I Pensieri Sparsi” di Enzo Todaro al “Rotary Club Salerno Duomo”.

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“Nella mia lunghissima  attività di giornalista  d’inchiesta ho trascritto  di eventi tristi ed umani, esaltanti e pericolosi. Non potrò mai cancellare dalla memoria il sepolcro dei vivi, ovvero il manicomio di Nocera Inferiore, opportunamente chiuso per sempre in applicazione della legge Basaglia.  Correvano gli anni Settanta / Ottanta quando la triste e orrenda storia dei disturbati mentali dell’ospedale psichiatrico di Nocera varcò i confini regionali per diffondersi su tutto il territorio nazionale. Al seguito dell’allora Procuratore della Repubblica di Salerno, Nicola Lupo, partecipai al blitz notturno che fu organizzato all’interno dell’ospedale. Provai tanta tristezza e tanta comprensione nel vedere quegli uomini e quelle donne trasformati in larve umane. Ma ciò che mi rattristò di più,  fu vedere una parete che in lontananza sembrava essere stata dipinta di colore nero e che invece era di quel colore perché tanti insetti vi avevano trovato ospitalità. Il giorno dopo trovai difficoltà a scrivere il pezzo. Il cuore non riusciva a seguire la mente”. A raccontare questo triste episodio è stato il giornalista Enzo Todaro durante la presentazione del suo nuovo libro “Pensieri Sparsi”, organizzata all’Hotel Baia , dal “Rotary Club Salerno Duomo” presieduto dal dottor Raffaele Parlato che ha letto il ricco curriculum del giornalista  di origini calabresi che vive sin dagli anni cinquanta a Salerno:” Enzo Todaro che è  Presidente dell’Associazione Giornalisti Salernitani;  Presidente del “Panathlon Club Salerno” e socio rotariano, è fonte di arricchimento per tanti giovani cronisti salernitani. Enzo ravviva la memoria della nostra terra e tramanda un patrimonio di saperi e valori”.  Durante la serata il presidente  Todaro ha raccontato alcuni episodi  della sua vita che  sono stati anche  inseriti nel suo libro, come la rivolta che scoppiò,  negli anni ’70, nel carcere di Via San Massimo, nel cuore del centro storico:” Per dare forza alla rivolta, uno dei rivoltosi sequestrò una guardia carceraria tenendola ferma con la punta di un coltello.  Il sequestratore chiese la mia presenza perché il pacchetto delle richieste dei carcerati fosse codificato in un servizio giornalistico.  Dopo un lungo scambio di parole, supportate anche dagli interventi della magistratura locale, l’ostaggio fu liberato.   Dopo aver assolto il mio compito, lasciai il carcere solo quando ritornò la calma, con il rientro in cella dei rivoltosi. La paura, che in certe  circostanze fa parte delle umane debolezze, mi fu compagna fino a quando non ridiscesi le ripide scale del carcere che conducevano all’ingresso”. Todaro ha anche ricordato del suo incontro con Michail Gorbaciov al “Giffoni Film Festival”:” Era il secondo, terzo uomo più potente della Terra:  per il suo porsi all’altro con disarmante semplicità, emanava un fascino unico” e quello con Diego Armando Maradona:”  Nel 2005 incontrai il pibe de oro  all’Hotel Baia. Gli parlai in castigliano, lingua in uso in argentina.  Mostrò di gradire questa finezza linguistica nei  suoi confronti che ripagò chiamandomi Vicente.  Mi dichiarò il suo grande amore per Salerno che aveva conosciuto grazie al suo personale masseur: Salvatore Carmando”. Todaro ha raccontato il suo percorso di giornalista professionista: da quando era Direttore Responsabile di “Radio Salerno 1”e poi di “Telecolore”; delle sue collaborazioni con varie testate giornalistiche nazionali e locali ed anche delle sue realizzazioni di programmi televisivi per la Rai. Todaro, giornalista da settant’anni,  ha spiegato che il giornalista deve avere determinate caratteristiche:”  Deve andare, vedere e raccontare, senza servizi di intermediari. Deve essere asettico: non scrivere per simpatia o antipatia nei confronti di qualcuno.  Quando si sceglie di fare il giornalista bisogna tenere presente che bisogna scrivere sempre la verità, anche se questa verità può dare fastidio a qualcuno. Bisogna avere la schiena diritta e non essere asserviti al potere politico o economico”.  Todaro ha anche ricordato  le tante aggressioni subite  in tutto il mondo  dai giornalisti:” Anche nel nostro Paese ci sono sintomi di minacce alla libertà di stampa che vivrà finché esisterà uno stato democratico in cui ogni cittadino potrà esprimere la propria opinione:  Non sono riusciti a sopprimere la libertà di stampa né Torquemada con il ferro, né Robespierre con il fuoco e con la forca.  Ricordo sempre la frase di Paolo Borsellino, il quale affermò: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Copie del libro, che si conclude con una raccolta di poesie, sono state  acquistate dalla “Banca Patrimoni Sella” che le ha donate al Club rotariano, come ha spiegato il dottor Antonio  Guarro che ha anche ricordato che la “Banca Patrimoni Sella” è sempre vicina alle iniziative del Rotary: ” Da anni collaboriamo con il Rotary destinando  importanti somme alla Fondazione Rotary  per debellare, attraverso il progetto “Polio Plus”,  la poliomelite dal mondo”. Il ricavato delle vendite del libro, acquistato dai soci, sarà devoluto all’associazione onlus “Il Germoglio” di Cava De’ Tirreni, diretta dal dottor Silvio Mauro, che acquisterà delle tavole di legno che saranno poi trasformate in prodotti artistici dai giovani diversamente abili ospiti del centro.  Durante la serata il socio Carlo Pirfo ha presentato una nuova socia del Club: l’avvocato  Stefania Falasca.

Aniello Palumbo