Calcio, Walter Sabatini all’Università Link: “Molte società fanno mercato solo con gli algoritmi”.

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Un intermediario di sentimenti, capace di fare gruppo anche quando prevalgono invidie e delusioni. Walter Sabatini è salito in cattedra all’Università degli Studi definendo così il ruolo di direttore sportivo, fuori dal cliché del professionista a cui è richiesto solo il fiuto nel riuscire a scovare nuovi talenti. Lo ha fatto di fronte a una platea di studenti, incalzato dalle domande di Alberto Rimedio, voce da anni delle telecronache della nazionale. “Sono molto invidioso del lavoro che ha fatto Cristiano Giuntoli al Napoli”, ha confessato Sabatini. “Ha costruito una squadra eccezionale, in mano al migliore allenatore con cui io abbia mai lavorato. Ha fatto quello che avrei voluto fare io. L’invidia e la competitività, del resto, sono requisiti utili per questo mestiere. Voler essere più bravo degli altri consente di compiere quell’accelerazione che porta al risultato”.

Introdotto da Marco Filoni, coordinatore del corso di laurea magistrale in Studi strategici e scienze diplomatiche alla Link, il più iconico dei direttori sportivi italiani ha parlato anche di intelligenza artificiale applicata al calcio: “Gli algoritmi ormai fanno parte degli strumenti utilizzati dai direttori sportivi. Ci sono società che impongono l’acquisto di calciatori che nessuno ha mai visto solo in base ai numeri. La tecnologia però non può dare un giudizio pieno sulla qualità dei movimenti e dei colpi e non è in grado di valutare il carattere. E un giocatore senza carattere non è un giocatore”.

L’incontro si inserisce in un contesto in cui lo sport è centrale. Nell’offerta formativa della Link sono presenti, infatti, il corso laurea triennale in International Business Administration (Economia Aziendale Internazionale) e magistrale in Business Management (Gestione Aziendale) – Curriculum Management e politiche dello sport, il corso di laurea magistrale in Giurisprudenza indirizzo Sport e il master di primo livello in Diritto e Management dello Sport.

Alle numerose domande arrivate dalla platea, Sabatini ha risposto con la consueta franchezza. “Una delle imprese alla quale tengo di più è la salvezza della Salernitana lo scorso anno, che quasi tutti ritenevano impossibile”. Nel cuore del Ds per eccellenza, però, c’è una sola squadra. “Io sono romanista, e lo sarò sempre. So che non è mia competenza, ma posso dire che non avrei mai lasciato partire Zaniolo così. Lo considero forte e non lo avrei perso”.