Stiamo vivendo una fase in cui la contraddizione del costo della vita e degli affitti sta scoppiando alle stelle.
Complici gli effetti della gestione della pandemia e la speculazione sulla guerra stiamo arrivando a una situazione in cui i costi della vita non sono più sostenibili per nessuna persona. In particolare per gli studenti fuori sede (molto spesso borsisti) l’aumento dei prezzi degli affitti, e del costo della vita in generale, sta portando queste persone a dover rinunciare al proprio percorso di studi.
Risulta evidente come non mai che l’attuale modello di sviluppo crei e perpetui disuguaglianze e non soddisfi le reali esigenze delle persone. Risulta quindi indispensabile un ripensamento del modello di sostegno allo studio con la creazione di un reddito di formazione per tutti che possa permettere di emanciparsi dai bisogni materiali e affrontare il proprio percorso di studi nella modalità e nei luoghi che si desidera. Così come chiediamo residenze, trasporti, mense e materiale didattico gratuiti. Lottiamo ogni giorno affinché questo accada e per questo sentiamo la necessità di discutere la fase emergenziale in cui si trova anche il territorio intorno al nostro ateneo.
Viviamo una condizione ancor più particolare rispetto al problema generale presente nel Paese poiché di fatto la popolazione studentesca del campus supera di gran lunga i numeri e le esigenze minime che i comuni limitrofi possono gestire e soddisfare. Il progressivo smantellamento dei servizi dei trasporti, dell’ambulatorio e del centro di counseling psicologico sommati all’innalzamento dei costi di vita e degli affitti descrivono bene l’assenza di una visione in cui l’università possa andare oltre il servizio di erogazione lezioni ed esami. Crediamo che sia il momento di riaffermare il ruolo centrale delle università nella crescita del territorio in cui si trovano e per questo convochiamo, il 24 maggio a partire dalle 12.00 davanti la nostra sede al primo piano dell’Edificio D2 del campus di UniSa, un’assemblea aperta all’intera comunità accademica, alle associazioni del territorio e ai singoli individui che sentono sulla propria pelle i disagi verso i quali non sembra esistere la volontà politica di affrontarli.
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