“L’Intelligenza Artificiale (IA) rappresenta un’innovazione di portata e potenzialità immense: la sua storia è ancora tutta da scrivere! La direzione che prenderà l’Intelligenza Artificiale sarà un riflesso delle nostre scelte e dei nostri valori: l’opportunità di utilizzarla per costruire una umanità più unita e collaborativa è una prospettiva entusiasmante, ma non scontata. In gran parte dipende dalle decisioni che prenderemo: è l’uso che sceglieremo di farne a imprimere un carattere positivo o negativo al progresso che rappresenta. La scelta di quale percorso seguire è nelle nostre mani. Questo ci impone una grande responsabilità collettiva Dobbiamo lavorare insieme: governi, industrie, comunità scientifiche e società civile, per creare consapevolezza e un quadro etico-legale che guidi l’uso dell’Intelligenza Artificiale”. A spiegare che l’Intelligenza Artificiale non deve spaventarci, “anche perché è destinata a rimanere nella civiltà umana e a continuare a trasformare il mondo in cui viviamo”, è stato il professor Luigi Troiano, Associato presso il Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation System dell’Università di Salerno: riconosciuto esperto in Scienza dei Dati, Big Data e Intelligenza Artificiale, con oltre 120 pubblicazioni scientifiche all’attivo, che è stato il protagonista dell’incontro organizzato, al “Circolo Canottieri Irno” di Salerno, dal “Rotary Club Salerno” presieduto dall’architetto Umberto Maria Cioffi.
Il professor Troiano ha illustrato le grandi opportunità che offre l’Intelligenza Artificiale, le sue potenziali implicazioni future e come possa potenziare le capacità di tutti gli uomini:” Possiamo decidere di impiegare l’IA per abbattere le barriere che ci dividono, per affrontare le sfide globali come il cambiamento climatico, la povertà e le malattie, costruendo un futuro in cui l’umanità sia più unita nel suo destino comune. Grazie all’IA ognuno di noi può migliorare la propria creatività e diventare un bravo artista, o migliorare il proprio linguaggio. Alternativamente, l’IA potrebbe essere utilizzata in modo da esacerbare le disuguaglianze, amplificare i pregiudizi o facilitare la divisione. Potrebbe diventare uno strumento per una sorveglianza pervasiva o per la creazione di nuove forme di conflitto”. Il professor Troiano, che ha rappresentato l’Italia nei lavori di standardizzazione ISO su AI e Big Data e fondato Kebula, una startup che sviluppa soluzioni software innovative nel campo dei media e in altri ambiti industriali basate sull’IA, ha spiegato che il dibattito sulla rivoluzione digitale spesso si concentra sulle qualità umane che sopravvivranno nell’era dell’Intelligenza Artificiale:” Anziché limitarci a riflettere su ciò che eravamo o ciò che resterà, è essenziale interrogarci su ciò che desideriamo diventare nel contesto digitale. Invece di subire passivamente i cambiamenti, è giunto il momento di orientare con intenzionalità lo sviluppo tecnologico affinché incarni e onori i nostri valori fondamentali, sia come individui che come collettività, garantendo che il cammino del progresso sia in armonia con una visione di umanità condivisa, anziché mirare unicamente all’avanzamento tecnico ed economico”. Il professor Troiano è profondamente convinto del potere rivoluzionario dei dati e degli algoritmi, ed è attivamente impegnato nello studio e nell’applicazione delle nuove tecnologie per innescare un’innovazione radicale della realtà:” “L’Intelligenza Artificiale ha delle proprietà che risultano essere emergenti; ci invita a reimparare, a riconnetterci e, forse più importante di tutto, a ridefinire ciò che significa essere umani. Molti pensano che l’IA sfugga al controllo, ma questo fa parte di uno scenario fantascientifico che non credo sia realistico: l’IA è un prodotto dell’umanità e l’uomo avrà sempre una capacità di controllo che però deve essere democratico”. Secondo il professor Troiano è importante anche cambiare il modo di intendere il lavoro:” Bisogna passare da un’idea di lavoro intesa come contribuzione in termini di tempo che spendiamo per la realizzazione di un prodotto, a un’idea di lavoro che valorizzi il prodotto che abbiamo realizzato al di là del tempo che abbiamo impiegato per realizzarlo. Si immagina un futuro in cui l’IA automatizza i compiti laboriosi e ripetitivi, liberando gli esseri umani per dedicarsi a lavoro più significativo e gratificante. In questa utopia, la tecnologia IA non solo migliora la qualità della vita ma anche ridistribuisce il lavoro in modo che le persone possano concentrarsi su attività che trovano personalmente ed eticamente arricchenti. Questi dati suggeriscono una transizione nei tipi di lavoro che saranno più richiesti in futuro, con una diminuzione della domanda per lavori meno qualificati e ripetitivi, e un aumento per quelli che richiedono abilità sociali, emotive e tecnologiche avanzate”. Secondo il professor Troiano è fondamentale ripensare e adattare i sistemi educativi all’era dell’IA:” Gli studenti devono comprendere non solo come utilizzare le tecnologie, ma anche come funzionano, i loro limiti e le implicazioni del loro uso: devono essere in grado di valutare criticamente le informazioni, formulare argomentazioni logiche e prendere decisioni consapevoli, soprattutto in situazioni complesse dove l’IA è coinvolta. Adattare l’istruzione per l’era dell’IA significa preparare gli studenti non solo a lavorare con le nuove tecnologie, ma anche a contribuire al loro sviluppo e governo in modo che siano utilizzate per il bene comune. Preparare i cittadini del futuro richiede un impegno condiviso tra istituzioni educative, industria, governi e comunità per creare un ambiente di apprendimento che sia dinamico, inclusivo e attrezzato per le sfide del XXI secolo”. Troiano ha spiegato che l’Intelligenza Artificiale può essere utilizzata in tutti i campi:” Può passare dall’analizzare i dati di una piccola impresa locale a fornire soluzioni per sfide globali come il cambiamento climatico o la pandemia di una malattia. Potrà potenziare il pensiero critico, la creatività: potrà farci guardare al mondo in maniera olistica e in un futuro non molto lontano saremo in grado di aumentare la nostra capacità di affrontare e risolvere problemi complessi. L’ascesa dell’IA solleva nuove domande esistenziali sul posto e lo scopo dell’umanità in un mondo sempre più automatizzato. Questo invita a una riflessione sul significato della nostra esistenza e sul ruolo che vogliamo che la tecnologia giochi nelle nostre vite: l’uso che faremo di questa tecnologia deciderà il corso della storia”. (Foto Marco Sprocati).
Aniello Palumbo