In questi tempi di pensiero unico, caratterizzati dal conformismo morale e da scarso senso critico, sono sempre da salutare con favore i libri che fanno riflettere, che decostruiscono le false certezze, che insegnano a dubitare e gettano uno sguardo insolito su una realtà che è molto più complessa di quanto a prima vista possa apparire.
Stiamo parlando di Preferisco la partner al tutto (Ladolfi, 2023, pp. 97, euro 10), terza raccolta di aforismi dello scrittore e docente di filosofia, Stefano Cazzato, che nella Prefazione invita il lettore a misurarsi con l’altro lato delle cose, con quello che non abbiamo previsto o pensato, con le zone meno illuminate della coscienza individuale, della natura umana, della storia.
Lo fa con ironia, con disincanto, con corrosione, ma senza la pretesa di possedere la verità, anzi consapevole che quella che propone è la sua verità, il suo punto di vista, il suo angolo visuale.
Ogni uomo – leggiamo – è “come il camaleonte di Montaigne che invece di modificare il territorio che abita ne è continuamente modificato. E basterà che si sposti appena più in là perché, in una vertiginosa moltiplicazione dei punti di vista, cambi il suo e il nostro sguardo”.
L’obiettivo è quello che avevano i retori greci: docere attraverso il movere e il delectare. Un obiettivo centrato visto che l’autore diverte, divertendosi, illustra questioni sensibili con arguzia e intelligenza e, soprattutto, riesce a essere profondo senza essere pesante. Ecco alcuni dei circa mille aforismi del libro:
Siamo un paese bollito. Che sarà mai un’estate bollente?
Dentista: le sue parcelle erano molto carie.
Lei era alticcia. Lui sapeva di tappo.
Quando la vita mi chiama, mi faccio trovare prono.
La sua biografia di Fidel Castro andò a Cuba.
Che tristezza se penso ai vecchi templi.
Il libro è stato presentato a Sapri lo scorso 28 luglio presso la sede di Golfo Treek in un incontro promosso dall’Associazione culturale Proudhon.