Beni confiscati a Cava de’ Tirreni, un passo avanti sulla trasparenza del Patrimonio (grazie a Macass APS, CoBeCo e Libera)

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Siamo lieti di apprendere che, dando seguito all’impegno assunto dall’ass. Lorena Iuliano in occasione del recente incontro pubblico sui beni confiscati alla criminalità organizzata, il Comune di Cava de’ Tirreni ha provveduto alla pubblicazione dell’elenco dei beni sottratti alla camorra e trasferiti al patrimonio indisponibile del suddetto ente locale (disponibile qui).

Obiettivo dell’incontro, tenutosi lo scorso 28 agosto durante il MAC fest 2023, era quello di accendere un faro sulla presenza e sulle modalità di utilizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata esistenti sul territorio metelliano. In rappresentanza della Macass APS, Niccolò La Mura: «La trasparenza della “filiera” che interessa i beni mafiosi svolge una duplice funzione: da un lato, essa accresce la partecipazione dei cittadini e li responsabilizza, consentendogli di esercitare forme di controllo diffuso sul processo di riutilizzo a fini sociali dei beni in questione; d’altro lato, la trasparenza responsabilizza le stesse PA, in quanto costituisce un’eccellente forma di prevenzione alla corruzione e al malaffare. Anche la materia dei beni confiscati, insomma, dovrebbe essere dominata da quei principi di imparzialità, pubblicità e trasparenza che operano nel senso di rendere l’Amministrazione – secondo un’efficace immagine fornita da Filippo Turati nel 1908 – una casa di vetro».

A tal proposito, occorre ricordare che l’art.48, comma 3, lett. c., del Codice Antimafia (d.lgs. 159/2011) impone agli enti locali destinatari di beni confiscati di pubblicarne l’elenco completo nel proprio sito istituzionale. La norma recita così: «Gli enti territoriali provvedono a formare un apposito elenco dei beni confiscati ad essi trasferiti, che viene periodicamente aggiornato con cadenza mensile. L’elenco, reso pubblico nel sito internet istituzionale dell’ente, deve contenere i dati concernenti la consistenza, la destinazione e l’utilizzazione dei beni nonché, in caso di assegnazione a terzi, i dati identificativi del concessionario e gli estremi, l’oggetto e la durata dell’atto di concessione. La mancata pubblicazione comporta responsabilità dirigenziale ai sensi dell’articolo 46 del decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33».

Si tratta di una disposizione che, evidentemente, risponde ad esigenze di accountability dei processi decisionali pubblici, nonché alla necessità di porre i cittadini nella condizione di esercitare, almeno in astratto, una vigilanza diffusa. Rispetto a tale prescrizione di legge l’ente comunale cavese risultava però totalmente inadempiente, almeno fino a pochi giorni fa.

Dalla piattaforma “Open Re.G.I.O.”, messa a disposizione dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC), si evince che nella nostra città sono presenti una pluralità di beni confiscati alla criminalità organizzata; di questi, due immobili risultano acquisiti al patrimonio indisponibile dell’ente di prossimità.

Secondo quanto da noi appurato prima dell’incontro, tuttavia, di tali beni non vi era alcuna traccia nella sezione “Amministrazione trasparente” del sito istituzionale dell’ente. La circostanza, emersa nel corso del dibattito anche grazie all’intervento del dott. Riccardo Christian Falcone di Libera contro le mafie, aveva quindi indotto l’ass. Lorena Iuliano ad assumere l’impegno di provvedere al più presto alla pubblicazione dell’elenco in questione.

Non possiamo quindi che esprimere soddisfazione per l’avvenuta pubblicazione delle informazioni prescritte dalla legge, sottolineando al contempo l’importanza di questi momenti di confronto fra cittadinanza ed istituzioni, presenti anche nella cornice del nostro festival. Ciononostante, non possiamo esimerci dall’evidenziare che, dai dati messi a disposizione nel sito istituzionale dell’ente

 

comunale, si desume che i due immobili – siti in Piazza Abbro, 10 e destinati al Comune di Cava nel novembre del 2021 – risultano tuttora in attesa di assegnazione, e quindi inutilizzati. Aspettiamo quindi di conoscere quali saranno i prossimi passi dell’Amministrazione comunale in relazione a questi beni, auspicando al riguardo un ampio coinvolgimento del Terzo Settore in un’ottica di sussidiarietà orizzontale, secondo quanto stabilito dall’art.118 Cost.

In conclusione, ci teniamo a ringraziare la prof.ssa Maria Di Serio (Comitato per i Beni Comuni di  Cava de’ Tirreni), che ha moderato l’incontro insieme a noi; gli ospiti che si sono confrontati sul tema dei beni confiscati, tra cui il dott. Riccardo Christian Falcone (Membro della segreteria nazionale e del coordinamento regionale di Libera contro le mafie, settore beni confiscati), la dott.ssa Daniela Lombardi (Dirigente sede secondaria di Napoli dell’ANBSC), l’avv. Lorena Iuliano (Assessora all’istruzione, patrimonio e beni comuni del Comune di Cava de’Tirreni) e il prof. Valerio Giampaola (Referente del bene confiscato “Caffè 21 Marzo”, sito nel Comune di Battipaglia); nonché tutti i cittadini e le cittadine che hanno preso parte all’incontro.