Maiori, sindaco o podestà?

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dal Comitato Tuteliamo la Costiera Amalfitana riceviamo e pubblichiamo

Il nostro Comitato, da ormai quattro anni e più, è presente sul problema delle grandi opere e in particolare sul DEPURATORE CONSORTILE e TUNNEL MINORI-MAIORI.

Oggi sostiene con ogni mezzo e aderisce tramite i propri associati al Comitato Promotore dei Referendum Comunali.

Sentiamo perciò il diritto/dovere di intervenire sul problema dell’attuale stallo creato dal Sindaco di Maiori Antonio Capone che, con un evidente atteggiamento dilatorio, ha costretto il Comitato referendario a presentare una istanza urgente al Prefetto.

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Alla base della democrazia ci sono trasparenza e rispetto delle regole. Ma cosa accade quando un sindaco, figura centrale della vita comunale, sceglie di ignorare la legge per evitare un referendum? Questa scelta solleva gravi questioni giuridiche, etiche e politiche, minando la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.

Nel caso di Maiori, il tentativo di eludere il referendum, in un contesto di apparente indifferenza e facendo leva su un certo atteggiamento di sudditanza verso l’autorità, potrebbe inizialmente non suscitare reazioni immediate.

Tuttavia, l’accumulo di decisioni non trasparenti e l’erosione progressiva dei diritti democratici rischiano di risvegliare una coscienza civile più critica, spingendo i cittadini a riconsiderare il proprio ruolo nella vita pubblica e a rivendicare con forza il diritto di partecipare attivamente alle decisioni che li riguardano.

La richiesta di referendum non è una semplice formalità, ma un diritto sancito dallo statuto del comune e dalla legge, che il sindaco ha il dovere di rispettare.

Il sindaco, infatti, non ha il potere di decidere se il referendum debba essere indetto o meno: è la commissione statutaria, che il sindaco avrebbe dovuto convocare entro i termini previsti, a valutare l’ammissibilità dei quesiti.

Questa commissione, inoltre, ha la facoltà di proporre eventuali modifiche ai quesiti referendari, in collaborazione con il comitato promotore, al fine di assicurarne la conformità allo Statuto e garantire lo svolgimento del referendum in linea con il principio di massima partecipazione democratica sancito dallo stesso Statuto.

Il coordinatore del Comitato referendario, Prof. Mario Civale, già sindaco di Maiori, ha più volte sollecitato l’attuale sindaco a rispettare la volontà popolare. Ignorare tali richieste non solo tradisce il mandato ricevuto dai cittadini, ma mina le basi del sistema democratico.

Il rispetto delle leggi è un pilastro essenziale della convivenza civile e dello Stato di diritto. Un sindaco che ignora lo statuto per evitare un referendum non solo si pone al di sopra della legge, ma tradisce i principi democratici alla base del suo incarico. Ancora più inaccettabile è l’assenza di riscontro a un invito proveniente da chi ha già ricoperto lo stesso ruolo, venendo meno ai più basilari canoni di correttezza istituzionale.

Possiamo affermare con certezza che il referendum abrogativo che è stato proposto dal Comitato referendario è pienamente legittimo, supportato da una solida base normativa, sia a livello locale che nazionale.

In primo luogo, il nuovo Statuto Comunale di Maiori, aggiornato nel 1999 in conformità con le leggi dell’epoca, prevede chiaramente la possibilità di indire un referendum abrogativo. Questo strumento ci consente di intervenire su decisioni amministrative già prese, come il progetto del depuratore consortile e della galleria Minori-Maiori, che consideriamo potenzialmente dannosi e fortemente impattanti per il nostro territorio. Grazie a questo statuto, tutti noi cittadini abbiamo il diritto di esprimere la nostra opposizione in maniera vincolante tramite la maggioranza assoluta dell’elettorato.

Tuttavia, c’è un dettaglio che merita attenzione. Il Regolamento sui Referendum, adottato nel 1996 e basato sullo statuto precedente risalente al 1990 o 1991, non includeva ancora la possibilità di referendum abrogativi. All’epoca, infatti, la normativa prevedeva solo il referendum consultivo, che non ha potere vincolante ma serve esclusivamente a raccogliere l’opinione dei cittadini.Questa discrepanza tra lo statuto aggiornato e il regolamento non mette comunque in discussione l’iniziativa referendaria.

Lo statuto, essendo una norma di rango superiore, prevale sul regolamento, che oltretutto non è stato aggiornato in conformità alla normativa statutaria e nazionale, garantendo così il diritto dei cittadini di richiedere un referendum abrogativo. Inoltre, in caso di contrasto, il regolamento deve essere applicato secondo la normativa statutaria di rango superiore.
È evidente che il Comune debba aggiornare il regolamento per allinearsi alla normativa più recente, ma ciò non pregiudica la richiesta attualmente in corso.

Pertanto, il Comitato referendario non demorda e proceda con la certezza che le leggi più attuali siano dalla parte nostra, dei cittadini e che insieme abbiamo il diritto di portare avanti questa iniziativa per tutelare il nostro territorio.

A livello nazionale, la Costituzione Italiana e il Testo Unico degli Enti Locali (TUEL) rafforzano il nostro diritto. La Costituzione garantisce ai cittadini la possibilità di partecipare attivamente alle decisioni pubbliche, mentre il TUEL sostiene esplicitamente l’utilizzo del referendum come strumento di democrazia diretta. In particolare, la Carta Europea dell’Autonomia Locale, che è stata ratificata dall’Italia, riconosce ai cittadini il diritto di partecipare direttamente alle decisioni che riguardano il proprio territorio. Questo ci conferma che la nostra richiesta di un referendum abrogativo non solo è legittima a livello locale, ma è anche incoraggiata da principi nazionali e internazionali.

Il referendum abrogativo che viene proposto è fondamentale per Maiori e per i Maioresi, poiché offre a tutti noi cittadini la possibilità di difendere il nostro territorio.

Le opere pubbliche che il Comune ha deciso di realizzare, come il depuratore nel Demanio e la galleria Minori-Maiori, avranno conseguenze irreparabili sull’ambiente.

Attraverso il referendum, possiamo fermare queste scellerate decisioni prima che sia troppo tardi, salvaguardando la bellezza e l’integrità del nostro paesaggio.

Inoltre, questo strumento ci permette di esercitare un diritto democratico essenziale: partecipare direttamente alle decisioni che influiscono sulla nostra vita.

Per quanto riguarda le opere pubbliche, l’importanza di strumenti partecipativi come il referendum viene riconosciuta a livello locale e nazionale, con l’obiettivo di permettere ai cittadini di avere voce nelle decisioni che possono influenzare il loro ambiente.

Questo ci conferma che il Comune ha l’obbligo di favorire la partecipazione popolare e di procedere con il referendum come previsto dalle norme.

Nonostante la solidità dell’iniziativa, ci sono degli ostacoli che vanno affrontati.

Il primo riguarda il Sindaco di Maiori, che finora non ha convocato la Commissione per i Referendum, nonostante le ripetute richieste del comitato referendario.

Questo ritardo potrebbe bloccare l’intero processo. Tuttavia, sappiamo che, una volta convocata, la Commissione per i Referendum ha il compito di valutare i quesiti e può anche proporre modifiche, in accordo e collaborazione con il comitato referendario, per garantire che siano conformi alle normative. Questo significa che, anche se ci sono delle difficoltà iniziali, la Commissione può correggerle e far avanzare il processo.Il Sindaco ha forse di paura di questo?

Un altro possibile ostacolo è rappresentato dalle pressioni esterne. Le opere pubbliche spesso coinvolgono interessi economici rilevanti, e ci aspettiamo che soggetti esterni possano tentare di fermare o rallentare il referendum. Queste pressioni potrebbero manifestarsi sotto forma di contestazioni legali o procedurali, o semplici pressioni politiche all’amministrazione di Maiori per dilatare i tempi e fermare il processo.

Dobbiamo essere pronti a resistere e a difendere il nostro diritto a esprimerci su queste decisioni supportando pienamente il Comitato dei Promotori dei Referendum.

In conclusione, siamo fermamente convinti della legittimità dei due referendum abrogativi proposti dai Promotori o e della sua importanza per la protezione del nostro territorio.

Siamo consapevoli che i cittadini hanno il pieno diritto di far sentire la propria voce e lo porteremo con convinzione tramite i nostri associati nel comitato referendario, certi di trovare e la stessa identica consapevolezza.

Nonostante alcuni ostacoli amministrativi e politici, dobbiamo insieme essere pronti a difendere i nostri diritti e a garantire che le decisioni sul futuro della nostra comunità vengano prese con il pieno coinvolgimento di tutti noi.

La legge non è un’opzione, ma un obbligo che garantisce equità e giustizia per tutti i cittadini. Quando chi detiene il potere dimentica questo principio, l’intero sistema democratico si indebolisce. È essenziale che qualcuno lo richiami all’ordine, utilizzando tutti gli strumenti che lo Stato democratico mette a disposizione. Confidiamo che il Comitato referendario possa assolvere questo compito, contribuendo a scrivere una nuova pagina di democrazia diretta per Maiori e l’intera Costiera Amalfitana.

Il sindaco, figura che per definizione e per etimologia del termine dovrebbe difendere la giustizia e i diritti della comunità, tradisce la fiducia dei cittadini quando ignora le procedure per la convocazione di un referendum.

Il compito primario di chi amministra è garantire trasparenza e responsabilità, qualità fondamentali nel rapporto tra cittadini e amministrazione.

I referendum comunali sono strumenti cruciali per la partecipazione attiva dei cittadini alla vita politica, e negarli significa privare la popolazione della possibilità di esprimersi su questioni di interesse collettivo. Partecipare alla vita democratica è un diritto fondamentale di ogni cittadino. Se il sindaco di Maiori cerca di impedire questa partecipazione, si oppone ai principi della democrazia diretta, alimentando un pericoloso senso di impotenza e allontanando ancora di più i cittadini dalla politica.

In conclusione, il rispetto delle leggi e dei regolamenti comunali è essenziale per la salvaguardia della democrazia.

Un sindaco che ignora questi principi non solo tradisce la fiducia dei cittadini, ma mette a rischio l’intero sistema democratico. È fondamentale che le istituzioni e la società civile rimangano vigili, affinché la voce dei cittadini non venga mai soffocata.

Noi del gruppo civico “Tuteliamo la Costiera Amalfitana” siamo fermamente convinti che il Comitato Referendario abbia oggi un compito cruciale: impedire che la voce dei cittadini venga soffocata dall’indifferenza di un’istituzione che dovrebbe, al contrario, garantirne il pieno esercizio.

Auspichiamo che ogni cittadino, non solo di Maiori, ma ovunque si riconosca nei valori della partecipazione democratica, sostenga con convinzione il Comitato per il Referendum e aderisca alle sue iniziative. Solo così, nel pieno rispetto delle regole democratiche, sarà possibile difendere gli spazi conquistati dalla democrazia diretta e garantire il diritto al referendum.

SINDACO, NON VENIRE MENO AL TUO MANDATO!

Gruppo Civico
Tuteliamo la Costiera Amalfitana