Nuovo appuntamento per Cantina&Cultura, il format voluto da Cantina Verace (via Antonio Maria De Luca 4, Salerno) per unire cultura ed eccellenze enogastronomiche del territorio. Cantina Verace, come suggerisce il nome stesso, nasce dal binomio tra due differenti mondi: quello elegante e raffinato dei vini – con una cantina che offre una selezione di oltre 150 etichette – e quello genuino e “verace” della cucina popolare salernitana, curata e rivisitata dallo chef Roberto Accarino proveniente dall’Accademia Niko Romito.
Mercoledì 22 marzo, alle 19, doppio reading tra teatro e poesia a cura di ALFONSO TRAMONTANO GUERRITORE e di DAVIDE SPERANZA. Il primo sarà protagonista di “Comandamento# – Partitura per parole e percussioni”: da una storia mai accaduta nel buio delle notti d’estate, il racconto di un canto di amore dolceamaro. Il secondo, invece, regalerà agli ospiti della Cantina un suo inedito in dialogo con una lettura di Moby Dick.
Il mese di marzo si chiude, mercoledì 29 alle 19, con la presentazione del libro di CARMINE PINTO, “Il brigante e il generale” (Laterza) in dialogo con lo scrittore e psichiatra Corrado De Rosa. Subito dopo l’Unità l’Italia si trovò a combattere una vera e propria guerra civile, quella per il Mezzogiorno. Una guerra che ebbe tra i protagonisti un brigante e un generale, Carmine Crocco e Emilio Pallavicini di Priola. Uno spavaldo erede del mondo feudale contro un baldanzoso aristocratico di spada, l’ultimo esercito dell’antico regime contro il primo esercito nazionale. Una storia che ancora oggi suscita emozioni e divide. Sulle rive dell’Ofanto, nel Mezzogiorno italiano, un secolo e mezzo fa si svolse una grande sfida. Da una parte c’era il brigante, Carmine Crocco. Pastore, militare, bandito di professione, divenne il capobanda più famoso nelle campagne meridionali dopo il 1860. Alla guida del brigantaggio filoborbonico, sperimentò forme di guerriglia che avranno fortuna nel XX secolo, anticipandone gli aspetti politici e una organizzazione criminale su larga scala. Dall’altra parte, il generale, Emilio Pallavicini di Priola, aristocratico sabaudo, militare esperto in operazioni speciali e al comando di reparti schierati nella campagna contro il brigantaggio. L’ufficiale era parte dell’antica aristocrazia di spada e interpretò la conclusione di un processo secolare, in cui i ruoli militari passavano definitivamente ai professionisti della guerra. Nel primo decennio dell’Italia unita furono questi due uomini, lontanissimi per origine e formazione, i protagonisti più conosciuti della guerra per il Mezzogiorno. Carmine Pinto racconta le loro ‘vite parallele’ e, attraverso queste, gli episodi, i luoghi, le battaglie e le leggende, la guerra tra il primo esercito nazionale e l’ultimo dell’antico regime, fino allo scontro finale e al sorprendente epilogo delle loro esistenze.
Ingresso libro con prenotazione obbligatoria allo 089965161.