Nel tessuto amministrativo e ambientale dei Comuni di Maiori, Minori e Atrani, una decisione ha innescato una serie di conseguenze che vanno ben oltre la gestione dei rifiuti. L’abbandono da parte del Comune di Maiori dell’accordo intercomunale relativo all’isola ecologica ha innescato una catena di eventi che influenzano profondamente la gestione dei rifiuti nei Comuni di Maiori, Minori e Atrani. La decisione, motivata dalla volontà di rivedere le strategie logistiche e di servizio per meglio rispondere alle crescenti esigenze del territorio, ha sollevato dubbi e preoccupazioni significative.
La giustificazione ufficiale, che fa riferimento al miglioramento dell’efficienza e dell’accessibilità del servizio di smaltimento rifiuti per i cittadini di Maiori, sembra carente di un supporto documentale che ne attestino la necessità. Gli interrogativi son tanti: la Miramare Service, gestore del servizio dei rifiuti, ha mai fornito relazioni che giustifichino il recesso considerato che la delibera richiama una «crescente esigenza del territorio e per l’utenza del Comune di Maiori» e chi più del gestore può essere a conoscenza dell’esigenza del territorio in ambito di rifiuti? Inoltre, le dichiarazioni del sindaco non sembrano mitigare i dubbi, in particolare alla luce dei sopralluoghi effettuati dai NOE (Nuclei Operativi Ecologici) e delle implicazioni per le attività alberghiere e i servizi privati di raccolta rifiuti che dal 2021 possono gestire la raccolta rifiuti delle utenze non domestiche.
Un ulteriore elemento da considerare è l’intervento dell’ing. Alessandro Scovotto a cui è stato affidato, alcuni mesi dopo l’accesso dei NOE, con determina n. 154 del 24/07/2023, l’incarico di esperto ambientale per una somma di 6100 euro, firmata dall’arch. Roberto De Martino, responsabile del servizio di Maiori. Quali sono state le conclusioni di tale incarico? Incarico che tra l’altro prevede la verifica della regolare esecuzione del servizio da parte dell’appaltatore, appurando che le attività e le prestazioni siano eseguite in conformità alle clausole contrattuali e la verifica dello svolgimento del servizio da parte dell’appaltatore con esecuzione di sopralluoghi anche non programmati preventivamente e segnalare all’Ente per l’applicazione di eventuali penali qualora non vengano rispettati i termini contrattuali: attività, queste, tra l’altro già di competenza del controllo analogo (l’elemento più emblematico delle caratteristiche delle società in house) in capo ai comuni soci della Miramare Service SRL, gestore del servizio di rifiuti.
Nel frattempo, Atrani e Minori con la rottura dell’accordo di Maiori si trovano a fronteggiare una situazione critica e di emergenza: l’assenza di un’area adeguata per lo stoccaggio dei rifiuti ha portato intanto il Comune di Minori ad emanare un’ordinanza contingibile e urgente in base all’articolo 191 del decreto legislativo n. 152/2006 e successive modifiche, cercando così di tamponare una emergenza nata probabilmente dalla rottura dell’accordo da parte del Comune di Maiori. Questa ordinanza riguarda la gestione del ciclo integrato dei rifiuti e autorizza l’utilizzo dell’area di proprietà comunale situata in via Pioppi per l’allestimento del Centro di Raccolta Comunale dei rifiuti urbani raccolti in modo differenziato. Emergenza che si evidenzia in questi giorni con manifesti e comunicati che esortano la popolazione a non abbandonare i rifiuti sul territorio.
Il silenzio dell’EDA (Ente d’Ambito per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani Ambito Territoriale Ottimale “Salerno”) sull’accaduto solleva interrogativi sul suo ruolo e sulle politiche regionali nel prevenire e gestire tali emergenze, mettendo in discussione l’efficacia dell’amministrazione del governatore De Luca in materia ambientale e dello stesso piano d’ambito approvato dall’EDA Salerno.
Si prospettano, inoltre, probabili scenari di contenzioso tra i tre comuni, considerati gli investimenti passati e fatti dai tre comuni nell’adeguamento dell’isola intercomunale. La questione se Minori e Atrani debbano essere indennizzati, o se si debba impedire l’utilizzo dell’isola anche a Maiori per evitare un indebito arricchimento, rimane aperta. Infatti nell’incarico all’ing. Scovotto si legge che dovrà fare la redazione di un «Contratto di Comodato per l’affidamento e la gestione del centro di raccolta dei rifiuti raccolti in modo differenziato, sito alla località Demanio di Maiori, alla ditta titolare del contratto di servizio per la raccolta differenziata dei rifiuti sul territorio comunale»; la domanda sorge spontanea: può il comune di Maiori dare in comodato un’area che seppur il suolo è di sua proprietà, ma le attrezzature che vi sono installate sopra sono anche il frutto economico (soldi pubblici) di altri Enti come il Comune di Minori e Atrani?
La vicenda, ancora in evoluzione, mette in luce la complessità della gestione dei rifiuti in un contesto intercomunale e le sfide che le amministrazioni locali devono affrontare nell’equilibrare gli interessi comuni con le esigenze specifiche dei singoli territori. L’emergenza e crisi ambientale scaturita dal recesso di Maiori è un campanello d’allarme sulla necessità di una maggiore collaborazione e pianificazione nella gestione dei servizi pubblici essenziali, in un’ottica di sostenibilità e responsabilità collettiva cui l’EDA non dovrebbe sottrarsi per le relative competenze.