Proprio mentre il presidente della Regione De Luca sta organizzando la sua manifestazione (peraltro non senza polemiche, dall’uso dello stemma della Regione fino all’invito alla partecipazione rivolto anche a parlamentari ed amministratori del centrodestra) arriva alla luce la notizi che a ben vedere darebbe ragione a quanto sostenuto dal ministro Fitto, cioè che in Campania non sanno spendere i fondi della coesione.
Il Capodanno salernitano, per la prima volta svoltosi in Piazza della Libertà, ha visto come elemento culmine il concerto dei Pooh, per il quale sono stati spesi dal Comune di Salerno circa 570.000€, ripartiti in 520.000€ per l’esibizione dello storico gruppo e per il djset successivo alla mezzanottee (il concerto è infatti terminato giusto in tempo per il brindisi) ed ulteriori 50.000€ di costi aggiuntivi per vigilanza, pubblicità, brindisi di mezzanotte, orologio digitale, sevizio fotografico, fuochi pirotecnici.
Da dove sono stati presi questi soldi? A sganciare la bomba è il quotidiano L’Ora della Sera che rivela che l’ammontare è stato di fatto distratto dal fondo di 2 milioni di euro che la Regione ha destinato al Massimo salernitano, come fa da ogni anno fin dal 2015, anno in cui si è insediato De Luca.
Vengono citate anche delibere comunali e regionali: «Prendere atto della nota protocollo n. 276186 del 12/12/2023 della Regione Campania – Direzione generale per le
politiche culturali e il turismo, con la quale è stato comunicato che con il Ddl numero 735 del 07/12/2023 recante “Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione finanziario
pluriennale 2024/2026 della Regione Campania, (Legge di Stabilità Regionale 2024)”, all’articolo 8, la Giunta ha proposta al Consiglio Regionale di approvare il contributo straordinario al Comune di Salerno per l’ammontare di euro 2.000.000,00 per l’esercizio finanziario 2024 in linea con gli stanziamenti degli ultimi anni».
Delibera che
La conseguenza è che il Teatro Verdi, a cui rimane poco più di 1 milione e mezzo di euro, ha dovuto tagliare un terzo della programmazione operistica nonché il compenso del direttore Daniel Oren, adducendo però le responsabilità al solito cattivone governo Meloni, “colpevole” di aver tagliato i trasferimenti e quant’altro.
Insomma, una distrazione che darebbe ragione a quanto sostenuto dal ministro Fitto.