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