“Un piano di finanziamenti pubblici decisamente discriminatorio, che indebolirà ulteriormente il già fragile tessuto economico delle regioni meridionali, contribuendo ad allargare quel divario infrastrutturale tra le due parti del Paese che, invece, logica imporrebbe di diminuire il più possibile.
Il tutto all’indomani del rapporto Svimez sull’economia del Mezzogiorno che fotografa una scenario sociale ed economico inquietante per il Sud Italia, in cui la desertificazione industriale ed umana ha causato, dal 2008 al 2013, la perdita di oltre mezzo milione di posti di lavoro”.
Interviene così Aldo Patriciello, europarlamentare molisano di Forza Italia, sul piano di finanziamenti pubblici previsto dal decreto “Sblocca Italia” e dalla legge di Stabilità. Il provvedimento con cui il Governo intende finanziare ed accelerare la messa in cantiere di opere pubbliche strategiche per lo sviluppo infrastrutturale del Paese prevede, infatti, una quota ripartita territorialmente di 8,6 miliardi dei quali appena il 19% è destinato alle aree meridionali.
“Più che ‘Sblocca Italia’ – afferma Patriciello- , quello del Governo è un decreto ‘Blocca Sud’, un vero e proprio apertheid infrastrutturale che non ha ragione di essere e contro ogni logica politica: ad un Mezzogiorno che ha meno strade, meno collegamenti, meno aeroporti, meno linee ferroviarie, si assegna una quota minima dei finanziamenti previsti per le opere pubbliche. Faccio l’esempio degli interventi ferroviari sulla Napoli-Bari, una tratta che attende da anni di ottenere un finanziamento e che invece non è stata ritenuta ‘intervento prioritario’ a scapito del tunnel del Brennero, cui invece saranno destinati in totale 840 milioni di euro. Non si comprende quindi – continua l’eurodeputato forzista – se siamo di fronte ad una semplice miopia dell’esecutivo, una pericolosa approssimazione o se, peggio ancora, ad una scientifica determinazione nell’escludere il Mezzogiorno da qualsiasi politica di sviluppo infrastrutturale.
I provvedimenti del governo Renzi, tra l’altro, – spiega Patriciello – rischiano seriamente di vanificare gli sforzi che l’Unione Europea mette in campo per ridurre il divario tra le regioni povere e quelle più ricche attraverso le politiche di coesione: Bruxelles non può essere l’unico finanziatore del Mezzogiorno d’Italia, è un non sense che mina alle fondamenta i principi fondamentali comunitari e per il quale chiederò spiegazioni alla UE, indirizzando un’interrogazione alla Presidenza italiana del Consiglio europeo.
È necessario – conclude l’europarlamentare molisano – comprendere a pieno lo stato di estrema difficoltà economica e sociale che sta attraversando il Sud del Paese. C’è bisogno di maggiore equità e di una visione strategica ad ampio respiro: assegnare al Sud una quota di finanziamento per le infrastrutture ferroviarie pari all’1,2% è francamente una decisione che rasenta il ridicolo, una beffa per un territorio, il Mezzogiorno, che nel 1839 ha visto la nascita della prima linea ferroviaria costruita sul territorio italiano”.