Ora è arrivata anche la certificazione da parte del Rapporto Immobiliare di Agenzia Delle Entrate ed ABI, il 2012 è stato l’“annus horribilis” per la compravendita di immobili, facendo registrare un calo del 25,7% rispetto al 2011, nel 2912 le transazioni immobiliari sono state 448.364, praticamente 150.000 transazioni in meno rispetto al 2011, per trovare un dato così negativo bisogna risalire addirittura al 1985, che fece registrare poco meno di 430.000 transazioni immobiliari. Crollo evidenziato anche per quello che riguarda il valore di scambio, che nel 2012 è stato stimato a 75,4 milioni di euro, mentre nel 2011 si superavano i 100 milioni.
Nel Rapporto vengono prese in esame 8 grandi città Capoluogo di Regione: Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna e Firenze. In queste città il volume delle transazioni del 2012 è calato del 24,8% rispetto al 2011, ed il valore di scambio degli immobili è stato stimato a 19,5 milioni di euro, contro gli oltre 25 del 2011, con un calo nell’ordine del 22,5%. Insomma, chi nel 2011 ha comprato un immobile in una di queste 8 grandi città, se nel 2012 l’ha rivenduta ha perso mediamente il 22,5% del valore del suo investimento. Ma peggio va per i comuni non capoluogo, dove si è registrato un calo ancora più accentuato, nell’ordine del 26,1%.
Ragionando per macro-aree, il calo si è mostrato più accentuato nel nord-est (che rappresenta il 183% del mercato nazionale), dove la contrazione del mercato è stata del 28,3%. Non meno importante è la periodizzazione del calo, che si dimostra maggiormente accentuato nella parte finale dell’anno, con picchi che arrivano a superare il 30%, e che non lasciano quindi buone speranze per l’anno in corso, complice anche il momento di estrema incertezza politica che si è vissuto nei primi mesi dell’anno.
Salerno da questo punto di vista non fa eccezione, trovandosi nel novero delle città cosiddette “medie”, cioè con più di 150.000 abitanti, nonostante nei primi mesi dell’anno sembrava potesse registrare un dato in controtendenza, invece dopo questa iniziale illusione il mercato immobiliare salernitano è tornato a rispecchiare i parametri nazionali. In particolare, a Salerno si registra una domanda molto bassa di alloggi residenziali, di fronte ad una offerta consistente ma molto rigida e tendente anzi al ritiro (ossia l’immobile viene tolto dal mercato).
L’ABI prova a fornire alcuni suggerimenti per favorire la ripresa del mercato, e non può naturalmente partire che dalla leva fiscale, l’IMU così com’è non va bene, va quantomeno rimodulata, in modo che favorisca l’ampliamento e l’incentivazione fiscale al mercato delle locazioni. Inoltre va perseguita l’efficienza energetica delle abitazioni e vanno riqualificati i centri cittadini. Non mancano anche suggerimenti per facilitare l’accesso al credito immobiliare, anche e soprattutto in aggiunta o alternativa al tradizionale strumento del mutuo immobiliare che, parimenti all’andamento del mercato, attraversa una fase di forte contrazione, sia per ammontare di capitali impiegati, sia per numero di pratiche avviate, sia anche per la quota del valore dell’immobile che l’istituto di credito è disposto a finanziare. Una opportunità per rilanciare l’offerta di credito è quella dell'”house bond”, cioè i prestiti obbligazionari destinati all’acquisto di immobili attraverso la creazione di circuiti obbligazionari garantiti, oppure di piani di accumuli del risparmio destitati all’acquisto della prima casa, e non ultimo anche la creazione di un fondo statale destinato alle fasce più deboli, unitamente ad un piano di sviluppo della cosiddetta “edilizia sociale”.
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