Scuola ”Giacomo Costa” di Salerno, una scuola a misura di bambino, modello Senza Zaino e metodo Montessori.

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Una buona scuola deve aiutare a creare un senso di comunità, dentro e fuori le aule, a coltivare un’idea dello stare insieme rispetto alla deriva super individualista degli ultimi decenni, deve essere accogliente, ospitale, vivibile, deve educare alla responsabilità coniugata alla libertà.”

Questo  è ciò  che i maestri  e il dirigente  di una scuola davvero sperimentale e speciale, pubblica e  unica in città  a Salerno, immersa nel verde del parco Pinocchio,  ha  nelle sue finalità pedagogiche, didattiche  sociali e soprattutto umane.

In seguito alla sperimentazione di due sezioni di scuola d’infanzia, dove già da  un decennio si applica il metodo “Montessori”, con maestre specializzate presso l’Opera Nazionale Montessori di Roma,  tutte le altre sezioni e le classi dalla prima alla  quinta della Primaria adottano il modello “Senza Zaino”.

La  “Scuola Senza Zaino”è un  modello di Scuola Europea  che vede impegnati i docenti in una  formazione continua di  ricerca-azione.
In questa scuola,  dove regna la  serenità di bambini, maestri e personale tutto,  lo zaino non è un peso, ma solo il contenitore  di  esperienze di apprendimento motivazionali, etiche, sociali  relazionali, di valori essenziali in una  comunità, responsabile  e ospitale.

Qui le differenze   sono un valore e  sono rese importanti in ogni momento dell’azione didattica,  educativa, sociale.

Ogni bambino ha i suoi tempi di apprendimento rispettati dai docenti e dai compagni,  in un autoaiuto costante,  dove i più grandi, o coloro che hanno già acquisito competenze  e abilità, aiutano i più piccoli aprogredire  nelle sezioni d’infanzia miste e nella primaria, in un continuo dialogo a  classi aperte.

Non troverete entrando nelle aule i banchi sistemati in modo frontale  alla Lim, o alla lavagna , né una cattedra, ma solo  angoli ricchi di  materiali strutturati o  creati da tutti i suoi  protagonisti, finalizzati  ad un apprendimento  esperenziale  e  diversificato. I tavoli da lavoro sono “isole”, dove i bambini sono organizzati in gruppi di lavoro e di studio con incarichi e responsabilità a turno,  che  li rendono autonomi  in ogni azione. Tutto però è preventivamente preparato in  programmazioni  continuamente rivisitate e aggiornate, nelle quali i bambini  si inseriscono  con le loro scelte delle varie  attività condivise con i docenti.

Tutto è a misura di bambino, lavandini, oggetti di  uso domestico, colori, pennelli,  libri, materiali  variegati e  creativi.

Ognuno ha la sua libertà di azione ma in un rispetto automatico di turni e lavoro cooperativo.

  • Quali sono le tre parole che i bambini  di  quinta si porterannonello zaino che non c’è,passandoalla secondaria di primo grado ?

Hanno così rispostoin coro alla domanda di una docente : –

“ Amicizia, curiosità e amore”.

L’augurio è  che scuole così  fioriscano ovunque e non solo    in poche e rare  realtà locali e nazionali come un quadrifoglio della fortuna, ma come margherite da campo in una primavera della rinascita,affinchè le sperimentazioni della dimenticata Autonomia Scolastica, possano rigenerare e  diventare buone prassi ovunque. La prova è  che  questa scuola,  immersa nel verde del Parco Pinocchio esiste e  ha una  lunga lista d’attesa    di  genitori,  che vorrebbero iscrivere lìi propri figli,  e  che  aspettano fiduciosi.

Perché? Perché la cultura, la scuola, l’istruzione pubblica   motivante è un investimento umano e sociale.

Qualche Ministro  di turno,  che vuole  riformare una scuola che di fatto già esiste,  dovrebbe  pensarci e  riformare  diffondendo esperienze  come questa della  scuola nel parco  in città, o di quelle  scuole di campagna e delle isole  che vivono  molto all’aperto, fuori le mura. E poi, sempre un Ministro  di scuola e che  considera il merito, dovrebbe preoccuparsi di  formare  adeguatamente  e seriamente  i docenti, investendo sulle loro competenze  e non sulla burocratizzazione di un sistema obsoleto nonostante una tecnologia spesso  anche superflua.

Questi bambini , qui alla G. Costa , a Salerno,  stanno scrivendo storie per immagini disegnate e dipinte, libri  ricchi di insegnamenti per un mondo adulto spesso distratto,  ma che vorrebbe vederli  volare alto  come le aquile e non nono solo a bassa quota come  piccioni o  pulcini in gabbia.

Questa scuola, come  tante altre in Campania e in Italia  lavora così   e i risultanti sono eccezionali, indipendentemente dall’appartenenza di ceto sociale o di  anagrafe, laddove  anche l’errore è un valore per  andare oltre, per migliorare, per fare meglio senza premi né punizioni, nella consapevolezza di essere  quello zaino che non pesa  sulle spalle,  ma che riempie la vita ogni giorno di più di umanità  reale, solidale e  come  direbbe Maria Montessori “irenica”, di pace.

Gilda Ricci