Gli errori che continuano a ripetersi danno chiaramente la misura di una Salernitana costruita male. Certo, Davide Nicola ci ha messo del suo perché dal punto di vista atletico la squadra è in grande difficoltà da almeno due mesi e non ha un’identità di formazione e di gioco. Però gli errori commessi sul mercato, soprattutto in estate, sono evidenti. Prima di tutto la batteria degli esterni difensivi, che conta solo tre elementi: Mazzocchi, Sambia e Bradaric. Possibile che il direttore sportivo non abbia pensato, in estate o al mercato di riparazione, di prendere almeno un altro elemento a sinistra? Risultato: con la squalifica di Bradaric contro il Monza, in una partita da non sbagliare assolutamente, la Salernitana dovrà adattare qualcuno non di ruolo in quella posizione. Fallimentare, almeno a giudicare dalle prestazioni, l’apporto delle giovani promesse su cui De Sanctis ha puntato per la difesa: Lovato, Pirola, Daniliuc e Bronn non hanno mai convinto. Tant’è vero che la società, pur avendo 7 centrali in rosa, è stata costretta a prendere anche Troost Ekong, ora infortunato, a gennaio. Ora, sia che si voglia giocare a 3 dietro e a 4 o 5 a centrocampo sia che si voglia puntare su un 4-4-2 mancano del tutto gli esterni, soprattutto sulla corsia mancina. Manca, a centrocampo, un giocatore che abbia il cambio di passo e che altre squadre in lotta per la salvezza invece hanno (il Lecce con Strefezza, il Verona con Lazovic, lo Spezia con Verde). L’attacco, poi, è fatalmente sulle spalle di Dia. Questo perché Bonazzoli ormai gioca costantemente sulla trequarti, Piatek viaggia a corrente alternata e Botheim e Valencia ogni volta che sono stati impiegati hanno deluso. In caso di salvezza, obiettivo molto difficile da conseguire per una squadra che prende in media 2 gol a partita, bisognerà giocoforza ragionare sulle scelte effettuate dal direttore sportivo.