Istat, prezzi al consumo, ad agosto 2022 indice per l’intera collettività (NIC) +0,8% su luglio e +8,4% in un anno, inflazione mai così alta dal 1996.

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Nel mese di agosto 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,4% su base annua (da +7,9% del mese precedente), confermando la stima preliminare.

L’accelerazione dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente da una parte ai prezzi dei Beni energetici (la cui crescita passa da +42,9% di luglio a +44,9%), in particolare degli Energetici non regolamentati (da +39,8% a +41,6%; i prezzi dei Beni energetici regolamentati continuano a registrare una crescita molto elevata ma stabile a +47,9%), e dall’altra a quelli dei Beni alimentari lavorati (da +9,5% a +10,4%) e dei Beni durevoli (da +3,3% a +4,2%). Registrano, invece, un rallentamento i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +8,9% a +8,4%).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +4,1% a +4,4% e quella al netto dei soli beni energetici da +4,7% a +5,0%.
Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +11,1% a +11,8%) e, lievemente, quelli dei servizi (da +3,6% a +3,8%); si amplia, quindi, il differenziale inflazionistico negativo tra questi ultimi e i prezzi dei beni (da -7,5 di luglio a -8,0 punti percentuali).
Accelerano i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +9,1% a +9,6%), mentre rallentano quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +8,7% a +7,7%).

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+3,0%), dei Servizi relativi ai trasporti (+2,4%, anche a causa di fattori stagionali), degli Alimentari lavorati (+1,1%), dei Beni durevoli (+1,1%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7%, anche a causa di fattori stagionali).

L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +7,0% per l’indice generale e a +3,5% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,9% su base mensile e del 9,1% su base annua (da +8,4% nel mese precedente); la stima preliminare era +9,0%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,8% su base mensile e dell’8,1% su base annua.

Il commento

Sono l’energia elettrica e il gas mercato libero che producono l’accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (in parte mitigata dal rallentamento di quelli dei carburanti) e che, insieme con gli alimentari lavorati e i beni durevoli, spingono l’inflazione a un livello (+8,4%) che non si registrava da dicembre 1985 (quando fu pari a +8,8%).
Accelerano, così, l’inflazione al netto degli energetici e degli alimentari freschi (+4,4%; non era così da maggio 1996 quando fu +4,7%), quella al netto dei soli beni energetici (+5,0%; non era così da febbraio 1996 quando fu +5,1%) e i prezzi del cosiddetto “carrello della spesa” (+9,6%; un aumento che non si osservava da giugno 1984, quando fu +9,7%).