E’ fuori discussione che la rottamazione fosse riferita non su criteri anagrafici o generazionali, ma su un criterio di “anzianità di servizio”, consumata nei palazzi del potere, senza incidere su nulla, “sanza ‘nfamia e sanza lodo”, vivendo di politica e di sottogoverno. Su un punto, però, dobbiamo essere chiari: la rottamazione, a mio avviso, ha delle sue motivazioni anche se riferita a questioni anagrafiche, perché la generazione dei nostri padri, quella per intenderci che ha determinato gli anni dell’assalto al cielo del ’68, e’ la stessa che, una volta arrivata al potere, si e’ subito adattata e ben ambientata nei salotti della “Milano da bere“, passando dalle bandiere vietnamite al doppiopetto, contraddistinguendo oltre un trentennio di potere, cambiando solo la loro esistenza e la propria posizione. Hanno provocato e causato pensioni baby, sprechi, mazzette, tangenti, urbanistica selvaggia, debito pubblico, assunzioni clientelari, baronie, speculazioni edilizie, lobby, opere inutili ed incompiute…insomma, la generazione che ha causato tutto questo, non può essere la stessa che risolve!