Arte e musica al “Parco Storico Sichelgaita” con i manifesti del gallerista Lucio Amelio e le note del chitarrista Matteo Cantarella.

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“Vurria addeventare chianellette” è il titolo di un’antica Villanella del 1537 che racconta di un uomo innamorato che immagina di trasformarsi per poter stare vicino alla sua amata. A cantarla è stato il noto chitarrista salernitano Matteo Cantarella che, nel suo recital per chitarra e voce intitolato “Elegia Napoletana”,  ha raccontato la storia della canzone napoletana durante la serata organizzata dall’associazione “Parco Storico Sichelgaita”, presieduta dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi, nella grande sala della Pinacoteca Provinciale di Salerno In occasione della visita alla mostra “Manifestando- La mostra delle mostre”, ideata e curata dall’associazione culturale “Kaos48”, presieduta dal dottor Fabrizio Scomparin, progettata e organizzata dalla Soprintendenza Archeologica di Salerno e Avellino, diretta dalla dottoressa Raffaella Bonaudo, tenutasi nelle sale della Pinacoteca Provinciale di Salerno messa a disposizione dalla Provincia di Salerno, presieduta dall’avvocato Francesco Alfieri,  con il patrocinio della Regione Campania, della Provincia di Salerno e del Comune di Salerno.  La mostra, che ha riscosso un grande successo, ha avuto anche la finalità di promuovere la campagna “L’ Arte di Donarsi”, promossa dallo Sportello Amico Trapianti dell’ASL di Salerno, fortemente voluta dal Direttore Sanitario dell’ASL, Primo Sergianni, e dal Direttore Generale dell’ASL, Gennaro Sosto. “Donare è un’arte e il vero donare implica donare sé stessi, non solo dare ciò che si possiede, ma anche ciò che si è. Questa Mostra vuole promuovere la cultura della donazione di organi e tessuti al fine di sensibilizzare il più alto numero di persone”, hanno scritto nel catalogo della mostra, edito da “Iemme Edizioni”, le dottoresse Laura Baccari e Roberta Borrelli, Co-Referenti dello Sportello Amico Trapianti dell’ASL di Salerno. La mostra è stata presentata alle tante socie del “Parco Storico Sichelgaita” dalla dottoressa Rosa Maria Vitola, funzionaria della Soprintendenza Archeologica, che ha illustrato i circa settanta manifesti esposti attestanti la grande genialità del gallerista napoletano Lucio Amelio:” Affascinante è notare come i manifesti delle sue mostre abbiano assunto essi stessi significato di oggetto d’arte e di memoria storica individuale e collettiva” ha spiegato la dottoressa Vitola che si è  soffermata  su ogni manifesto ricordando alcuni dei nomi degli artisti le cui mostre erano state organizzate, dagli anni sessanta agli anni novanta, da Lucio Amelio che ha definito “un gallerista – artista”:” Ha portato Napoli al centro dell’Arte internazionale organizzando mostre con artisti che hanno fatto la storia dell’Arte Contemporanea a Napoli, in Europa e nel Mondo, come Paladino,  Baselitz, Barcelò, Warhol, Beuys, Burri, Christo, Tatafiore,  Mapplethorpe, Rauschenberg”. La dottoressa Vitola che ha curato l’organizzazione della mostra insieme alla dottoressa Paola Apuzza, funzionario Storico dell’Arte,  ha anche presentato un video del regista napoletano Mario Martone, prodotto nel 1993, pochi mesi prima della morte di Lucio Amelio, nel quale, oltre ad una lunga intervista al famoso gallerista, vi sono le immagini dell’inaugurazione della mostra “Terrae Motus”,    organizzata in seguito al terremoto che colpì la Campania nel 1980:” Vide  la partecipazione di artisti provenienti da tutte le parti del mondo tra i quali vi erano anche Joseph Beuys ed Andy Warhol”.

La professoressa Clara Mattia Cuoco ha iniziato la seconda parte della serata recitando la delicata e suggestiva poesia “Nannina “ di  Salvatore Di Giacomo e introducendo il chitarrista Matteo Cantarella che ha ricordato come, nel 1537, grazie alle villanelle  cominciò a prendere forma e sostanza la canzone napoletana:” La prima raccolta stampata di villanelle pervenutaci è una riedizione eseguita a Napoli a cura di Giovanni da Colonia e reca la data del 23 Ottobre 1537:  viene considerata l’atto di nascita ufficiale della villanella e quindi della canzone napoletana. È conservata nella “Herzogliche Bibliotek” di Wolfenbuttel in Germania”.  Cantarella, chitarrista autodidatta, è un grande appassionato di musica napoletana: ha fatto parte di diverse formazioni in ambito pop, specializzandosi nell’esecuzione del genere classico napoletano e della musica tradizionale. Tra gli altri, ha fatto parte del gruppo folklorico de “I Castellani di Giovi” e della “Piccola Orchestra Popolare i Musicantica. Il chitarrista salernitano che   insegna Lettere all’IIS “Della Corte Vanvitelli” di Cava dei Tirreni, diretto dalla Dirigente Scolastica Franca Masi, si è laureato discutendo una tesi in Letteratura italiana proprio sulla poesia e il dialetto di Salvatore Di Giacomo e Ferdinando Russo. Durante la serata, coinvolgendo il pubblico, ha cantato brani dell’800 di Gaetano Donizetti: “Me voglio fa’ na casa mmiezz’ ‘o mare” e “Io te voglio bene assaie” il cui testo è stato scritto nel 1835 dal poeta e scrittore Raffaele Sacco. Cantarella, con la sua voce armoniosa , delicata e profonda,  ha poi interpretato  brani classici come “Palomma ‘e notte” di Salvatore Di Giacomo e  Francesco Buongiovanni, del  1907; “Presentimento” di E.A.Mario, del  1918  e “N’accordo in fa” scritta nel 1927 da Gigi Pisano e musicata da Nicola Valente,  che fu cantata con successo anche da Renato Carosone con il pianista   Gegè Di Giacomo  che Cantarella ha conosciuto:” Mi consigliò di indossare  sempre una camicia bianca durante i miei recital”. Consiglio non ascoltato visto che Cantarella indossava invece una camicia di colore nero, come lui stesso ha fatto notare prima di cantare “Munasterio ‘e Santa Chiara” di Alberto Barberis e Michele Galdieri, del 1945:” Fu la prima canzone scritta nel   dopoguerra”. Cantarella ha interpretato tante altre canzoni classiche napoletane: da “ Me so’ mbriacato ‘e sole” a “Cerasella”; da “Chella llà” a “Paese mio” di Peppino De Filippo, a “Carmela” di Sergio Bruni:” Il poeta Salvatore Palomba che scrisse il testo musicato da Sergio Bruni, affermò che dietro l’identità di Carmela vi era tutta Napoli”. Cantarella ha concluso il suo recital interpretando le canzoni umoristiche napoletane come “E allora?” di Armando Gill, del 1926; “Canzone pettegola” di Boselli e Iglio del 1971. Il bis, richiesto a gran voce dal pubblico, è stato dedicato a un capolavoro della canzone napoletana:” Era de maggio” di Salvatore Di Giacomo.

Aniello Palumbo