In meno di un giorno dalla sua installazione, la piazza Portanova di Salerno ha assistito a un atto di vandalismo che ha colpito l’opera di Mariano Cuofano, realizzata per il Linea d’Ombra Festival. L’installazione, inaugurata sabato sera, è stata rapidamente deturpata, riproponendo un triste scenario già vissuto l’anno precedente.
I direttori artistici del festival, Peppe D’Antonio e Boris Sollazzo, hanno espresso il loro disappunto: “È un déjà vu che lascia l’amaro in bocca. Dopo il totem dello scorso anno, quest’anno l’opera che simboleggiava il movimento e il cambiamento è stata sfidata, ma in maniera distruttiva.” L’azione vandalica è stata interpretata non solo come un attacco all’arte ma anche come un gesto che sfida il cambiamento stesso che l’opera voleva rappresentare.
Il team di Linea d’Ombra, sotto la guida di Cuofano e con l’assistenza di Luca Sabetta nella progettazione, è già all’opera per il ripristino. Cuofano, riflettendo sull’accaduto, non vi legge malizia ma piuttosto una mancanza di educazione nel rapporto con l’arte: “L’opera non è stata compresa nella sua essenza e nel suo messaggio, ma è stata fisicamente violata in un gesto quasi istintivo.”
L’installazione, concepita per il Linea d’Ombra Festival 2023, è una rappresentazione artistica del circuito chiuso, simbolo degli obiettivi dell’European Green Deal 2050. Descritta come una “macchina celibe”, l’opera esegue un movimento circolare all’interno di uno spazio effimero, interagendo con l’ambiente circostante e creando una narrazione virtuale attraverso schermi dislocati in città. L’arte qui si propone di innescare un dialogo tra la realtà fisica e la sua rappresentazione cinematografica.
In risposta al vandalismo, verrà aggiunta una protezione all’opera e un cartello che invita i passanti a non toccarla, una sorta di “gabbia” che, secondo Cuofano, solleva un ulteriore interrogativo sulla nostra educazione artistica.
Questo episodio, oltre a evidenziare la fragilità dell’arte di fronte all’inciviltà, lancia un messaggio potente: l’arte richiede una riflessione collettiva sul suo valore e sul nostro rispetto verso di essa. La domanda che Cuofano pone alla comunità è tanto semplice quanto profonda: “Quanto siamo educati all’arte?” Un interrogativo che, in seguito a questo episodio, assume una risonanza ancora più marcata.