Mancano ancora pochi giorni alla scadenza dei termini di iscrizione all’Università di Salerno. Conoscere i dati relativi alle nuove immatricolazioni è un fattore importante per “avere un quadro preciso della popolazione studentesca e garantire agli studenti neo iscritti, soprattutto durante la delicata fase di passaggio dalla scuola superiore alla scelta universitaria, l’opportunità di una maggiore e più stretta interazione con i docenti e con la nuova vita universitaria”, dichiara il Rettore Tommasetti.
L’Università di Salerno giunge a questo appuntamento con la consapevolezza di essere, come testimoniato dalla recente indagine condotta da Il Sole24Ore, il primo ateneo del Sud collocandosi al 22esimo posto nella classifica generale.
Un indubbio riconoscimento all’ampia scelta formativa – rappresentata da 16 dipartimenti e 74 corsi di studio – alla ricerca, al trasferimento tecnologico ed ai servizi offerti dai campus di Fisciano e Baronissi (dove è ubicata la facoltà di Medicina e chirurgia) che sono cresciuti nel tempo e si sono affermati nel panorama degli atenei meridionali come un importante punto di riferimento.
“Tutto ciò – continua il Rettore Tommasetti – rappresenta un fattore strategico per la prosecuzione del percorso di studi che gli studenti sono chiamati ad intraprendere dopo il diploma”.
Secondo la XVI indagine di AlmaLaurea, presentata a Bologna lo scorso 10 marzo in occasione del convegno “Imprenditorialità e innovazione: il ruolo dei laureati”, la condizione occupazionale dei laureati salernitani, a tre e a cinque anni dalla laurea, è la migliore di tutta la Campania e rispecchia la media nazionale; nel dettaglio, a tre anni dalla laurea si assesta intorno al 66,5%, a cinque anni è al 76, 5%, a dimostrazione che la laurea continua a rappresentare un forte investimento contro la disoccupazione anche se meno efficace in Italia rispetto ad altri paesi.
“Una leadership che ci lusinga – aggiunge Tommasetti – anche in considerazione della perdurante crisi economica che interessa l’Europa e l’Italia e che si ripercuote, inevitabilmente, sui livelli occupazionali e sulle prospettive future dei giovani” .
L’efficacia della laurea nel lavoro svolto, secondo il report di AlmaLaurea che include anche le università non statali, è giudicata positiva dall’85,1% e dall’88,5% dei giovani, rispettivamente a tre e cinque anni dalla laurea. In entrambi in casi si tratta di un risultato migliore rispetto alla media nazionale (83,9% e 87,6).
Anche i tirocini e gli stage entrano nel bagaglio formativo di un’elevata percentuale di laureati italiani. Il fatto che fra i giovani neolaureati più di 56 su centoconcludano i propri studi vantandonel proprio bagaglio formativo un periodo di stage(in gran parte in azienda), conferma la collaborazione positiva tra il mondo universitario e il mondo del lavoro e delle professioni. Salerno, con le giornate dedicate al Placement e con la recente Borsa per la Ricerca forSud, si è inserita appieno e con successo in questo percorso capace di coniugare formazione teorica e conoscenze pratiche.