“ La Madonna ha un’assoluta centralità nella Divina Commedia. Dante, il più grande poeta della cristianità di tutti i tempi, vero innamorato e devoto della gloriosa, beata e sempre vergine Maria, dedica 250 sublimi, splendidi versi alla Madonna che apre e chiude il suo “poema sacro”. E’ evidente e chiara la ricchezza straordinaria dell’apporto mariologico di Dante : la mariologia diventa una parte strutturante e strutturale di tutto il sistema della Divina Commedia; egli pone il mistero di Maria in riferimento al mistero di Cristo e della Chiesa, anticipando di sette secoli quello che dirà il Concilio Vaticano Secondo nella Costituzione dogmatica Lumen gentium ”. A spiegare che Dante ha largamente e profondamente mostrato di tenere la Madonna al centro della sua vita spirituale, e ben al centro della sua poetica creazione, è stato Padre Michele Bianco, dantista, docente di Etica Universale e Etiche Contemporanee all’Università di Bari, scrittore, esegeta, autore di numerosi saggi letterari su Dante, che ha tenuto la sua Lectio Magistralis su Maria “La Viva Stella “, durante l’incontro organizzato dalla “Società Dante Alighieri” Sezione di Salerno, presieduta dalla professoressa Pina Basile, nella Chiesa del “Sacro Cuore di Gesù” di Piazza Ferrovia, affidata a Padre Leone Esposito Mocerino. Padre Michele ha spiegato che Dante nel suo Poema non incontra mai la Madonna:” Vede il suo volto sempre da lontano, come nella processione del trionfo di Cristo. Dante, che contemplerà la Madonna nella Candida Rosa, evita di darne una descrizione fisica, perché non può rappresentare l’irrappresentabile; non può raccontare l’indicibile. Nel Canto XXIII tutti i santi stendono le mani perché vorrebbero idealmente abbracciare la Madonna che si staglia alta verso il cielo: ella, dopo Cristo, è la luce più forte e potente ”. Bianco ha spiegato che Dante, che si trova di fronte al mistero di Maria, non usa mai la dizione Madre di Dio:” Egli usa : Vergine madre e, in senso metaforico, figlia del tuo figlio. 21 volte la chiama con il suo nome: Maria. Altre volte ricorre a nomi che fanno parte del mondo della botanica”. Dopo i saluti del dottor Alessandro Ferrara, Assessore alle Attività Produttive e Turismo del Comune di Salerno che ha portato i saluti del Sindaco Vincenzo Napoli e sottolineato la grande spiritualità di padre Michele Bianco:” La sua presenza ci porta pace e serenità interiore”; il giornalista Gianni Novella ha evidenziato l’importanza dell’evento:” Bisogna riempirsi di questi momenti che fanno bene al cuore: Don Michele è sempre vicino a noi, anche nei momenti difficili della nostra esistenza”. La professoressa Pina Basile, da anni impegnata a diffondere la cultura dantesca nella nostra città, anche attraverso l’organizzazione del Festival “Dante Senza Frontiere”, ha ricordato con emozione di aver partecipato, il primo giugno, con un gruppo di 35 soci, all’Udienza Papale in Piazza San Pietro, e sottolineato l’importanza di parlare della Madonna nella Divina Commedia:” E’ stata immortalata anche nella preghiera di San Bernardo, nel XXXIII Canto del Paradiso, affinché, grazie alla intercessione della Vergine Maria, Dante potesse contemplare Dio”. La professoressa Basile ha anche annunciato che a settembre sarà presentato il nuovo libro di padre Michele Bianco intitolato:” Dant_Tropia. Approccio retorico ai versi mariani del sacrato poema. Dante conosciuto attraverso le figure”, edito da “La Scuola di Pitagora”:” Un approccio retorico al testo dantesco rivelatore del carattere poetico del suo autore”. (Foto di Giuseppe Carabetta).
Aniello Palumbo