“Guardare l’innocenza dei bambini è un argine alla disillusione e al cinismo degli adulti. Qualcuno ha detto che i bambini sono il sorriso del mondo e questo concerto ha come protagonista il Bambino e l’innocenza”.
Così Peppe Servillo nel talk di presentazione dell’enciclica dei bambini di Padre Enzo Fortunato che ha preceduto l’inizio del concerto che ha visto nel Duomo di Scala assieme a Servillo, Ambrogio Sparagna e un gruppo di strumentisti popolari: Erasmo Treglia, Marco Iomele, Anna Rita Colaianni e il Coro Polifonia Aurunca.
Nei saluti l’intervento del Sindaco di Scala Ivana Bottone e del Presidente della Fondazione Ravello Dino Falconio che ha sottolineato l’importanza delle grandi religioni nel processo di pacificazione e della necessità di tornare al dialogo.
“Dai bambini noi veniamo educati. Rimettere al centro i bambini per la Chiesa è giocare non più in difesa ma cercare di fare gol!” con questa metafora Padre Enzo Fortunato ha sintetizzato il significato sia della pubblicazione che della Giornata mondiale dei bambini che si terrà a Roma il prossimo 25 e 26 maggio e che lo vedrà nelle vesti di organizzatore. Il quarto appuntamento del cartellone organizzato dalla Fondazione Ravello per le festività, dopo l’interessante prologo, ha visto una calorosa partecipazione di pubblico che ha gremito il Duomo dedicato a San Lorenzo. La magia delle zampogne e delle ciaramelle unite ai canti della novena di Natale si sono fusi creando un’atmosfera intrisa di religiosità ed emozioni.
La scaletta scelta da Sparagna, oggi tra i massimi esponenti della etnomusicologia italiana, ha proposto alcuni dei canti religiosi di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori: “Tu scendi dalle stelle”, “Quante nascette Ninno”, “Fermarono i cieli” e canti della tradizione popolare soprattutto mariana, che in Peppe Servillo hanno trovato un’originale interprete. Ad accompagnare il gruppo il Coro Polifonia Aurunca. Il concerto, come sottolineato dallo stesso Sparagna, ha assunto un rilievo anche celebrativo nella ricorrenza dell’VIII centenario dalla prima rappresentazione del presepio di Greccio, avvenuta nel 1223.