Il Giudice Renata Sessa rinvia ad un’integrazione di indagini la richiesta di archiviazione sul caso Tedesco

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Chiede un’integrazione di indagini il Giudice per le indagini preliminari dr.ssa Renata Sessa, scongiurando così l’archiviazione del caso Tedesco richiesta dalla Procura della Repubblica.

Questo quanto reso noto questa mattina presso la sede de “La Comunicazione ADV” alla presenza del segretario Radicali Salerno Ass. “Maurizio Provenza” Donato Salzano, del legale Avv. Massimiliano Franco e della Sig.ra Anna Sammartino, vedova di Carmine Tedesco.

I fatti risalgono all’11 Novembre 2012 quando Carmine Tedesco, detenuto presso la C.C. di Salerno dal Marzo 2012, fu trasferito presso l’A.O.U. San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona a seguito di dolore toracico ed addominale, trovando la morte alle ore 01.50 del 14 Novembre 2012 a seguito di infarto acuto del miocardio.

Le cause del decesso furono dapprima attribuite ad un “aumento dei valori ematochimici epato-biliari riscontrati in corso di ricovero” ascrivibili, secondo il Dr. Zotti (che eseguì l’esame autoptico) ad “un processo fisiopatologico cronico (cirrosi epatica)”. Ipotesi rigettata a favore invece di un “processo fisiopatologico acuto”. Tale evidenza può essere facilmente desumibile da un confronto con gli esami di laboratorio effettuati dal sig. Tedesco circa 30 giorni prima del decesso.

Nell’atto di notifica il Giudice Sessa scrive: “In una condizione di cirrosi epatica gli esami ematochimici sarebbero risultati alterati già in precedenza. Nel caso in esame si è assistito al classico decorso acuto di una patologia epato-biliare, e non di uno stato iniziale di cirrosi epatica, evoluzione di una epatite attiva, probabilmente, soprattutto per la mancanza di segni pregressi, rapidamente aggressiva”.

A rendere maggiormente complesso il quadro giuridico proprio i 50 minuti precedenti al decesso del Tedesco, durante i quali fu soltanto “un infermiere a praticare un non ben preciso intervento con flebo nel tentativo di rianimare il paziente ormai riverso a terra”, suggerito a telefono da uno dei medici. Di fatti si legge ancora “nessuno dei medici in servizio intervenne, come doveroso, immediatamente, abbandonando pertanto il Tedesco al proprio destino”.

Dunque bisognerà chiarire quanto accaduto il giorno 13 Novembre e la notte del 14 in cui si verificò il decesso di Carmine Tedesco ed in particolare capire se fra le 16 e le 18 del 13 Novembre i sanitari operarono correttamente, praticando tutte le terapie del caso, nonché comprendere se fu corretto il comportamento del medico di guardia allertato dall’infermiere e in che misura abbia inciso quel ritardo sul decesso.

“Non mi fermerò fino quando non avrò ottenuto giustizia e verità” – queste le parole lapidarie della Sig. Sammartino, vedova di Carmine Tedesco.