Giornate Fai d’Autunno, tutti gli appuntamenti in Campania sabato 15 e domenica 16.

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Sabato 15 e domenica 16 ottobre 2022 tornano, per l’undicesima edizione, le Giornate FAI d’Autunno, il grande evento di piazza che il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS dedica ogni anno, d’autunno, al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, animato e promosso dai Gruppi FAI Giovani, con la partecipazione di tutte le Delegazioni, i Gruppi FAI e i Gruppi FAI Ponte tra culture diffusi e attivi in tutta Italia.

I Delegati e Volontari della Fondazione, come ogni anno, metteranno a disposizione energia, creatività ed entusiasmo per svelare agli italiani la ricchezza e la varietà del patrimonio di storia, arte e natura che è in ogni angolo di questo Paese, sorprendente e inaspettato, e che non consiste solo nei grandi monumenti o nei musei, ma anche in edifici e paesaggi inediti e sconosciuti, luoghi speciali che custodiscono e testimoniano piccole e grandi storie, culture e tradizioni, che sono a pieno titolo “il nostro patrimonio”, e che perciò tutti siamo chiamati a curare e a proteggere per le generazioni presenti e future, com’è nella missione del FAI, cominciando innanzitutto a conoscerli, per scoprirne il valore.

Sono oltre 700 le proposte in 350 città d’Italia, in tutte le regioni: meraviglie da scoprire, nascoste in luoghi poco conosciuti e solitamente inaccessibili, che raccontano storia e natura dell’Italia, spaziando dall’archeologia all’architettura, dall’arte all’artigianato, dalla tradizione alla memoria, dall’antico al moderno, dalla città alla campagna. Dai palazzi delle istituzioni alle architetture civili – ospedali, carceri, scuole e università, e perfino porti – da chiese e conventi a dimore private, ville e castelli, da siti archeologici a moderni centri di ricerca, dai borghi immersi nella natura a parchi, giardini e orti in città, dai villaggi operai ai laboratori artigianali e alle industrie del made in Italy: tutto questo, e molto altro, è il patrimonio culturale dell’Italia che il FAI svela al pubblico in due giorni di festa, di divertimento, ma anche di apprendimento e sensibilizzazione.

Ai partecipanti verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, che andrà a sostegno della missione e dell’attività del FAI (l’elenco dei luoghi aperti e le modalità di partecipazione all’evento sono consultabili sul sito www.giornatefai.it). Chi lo vorrà, potrà sostenere ulteriormente il FAI con contributi di importo maggiore oppure con l’iscrizione annuale, sottoscrivibile online o in piazza in occasione dell’evento (box sotto per dettagli).

 

 

Le Giornate FAI d’Autunno si svolgono nell’ambito della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” che il FAI organizza nel mese di ottobre e si inquadrano nell’ambito delle iniziative di raccolta pubblica di fondi occasionale (Art 143, c 3, lett a), DPR 917/86 e art 2, c 2, D Lgs 460/97). A coloro che decideranno di partecipare verrà suggerito un contributo non obbligatorio a partire da 3 euro, utile a sostenere la missione di cura e tutela del patrimonio culturale italiano della Fondazione. Sarà possibile inoltre sostenere la Fondazione con l’iscrizione annuale, online o in piazza in occasione dell’evento, un gesto concreto in difesa del patrimonio d’arte e natura italiano. Gli iscritti al FAI o chi si iscriverà in occasione dell’evento potranno beneficiare dell’accesso prioritario in tutte le aperture e di aperture e visite straordinarie in molte città e altre agevolazioni e iniziative speciali.

Per l’elenco completo dei luoghi visitabili e le modalità di partecipazione consultare il sito www.giornatefai.it.

 

 

Con le Giornate FAI d’Autunno 2022 si avvia la collaborazione tra FAI e ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani nell’ambito di un Accordo recentemente firmato, volto a sviluppare e diffondere buone pratiche e a sensibilizzare i Comuni Italiani sulla salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico italiano.

 

Tra le aperture e gli itinerari più interessanti proposti in CAMPANIA:

 

 

NAPOLI

Complesso monastico Suor Orsola Benincasa

L’Università Suor Orsola Benincasa si trova in corso Vittorio Emanuele, sotto la collina di Sant’Elmo. L’istituto, oltre ad ospitare l’ateneo universitario, possiede un ricchissimo patrimonio storico e artistico che si è andato a stratificare nel corso di tre secoli di storia. Il complesso, edificato a partire dal XVI secolo, nacque per volere della venerabile Suor Orsola Benincasa al fine di ospitare le sue oblate, una congregazione laicale sottoposta all’ordine monastico maschile dei Teatini. Il complesso riuscì a sfuggire alle leggi di incameramento statale dei beni degli ordini religiosi. Il 10 luglio 1864 venne inaugurata una scuola gratuita femminile che contava 32 allieve; in pochi anni diventarono circa 500. Il complesso, articolato nella disposizione degli edifici a causa della morfologia della zona collinare in cui è situato, si estende su un’area di 33.000 metri quadrati e comprende sette corpi di fabbrica. L’apertura per le Giornate d’Autunno 2022 prevede un percorso di visita che avrà come tappe principali: la Chiesa Vecchia dell’Immacolata, fondata da Suor Orsola Benincasa nel 1580 e rimaneggiata nel Settecento; la Chiesa Nuova dell’Immacolata, chiamata Sala degli Angeli, ora sconsacrata e usata come sala conferenze; il Museo Storico Universitario nel quale sono conservate opere e arredi che adornavano gli ambienti del monastero.

Chiesa della Compagnia della Disciplina della Santa Croce

Durante le Giornate d’Autunno 2022 si potrà visitare, per la prima volta dopo gli ultimi restauri, la Chiesa della Compagnia della Disciplina della Santa Croce, nel rione Forcella, edificata nel 1420 e sede dell’omonima arciconfraternita laicale, una delle più antiche e prestigiose istituzioni religiose della città. Chiusa al culto nel 1485 per ordine del re Ferrante I di Napoli – in seguito al coinvolgimento di molti nobili appartenenti alla Compagnia nella Congiura del Baroni – e riaperta nel 1551, tra il XVII e il XVIII secolo l’edificio fu soggetto a una serie di restauri che si sono protratti fino al 1930. Oltre la facciata recentemente restaurata, si apre un ambiente rettangolare caratterizzato da un meraviglioso pavimento maiolicato risalente al XVIII secolo, opera del riggiolaro Giuseppe Massa. L’oratorio è caratterizzato da stalli lignei seicenteschi che percorrono il perimetro dell’aula.

Villa Rosebery – ingressi esauriti

Villa Rosebery, sulla collina di Posillipo a Napoli, luogo di pace e tranquillità, come indica lo stesso termine greco Pausylipon che si può tradurre “che libera dagli affanni”. Risalente all’inizio dell’800, ha avuto numerosi proprietari tra i quali Luigi di Borbone, fratello di re Ferdinando II. Nel 1897 fu acquisita dallo statista inglese Archibald Philip Primrose, conte di Rosebery. Ceduta successivamente allo Stato italiano, la proprietà fu messa a disposizione dei principi di Piemonte. Re Vittorio Emanuele III vi risiedette per due anni fino al 1946 quando, dopo l’abdicazione, si recò in esilio ad Alessandria d’Egitto partendo dal porticciolo della villa. Dal 1957 Villa Rosebery entra a far parte della dotazione della Presidenza della Repubblica che ha provveduto ai restauri conservativi dei luoghi. Il percorso di visita si snoda attraverso il parco, che unisce le caratteristiche della flora mediterranea alla naturalezza di un giardino inglese e dove si possono ammirare anche un tempietto neoclassico e scorci suggestivi. Si può visitare la Palazzina Borbonica, all’interno della quale sono esposti documenti ed immagini storiche. Proseguendo attraverso il parco si giunge fino alla Darsena per concludere con la visita della Grande Foresteria.

 

SORRENTO (NA)

Parco dei Principi, Design Hotel by Gio Ponti

Visite su prenotazione

Situato in una splendida posizione in cima al costone tufaceo che si affaccia sul Golfo di Napoli, circondato da un parco di 27.000 metri quadrati, il Design Hotel Parco dei Principi è uno dei gioielli più prestigiosi della penisola sorrentina. Grazie alla sua esposizione privilegiata, le terrazze offrono una vista unica sul Vesuvio che rimarrà impressa nella memoria del visitatore. Il terreno in cui si trova l’hotel appartenne all’Ordine dei Gesuiti fino al XVIII secolo, quando il re di Napoli, Ferdinando IV di Borbone, acquisì la proprietà e ne donò una parte al cugino Paolo Leopoldo di Borbone, conte di Siracusa. Nel 1792 il conte fece costruire la villa Poggio Siracusa, i cui sontuosi ambienti ospitarono dame, baroni e personaggi illustri, che vi si recavano per prendere parte a feste, balli, battute di caccia, incontri culturali, giochi d’azzardo, amoretti e giochi di potere. La tragica scomparsa dell’amata del conte diede inizio a un periodo di declino che durò fino al 1885 quando la famiglia Cortchacow acquistò l’area. La villa ritornò ai suoi antichi fasti divenendo teatro di storie, passioni e celebri ricevimenti. I nuovi proprietari avviarono la suggestiva realizzazione di una dacia in stile gotico-inglese da destinare ad una futura visita dell’illustre cugino: lo zar di Russia Nicola II. L’hotel sorge proprio sui resti della dacia. L’ingegnere napoletano Roberto Fernandes acquistò il terreno nel 1959 ed incaricò l’architetto Gio Ponti di trasformare quel luogo in un albergo. L’Hotel Parco dei Principi fu inaugurato l’11 aprile 1962. Durante le Giornate d’Autunno 2022 si visiterà il parco botanico dove, insieme alle piante tipiche della macchia mediterranea, si potrà ammirare una grande varietà di specie esotiche, come un cedro del libano secolare o alcuni esemplari di ginkgo biloba, per poi accedere all’interno del Design Hotel Parco dei Principi, negli gli ambienti più rappresentativi, normalmente accessibili solo agli ospiti.

 

CASTELLAMMARE DI STABIA (NA)

Villa San Marco

Situata sul crinale del Verano, che offre una bellissima veduta sul golfo di Castellammare, Villa San Marco – poco nota ai visitatori rispetto ai siti vicini di Ercolano e Pompei – è una perla del territorio stabiese: un’immensa villa, costituita da numerosi ambienti ben scanditi, due grandi colonnati con altorilievi e affreschi, fontane e piscina, statue e ricche decorazioni parietali, che testimoniano lo sviluppo dell’arte pittorica pompeiana. La grande particolarità è la presenza di terme private a riprova della ricchezza del proprietario, probabilmente un liberto o un membro della famiglia dei Vettii. Denominata Villa San Marco dal nome di una cappella che sorgeva nelle vicinanze nel Settecento, la struttura rientra nelle ville d’ozio, residenze di lusso che abbellivano il golfo. Sepolta dall’eruzione del 79 d.C. e giunta in uno straordinario stato di conservazione, la villa si è ampliata nel corso del tempo – come testimoniano i ritrovamenti archeologici emersi dagli scavi iniziati negli anni ’60 – seguendo armoniosamente il pendio su cui poggia. I numerosi reperti sono oggi conservati al MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli – e al Museo Libero d’Orsi di Quisisana.

 

POZZUOLI (NA)

Anfiteatro Flavio

L’Anfiteatro Flavio, di pianta ellittica che misura 149 x 116 metri e con la cavea divisa in tre livelli di gradinate capaci di contenere fino a 40.000 spettatori, è la terza arena del mondo romano per dimensioni dopo quelle di Roma e Capua. Pozzuoli fu l’unica città dell’Italia antica, ad eccezione di Roma, ad avere due anfiteatri, e ciò conferma che la città era considerata strategica sia per l’aspetto commerciale sia per l’elevato numero di cittadini. L’Anfiteatro Minore, scoperto a inizio ‘900, è stato sventrato in occasione dei lavori di costruzione della linea ferroviaria Napoli – Roma; l’Anfiteatro Flavio, invece, fu costruito perché il primo non possedeva i sotterranei e tutti gli accorgimenti necessari per celebrare i grandi spettacoli che si addicevano a una metropoli come Puteoli. L’anfiteatro è detto Flavio perché si ipotizza che la sua costruzione sia avvenuta sotto l’imperatore Vespasiano (69 – 79 d.C.) e ciò sarebbe confermato dalla presenza di un’iscrizione apposta su ciascuno degli ingressi principali: Colonia Flavia Augusta Puteolana Pecunia Sua. Secondo la tradizione fu teatro della tentata esecuzione di San Gennaro nel 305, quando il santo fu miracolosamente risparmiato dalle belve per essere successivamente decapitato presso la Solfatara. Dal II secolo d.C. l’anfiteatro è progressivamente abbandonato a causa della diffusione del cristianesimo, religione contraria al tipo di spettacoli che si svolgevano all’interno dell’arena. Da quel momento non si hanno notizie certe riguardo alla destinazione dell’anfiteatro fino al XVII secolo, quando l’arena sarà coperta da un vigneto e su parte della cavea sarà costruita una casa che in seguito è stata smantellata. Il fulcro della visita durante le Giornate d’Autunno 2022 sarà costituito dai sotterranei, posti a circa 7 metri di profondità, gli unici a essersi conservati così bene. Macchine, carrucole e ascensori trasportavano persone e animali dai sotterranei all’arena e viceversa. Lucernai calpestabili coperti con grate di ferro fornivano tutta la luce necessaria a effettuare le operazioni. Raggiungibili da due potenti rampe che si aprivano lungo l’asse est-ovest dell’anfiteatro, dotate di grandi cancelli, risultano estremamente interessanti anche perché conservano l’ingegnoso meccanismo deputato al sollevamento delle gabbie con le fiere. Organizzati lungo l’asse della fossa centrale e di un corridoio orientato nord-sud, essi erano serviti anche da un corridoio anulare, lungo il quale si aprivano, su due file, piccole celle. Sul corridoio anulare veniva montato un assito appoggiato su mensole di pietra ancora visibili sulla sommità delle pareti; le gabbie delle fiere venivano fatte scivolare su questo tavolato e, con un sistema di carrucole, sollevate sul piano dell’arena attraverso le botole, spingendole fuori dalle gabbie, pronte a combattere con i gladiatori. Lungo il porticato esterno è possibile ammirare frammenti di stele votive e cippi funerari, sculture ed elementi architettonici in marmo pertinenti all’edificio o provenienti da scavi condotti nell’area flegrea, che costituiscono il Lapidarium dell’anfiteatro.

 

FISCIANO (SA)

Campus Universitario di Fisciano, una fucina per l’arte contemporanea

L’Università degli Studi di Salerno, fondata nel 1968, ha sede a Fisciano e si estende su un’area di 1 200 000 metri quadrati. Dal 1991 il campus accoglie nei suoi spazi opere d’arte contemporanea: un impegno cresciuto negli anni e iniziato con la sistemazione di Mnemata di Pietro Lista, un assemblaggio in bronzo di dodici elementi che conserva la memoria dei luoghi contadini dove è sorto l’ateneo salernitano. L’acquisizione di nuove opere di arte pubblica si è incrementata negli anni e ha individuato una linea di sviluppo nel progetto Art on Campus. Overall, in situ e in progress, di cui Maria Passaro, docente di Storia dell’Arte contemporanea del Dipartimento di Scienze del Patrimonio culturale è la curatrice. Il progetto coinvolgerà artisti italiani e stranieri per ridisegnare il paesaggio culturale del campus con le loro opere, favorendo la creazione di un parco dell’arte dove la comunità dei fruitori assume un ruolo partecipativo e propositivo. In occasione delle Giornate d’Autunno 2022, la prima opera che si osserverà sarà Orizzonte Due, un’opera monumentale dell’artista greco Costas Varotsos, realizzata per l’Expo di Milano 2015 all’interno del progetto itinerante L’Albero della Cuccagna. Nutrimenti dell’arte, curato da Achille Bonito Oliva. Successivamente i visitatori potranno scoprire Ombre (2018) dello scultore irpino Lucio Perone: un’enorme matita rossa appuntita e inclinata, situata al centro del campus, che funge da meridiana per scandire il tempo della vita universitaria. Infine, il pubblico godrà del Chiostro della Pace, tra gli edifici del Rettorato e dell’Aula Magna, ideato da Ettore Sottsass jr. e completato da quattro sculture di Enzo Cucchi. L’idea del chiostro rinvia ai luoghi dell’antico liceo peripatetico, dove lo studio e la riflessione si nutrivano anche di incontri e di pause, e suggerisce il valore della pace, del raccoglimento, dell’ospitalità e dell’amicizia. L’opera costituisce, nel suo insieme, un esempio notevole di valorizzazione artistica e ambientale del campus. Inaugurato il 22 maggio 2006, nel 2008 il Chiostro della Pace ha ricevuto il Premio PAALMA (Premio Artista+Architetto La Marrana Arteambientale) assegnato nell’ambito de La Triennale di Milano.

 

FRIGENTO (AV)

Il borgo

Le Giornate d’Autunno 2022 daranno la possibilità di scoprire i tesori custoditi nel borgo di Frigento, che si trova nella Valle dell’Ufita, a un’altitudine di 911 metri, in posizione dominante il territorio sottostante, che comprende la conca del Fredane, la Valle d’Ansanto e il bacino del Calore. L’origine del borgo è molto antica, essendo stati ritrovati resti dell’età paleolitica, come un osso fossilizzato umano riconducibile all’Homo Erectus e databile fra 350.000 e 130.000 anni fa. Frigento fu colonia romana; in epoca longobarda fu un punto strategico di difesa militare e appartenne al ducato di Benevento. Fu sede vescovile per volere di Papa Leone Magno, che nel 441 la investì di questo ruolo in segno di devozione verso San Marciano, patrono del paese. L’itinerario del FAI partirà da Palazzo De Leo, storica dimora signorile che oggi ospita il Museo Archeologico, e si snoderà nei luoghi più rappresentativi della storia del borgo: dalle poderose cisterne risalenti al I secolo a.C., che servivano a raccogliere l’acqua piovana, depurarla e distribuirla alla comunità frigentina e ai territori limitrofi, fino all’ex cattedrale di Santa Maria Assunta, con la sua antica cripta, risalente all’Alto Medioevo. Durante il percorso, si toccheranno anche punti panoramici più spettacolari del paese.

 

CASERTA

Real Vaccheria e Tempietto del SS. Sacramento

Visite dedicate agli iscritti FAI con possibilità di iscriversi in loco

La Real Vaccheria ed il Tempietto del SS. Sacramento, attualmente parte integrante della Scuola Agenti Polizia di Stato e normalmente non aperti al pubblico, saranno eccezionalmente visitabili durante le Giornate d’Autunno. La famiglia dei Borbone acquistò lo Stato di Caserta in una realtà piuttosto modesta sia dal punto di vista sociale che territoriale, dimensioni e densità edilizia; il salto di qualità della città nuova avverrà soltanto nella seconda metà del XVIII secolo, con la realizzazione della Reggia. La Vaccheria Reale risale al 1750, anno in cui i Borbone acquistarono il terreno dal Principe Michelangelo Gaetani di Sermoneta per realizzare una stalla per 136 vacche e una capretteria, con annessa lavorazione di formaggi e di sostanze che venivano utilizzate nella tessitura della seta. In merito alla progettazione del complesso, rimane indiscusso l’operato dell’architetto Luigi Vanvitelli. L’edificio, a pianta semicircolare, ha il fronte principale a due piani: in origine, il primo destinato a magazzini e lattiere, il secondo all’abitazione dei vaccari e ad altri impianti. La parte interna posteriore, dove erano situate le stalle, ha una forma ellittica e in avancorpo tra i due antichi ingressi vi era il caffeaus, progettato da Vanvitelli per il trattenimento della famiglia reale. L’intero complesso sarà modificato e adibito ad ospedale militare nel 1850. Il Tempietto del SS. Sacramento, situato nel cortile ed edificato quando la Real Vaccheria aveva cessato la sua attività, fu costruito come un tempio greco assemblando i blocchi di pietra senza l’utilizzo di leganti. La cupoletta, all’interno, è affrescata con una rappresentazione raffigurante la Incoronazione della SS. Vergine con coro di Angeli ed altri accessori del pittore Gennaro Maldarelli. Durante la visita sarà possibile ammirare anche alcuni cimeli della Polizia di Stato.

 

PIETRAROJA (BN)

Alla scoperta di Pietraroja e del fossile di Ciro

Durante le Giornate d’Autunno 2022 si potrà scoprire il borgo di Pietraroja. Tra le tappe di visita, la chiesa di Santa Maria Assunta, che risale alla fine del XVII secolo, dopo che il terremoto del 1688 rase al suolo il paese, inclusa la precedente chiesa tardo longobarda di San Paolo Extracastra. Di questa si conservano interessanti elementi sulla facciata dell’attuale chiesa, tra cui il portale d’ingresso, dell’XI secolo, l’elemento più pregevole dell’edificio. Sarà visitabile, inoltre, il PaleoLab, la struttura museale situata nei pressi del parco geopaleontologico di Pietraroja, al cui interno è possibile osservare una ricostruzione – arricchita da un percorso multimediale, modelli in scala e videoproiezioni – dell’Appennino meridionale del Matese, con la cima del Monte Mutria, che nell’Era Mesozoica (nel Cretaceo, in particolare) si presentava come un ambiente lagunare, caratterizzato da acque poco profonde e piccoli isolotti. Nel periodo geologico del Cretaceo gli animali che morivano in quest’area, prevalentemente a causa di gas tossici di natura batterica, subivano un processo di sedimentazione e pietrificazione, che ne ha permesso la conservazione fino a oggi: su tutti i rinvenimenti – cominciati già dalla fine del Settecento – oltre a diverse centinaia di uccelli, pesci e salamandre, si ricordano coccodrilli, uno squalo e il celeberrimo esemplare di Scypionix Samniticus, il piccolo dinosauro meglio noto come Ciro. Alla Prosciutteria, infine, potranno essere osservati gli antichi metodi di lavorazione del prosciutto, eccellenza gastronomica della tradizione pietrarojese.

 

 

Elenco completo dei luoghi aperti in CAMPANIA,

giorni e orari di visita e modalità di partecipazione su:

https://fondoambiente.it/il-fai/grandi-campagne/giornate-fai-autunno/i-luoghi-aperti/?regione=CAMPANIA

IMPORTANTE: Verificare sul sito eventuali variazioni di programma in caso di condizioni meteo avverse

 

Le Giornate FAI d’Autunno 2022 sono rese possibili grazie al fondamentale contributo di importanti aziende illuminate:

Fineco, una delle più importanti realtà FinTech in Europa e fra le principali reti di consulenza in Italia, crede fermamente che la cura e il valore del patrimonio artistico e culturale siano un asset strategico per lo sviluppo del Paese e per questo è il prestigioso Main Sponsor dell’evento.

Si ringrazia per il rinnovato sostegno all’iniziativa Edison, azienda da sempre impegnata per la salvaguardia dei luoghi e delle realtà di interesse culturale e sociale presenti nel nostro Paese, che accompagna il FAI nel suo percorso di transizione ecologica ed energetica. Per questa occasione l’azienda energetica aprirà la propria centrale idroelettrica in Val Caffaro.

Grazie inoltre a Ferrarelle, acqua ufficiale del FAI, che ha donato il suo prodotto per l’iniziativa e presente con il suo Parco Sorgenti di Riardo (CE) nella lista dei luoghi visitabili.

 

L’evento si svolge con il Patrocinio della Commissione europea, della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero della Cultura. Si ringrazia per il contributo Regione Campania.

 

Le Giornate FAI d’Autunno chiudono la Settimana Rai dedicata ai beni culturali in collaborazione con il FAI. Dal 10 al 16 ottobre, come ormai da oltre 10 anni, Rai conferma l’impegno del Servizio Pubblico multimediale alla promozione, cura e tutela del patrimonio culturale, artistico e paesaggistico italiano. Rai sarà infatti in prima linea al fianco del FAI con tutti i canali radiofonici e televisivi e attraverso RaiPlay per creare un racconto corale che metterà al centro la bellezza e la sostenibilità del nostro patrimonio.

Rai è Main Media Partner del FAI e supporta in particolare le Giornate FAI d’Autunno 2022, anche attraverso la collaborazione di Rai per la Sostenibilità ESG e la raccolta fondi promossa sulle reti del servizio pubblico.

 

Grazie di cuore alla Rete dei volontari del FAI: 130 Delegazioni, 110 Gruppi FAI, 93 Gruppi FAI Giovani e 7 Gruppi FAI Ponte tra culture, attivi in tutta Italia. Ad affiancare i volontari ci saranno gli studenti che partecipano al progetto “Apprendisti Ciceroni”, che hanno l’opportunità di seguire un percorso formativo, con il supporto dei loro docenti, che li preparerà a vivere un’esperienza di cittadinanza attiva coinvolgente e memorabile.

 

Si ringrazia per la collaborazione il Ministero della Difesa, lo Stato Maggiore della Difesa e le Forze Armate che durante le Giornate FAI d’Autunno concedono l’apertura di alcuni loro luoghi simbolo e la Croce Rossa Italiana per la partnership ormai consolidata negli anni.

 

Ringraziamo infine in modo speciale i proprietari delle centinaia di luoghi aperti in aggiunta ai nostri Beni e le amministrazioni comunali che hanno accolto questa iniziativa.