Quali sono le nuove professioni richieste dalla rivoluzione digitale? A spiegarlo è stato il dottor Umberto Caccioppoli, CEO presso la “Fides Consulting”, segretario del “Rotary Club Salerno Est”, presieduto dal professor Rodolfo Vitolo, durante la tavola rotariana a lui dedicata, organizzata presso l’Hotel Mediterranea di Salerno. “Sono migliaia le figure professionali che non esistono e che sono richieste nel settore digitale che si sta allargando a vari settori produttivi, come quello della finanza, dei trasporti e delle banche. Queste figure vanno create, più che formate. E’ necessario costruire questi profili professionali, cercare nuovi talenti. Servono: Cloud Architect, Art Director, Grafici, Web Architect, Project Manager Officer. A breve serviranno migliaia di figure da impiegare nel campo della creazione di siti, della conservazione dei dati informatici e della sicurezza informatica, nei progetti delle multinazionali del settore della digitalizzazione che operano anche in Campania che è un eccellenza nazionale in questo campo”.Caccioppoli ha spiegato che queste figure professionali dovranno essere gestite con contratti di lavoro diversi:” Che tengano conto del merito, degli obiettivi raggiunti, non delle ore di lavoro impiegate. C’è il problema di inquadrare le nuove figure professionali nell’attuale sistema contrattuale del mercato del lavoro: ancora oggi gli addetti ai lavori devono rispondere ai dettami del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dei metalmeccanici e del commercio. I contratti vanno cambiati”. Il dottor Caccioppoli, dopo un breve excursus sulle figure professionali coinvolte nell’informatizzazione dello stato e delle imprese, a partire dagli anni ’70 e fino agi anni ’90, ha spiegato che alla fine degli anni ’90, con l’avvento del web, c’è stata una vera rivoluzione: “C’è stata una prolificazione di tecnologie, di linguaggi, di strumenti, di hardware e quindi di figure professionali addette, anche se, dagli anni ’90 e fino al 2015, il cambiamento è stato lento. Solo con l’arrivo del web 2.0, nel 2015, c’è stato il vero boom del cambiamento: tutti abbiamo avuto la possibilità di interagire, su internet, con il sistema. Tutti compriamo tutto su internet. C’è stata un’esplosione di linguaggi e tecnologie: una vera rivoluzione digitale. C’è stato bisogno quindi di nuove figure professionali. Questa rivoluzione digitale comprendeva cinque paradigmi: la realtà aumentata, la realtà virtuale, l’intelligenza artificiale , l’internet delle cose e il mondo del cloud. Siamo immersi in un mondo virtuale : stiamo entrando sempre più nel mondo parallelo del metaverso ”. Caccioppoli ha spiegato che solo grazie al Covid c’è stata una velocizzazione di approccio alle nuove tecnologie:” Si è in pratica sbloccato il mondo: lo Smart Working ha consentito di lavorare da casa; la DAD di studiare a distanza. Il PNRR ha contribuito a velocizzare ulteriormente il passaggio al digitale. Grazie poi all’ Industry 4.0 ci sono state delle grandi agevolazioni alle imprese che investono nell’innovazione e nella trasformazione digitale”. Purtroppo, nonostante questa rivoluzione digitale, mancano le figure professionali che servono in questo settore :” Il mercato del lavoro richiede determinate competenze professionali che la scuola e l’università non producono. Queste competenze vengono apprese dai giovani solo grazie alle esperienze lavorative nelle aziende”. Caccioppoli ha anche parlato degli ITS, gli Istituti Tecnici Specializzati:” In Italia sono stati un fallimento: in Germania ci sono 800mila ITS mentre in Italia ce ne sono solo 20mila, di cui 18mila tra Lombardia e Veneto. Attualmente le imprese stanno andando nelle scuole per organizzare la formazione attraverso i progetti di alternanza scuola – lavoro che però devono essere cambiati”. Secondo il dottore Caccioppoli il settore manufatturiero, seppure importante, non è più trainante come prima per l’economia italiana:” Il settore dell’innovation service: che comprende il digitale, le telecomunicazioni, la logistica, l’ingegneria, i trasporti, ha superato di gran lunga, come numero d’imprese iscritte al sistema confindustriale e come numero di addetti, il settore manufatturiero e metalmeccanico”. Il presidente Rodolfo Vitolo, Ordinario di Diritto Commerciale presso il Dipartimento di Scienze Aziendali – Management & Innovation Systems (DISA-MIS) dell’Università degli Studi di Salerno, ha spiegato che:” La nostra Università sta stringendo convenzioni con il sistema globale i cui effetti avranno un riverbero sulla nostra economia a livelli inimmaginabili. Arriveranno da noi aziende di grandissimo spessore nel campo dell’innovazione tecnologica che contribuiranno a far crescere il nostro Ateneo e il nostro territorio”.
Aniello Palumbo