Divini Libri, Toni Capuozzo ospite dell’appuntamento di venerdì 17 a Vietri

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Venerdì 17 novembre alle ore 18:30, presso la Sala Consiliare di Vietri sul Mare, ci sarà la
seconda presentazione prevista nel calendario della 6^ Edizione “DiVini Libri Chiacchierata
con l’Autore”. Ospite il giornalista, scrittore e conduttore televisivo Toni Capuozzo che
presenterà il suo ultimo libro “Nessuno più canta per strada”, edito da Edizioni Biblioteca
dell’immagine.

Toni Capuozzo è nato a Palmanova (UD) alla fine del 1948, da madre triestina e padre
napoletano. E’ vincitore di diversi premi letterari e giornalistici, tra cui il Saint Vincent,
l’Ilaria Alpi, il Flaiano, il Max David, il Premiolino, l’Hemingway.

È autore di numerosi libri.

Ad introdurre l’autore sarà il giornalista Francesco Grillo, co-organizzatore della rassegna
letteraria insieme a Raffaele Agresti mentre la giornalista Rossella Graziuso avrà il compito
di moderare l’incontro. In apertura i saluti del Sindaco di Vietri sul Mare Giovanni De
Simone e del Dr. Ciro Bello, produttore vinicolo che illustrerà le caratteristiche del suo vino
Manumea un primitivo della Cantina Bello. Le letture saranno invece affidate all’attore
Raffaele Sansone.

Partner dell’evento: RCS75, Convergenze SpA Società Benefit, L’Ora, Pro Loco Vietri sul
Mare, Assocciazione Strutture ExtraAlberghiere Vivere Vietri sul Mare, Associazione
Italiana Biblioteche sez. Campania, CampaCultura e 2RentCar.

IL LIBRO.
Ah no, non è nostalgia. Quella l’ho provata quando non dovevo, ed ero un ragazzo.
Nostalgia di posti dove non ero mai stato per davvero, che uscivano da libri per l’infanzia…
Stavo crescendo in una cittadina piatta, e senza magia, e gliela costruivo attorno a dettagli
che sbiadivano ogni giorno un po’ come vecchie cartoline. Non c’era più il cortile del cesso
alla turca.

Poi al cinema avevano tolto la televione dal palcoscenico.
Al bar Rio non arrivavano più i militari americani. E con loro se n’era andato il primo juke
box…Era un mondo semplice, quell’Italia, che non sapeva di essere sul punto di diventare
passato per sempre .

E così sono arrivati gli anni Ottanta.
Trent’anni dopo, quando si è smesso di cantare, senza che lo avessimo deciso o ci fosse
stato stato imposto, è riuscito naturale.
No, non sono uno che disprezzi il presente, o vagheggi un passato più felice di quanto
apparisse allora, in corso d’opera. Non mi ostino a fermare il tempo. Solo mi chiedo il
perché del silenzio di quei canti randagi. Non è stata la radio a farli zittire, c’era anche
allora, e usciva dalle case come un profumo di cucina.
Non è stata la prepotenza dei canti collettivi, in una gita in pullman, in un corteo politico.
Sono cori attutiti anche quelli, adesso. Non sono state le cuffiette dello smartphone e
neppure il Karaoke. Le piccole città e le città grandi, e tutta l’Italia, a un certo punto ha
semplicemente smesso di cantare, imbambolata.