In riferimento alle richieste di chiarimenti da parte di alcuni cittadini circa lo sgombero di un immobile comunale entro il 31/3 l’amministrazione precisa, per evitare strumentalizzazioni, che:
- Già nel 2016 l’immobile è stato dichiarato inagibile (relazione nota prot. 1324/2016) per l’urgenza di interventi di messa a norma della dotazione impiantistica e di risanamento sanitario, che ha preceduto una prima ordinanza di sgombero del 6/5/2016, mai eseguita.
- Non si tratta quindi di uno sgombero per finita locazione, che non si intende rinnovare per propria volontà: l’ufficio tecnico, nell’ambito di una più ampia ricognizione del patrimonio immobiliare, ha rilevato che già nel 2016 c’era stata un’ordinanza di rilascio del suddetto immobile, constatata la volontà del conduttore di non procedere al rinnovo del contratto di locazione, scaduto nel 2015 (come si evince dalle due proposte di rinnovo, una con nota prot. 3289/2015 e l’altra con nota prot. 753/2016, mai riscontrata). Da quella data ad oggi, quindi, l’immobile risulta essere occupato senza alcun titolo.
- Risulta, inoltre, in atto dal 2007 un contenzioso tra Conservatorio di S. Rosalia e Comune di Atrani per presunti abusi riguardanti l’immobile sottostante quello in oggetto. Varie CTU del Tribunale di Salerno hanno accertato che il comune di Atrani, a metà degli anni Novanta, ha realizzato un appartamento utilizzando una stanza a cui si accedeva dall’immobile oggetto di sgombero tramite una scala interna, poi murata, e un ulteriore locale rinvenuto nel corso dei lavori, rendendolo comunicante con quello di sua proprietà ed annettendolo successivamente al patrimonio immobiliare comunale; proprio questo locale è l’oggetto del contenzioso, arrivato quasi agli sgoccioli. In base all’ultima CTU, protocollata dopo ulteriori perizie proprio di recente, se il Comune dovesse essere condannato per questi abusi bisognerà procedere al ripristino dei luoghi accorpando nuovamente i due immobili. All’urgenza dei lavori di messa in sicurezza si andrebbero perciò a sommare anche quelli relativi alla vertenza in atto.
Si tratta quindi di assolvere ad un obbligo d’ufficio, anche per la sicurezza e l’incolumità della persona che occupa l’immobile, e non di una volontà politica né dell’Amministrazione né dell’area tecnica le quali, nell’intera vicenda, non hanno margini di discrezionalità.