“Accettare il fatto che non possiamo controllare tutto. Ricordarsi che si tratta di uno stato emotivo passeggero e che si tornerà a stare meglio. Fare del proprio meglio, senza cercare la perfezione. Imparare ad autocalmarsi, per esempio con la respirazione o il rilassamento muscolare. Imparare a riconoscere quali sono gli stimoli che ci causano ansia. Limitare l’uso di alcol e caffeina. Mangiare in modo regolare e bilanciato. Fare esercizio fisico tutti giorni. Dormire di più: almeno 8 ore per notte. Fare attività di volontariato”. Sono questi i dieci consigli utili per difenderci dall’ansia, un disturbo che tutti noi abbiamo vissuto per vari motivi: a causa di uno stress, della rottura di un rapporto sentimentale, per la perdita di una persona cara, perché dovevamo affrontare un esame o un intervento. “ Oltre questo decalogo c’è solo la terapia con farmaci ansiolitici e la Psicoterapia cognitivo – comportamentale”, ha spiegato il professor Enrico Volpe, Neurologo, Professore Aggregato in congedo del Dipartimento di Salute Mentale e Fisica e Medicina preventiva dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli; Responsabile dell’ambulatorio di Neurologia del Plesso Ospedaliero Pineta Grande a Castelvolturno (CE) e del P.O. Santa Maria della Pietà a Casoria-NA. Il professor Volpe, autore di oltre duecento, pubblicazioni scientifiche , è stato il protagonista dell’incontro organizzato nella storica chiesa barocca di San Giorgio, curata dal Rettore Don Roberto Piemonte , Vicario Episcopale della Pastorale, organizzato dall’associazione “50&PIU’”, presieduta dal professor Giulio Rocco Castello, dalla professoressa Rosa Volpe, Responsabile del Comitato Donne della stessa associazione, in collaborazione con l’associazione Parco Storico Sichelgaita, presieduto dalla professoressa Clotilde Baccari Cioffi e con l’Associazione Stampa della Provincia di Salerno, presieduta dal dottor Nunziante De Maio.
Il professor Volpe ha spiegato che esiste un’ansia buona e una cattiva:” Quella buona è quella fisiologica: è un ‘ansia reattiva che tutti viviamo, costruttiva ,che ci consente di potenziare le nostre capacità e risolvere i problemi. Poi abbiamo l’ansia cattiva, patologica, o nevrosi d’ansia che è la più complicata sia per quanto riguarda la causa che la può determinare, sia per l’eventuale terapia. Un’ansia che prolungandosi nel tempo produce dei sintomi e quadri sindromici particolari: coliti, gastriti, sono spesso legate a un’ansia cronica. Tra i disturbi psichiatrici prevalenti l’ansia patologica è al primo posto”. Il professor Volpe ha spiegato la definizione del termine ansia:” E’ uno stato di allarme reattivo legato all’anticipazione di un evento che modifica l’omeostasi psichica che viene descritta come una sensazione di tensione psicofisica, di preoccupazione, di inquietudine che talvolta sconfina nella paura. Vi sono fattori genetici e familiari, fattori biologici, e fattori inconsci: alcuni studi genetici hanno rilavato che circa il 50% dei soggetti con disturbi d’ansia ha almeno un familiare affetto da una patologia analoga “. Il professor Volpe ha parlato anche dell’ansia da prestazione o da performance, degli attacchi di panico, del disturbo postraumatico da stress , di disturbo bipolare e dei disturbi di ansia sociale:” E’ la paura persistente, intensa e cronica di essere osservati e giudicati dagli altri e di essere imbarazzati o umiliati a causa delle loro azioni: questa paura può essere grave ed interferire con il lavoro, la scuola, o con le attività quotidiane”. Il professor Volpe ha confermato che in questo periodo l’ansia è sempre più diffusa, soprattutto tra i giovani, determinata da tutto ciò che stiamo vivendo: pandemia, guerra:” Il Covid è stato uno degli stress più importanti di questo periodo. Ci sono state anche conseguenze neurologiche, fisiche e psicologiche. Anche la guerra sta creando delle nevrosi ansiose”. (Foto di Massimo Zega).
Aniello Palumbo.