Il professor Volpe ha spiegato che esiste un’ansia buona e una cattiva:” Quella buona è quella fisiologica: è un ‘ansia reattiva che tutti viviamo, costruttiva ,che ci consente di potenziare le nostre capacità e risolvere i problemi. Poi abbiamo l’ansia cattiva, patologica, o nevrosi d’ansia che è la più complicata sia per quanto riguarda la causa che la può determinare, sia per l’eventuale terapia. Un’ansia che prolungandosi nel tempo produce dei sintomi e quadri sindromici particolari: coliti, gastriti, sono spesso legate a un’ansia cronica. Tra i disturbi psichiatrici prevalenti l’ansia patologica è al primo posto”. Il professor Volpe ha spiegato la definizione del termine ansia:” E’ uno stato di allarme reattivo legato all’anticipazione di un evento che modifica l’omeostasi psichica che viene descritta come una sensazione di tensione psicofisica, di preoccupazione, di inquietudine che talvolta sconfina nella paura. Vi sono fattori genetici e familiari, fattori biologici, e fattori inconsci: alcuni studi genetici hanno rilavato che circa il 50% dei soggetti con disturbi d’ansia ha almeno un familiare affetto da una patologia analoga “. Il professor Volpe ha parlato anche dell’ansia da prestazione o da performance, degli attacchi di panico, del disturbo postraumatico da stress , di disturbo bipolare e dei disturbi di ansia sociale:” E’ la paura persistente, intensa e cronica di essere osservati e giudicati dagli altri e di essere imbarazzati o umiliati a causa delle loro azioni: questa paura può essere grave ed interferire con il lavoro, la scuola, o con le attività quotidiane”. Il professor Volpe ha confermato che in questo periodo l’ansia è sempre più diffusa, soprattutto tra i giovani, determinata da tutto ciò che stiamo vivendo: pandemia, guerra:” Il Covid è stato uno degli stress più importanti di questo periodo. Ci sono state anche conseguenze neurologiche, fisiche e psicologiche. Anche la guerra sta creando delle nevrosi ansiose”. (Foto di Massimo Zega).
Aniello Palumbo.