Attese con impazienza, oggetto di supposizioni e discussioni sulla stampa specializzata, poi finalmente all’interno delle riunioni nelle sedi delle Organizzazioni Agricole sono state rese note sia le scelte operate dal Governo per l’applicazione nazionale della PAC 2014/2020 sia il testo del Piano di Sviluppo Regionale della Campania.
“Una prima riflessione fatta a caldo sulla normativa, da Donato SCAGLIONE (Presidente Provinciale della Federazione di Salerno, Presidente Regionale e Vice Presidente Nazionale dell’AIC “Associazione Italiana Coltivatori”, da Giuseppe FREDA e da Carmine MONACO (entrambi Vice Presidenti Provinciali, oltre ad essere responsabili di sportelli C.A.A. dell’A.I.C. di Salerno), evidenziano una eccessiva prudenza del Governo nell’applicazione degli aiuti accoppiati, cioè quelli abbinati ad effettive produzioni; non si è voluta utilizzare l’intera quota del 15% degli importi spettanti a livello nazionale attenendosi su circa l’11%, e si è continuato nella politica di dare un contentino a tutti.
Non si riesce infatti a comprendere che senso abbia prevedere un premio, prevedibilmente, di soli € 20,00 per ogni bufala che abbia partorito o di soli € 160,00 per ettaro per la coltivazione del pomodoro da industria.
“Si poteva fare di più e meglio – continua il Presidente Scaglione – chiederò un incontro nei prossimi giorni al ministro Martina, cercherò di evidenziare l’importanza del settore bufalino e la coltivazione dei pomodori”.
Esprime molta soddisfazione, invece, nel sottolineare come, per la prima volta, si intervenga corposamente a difesa dell’agricoltura di montagna e per la promozione delle aziende condotte da giovani con aiuti su scala Nazionale prevedili in € 470 milioni e per quanto riguarda gli specifici aiuti regionali in circa € 190 milioni per quelli del PSR CAMPANIA”.
Le scelte nazionali prevedono infatti aiuti specifici per le aziende condotte dai giovani nei primi anni di attività, aiuti che vanno aggiunti a quelli previsti dal PSR trasmesso a Bruxelles (premio di insediamento fino ad € 70.000,00 e aiuti agli investimenti fino al 60% della spesa prevista) ed infine uniti alla normativa nazionale prevista dai decreti “campo libero” (con aiuti nel settore degli acquisti ed affitti di terreni e consistenti sgravi previdenziali e fiscali per chi assume) e “terre libere” (con canali preferenziali per i giovani che intendano acquisire terreni demaniali).
L’agricoltura di montagna trova finalmente degli aiuti specifici a compensazione dei minore reddito degli agricoltori e dell’impegno che questi ultimi comunque prestano nella difesa e tutela dei suoli difficili.
Le decisioni nazionali prevedono innanzitutto una definizione di agricoltore attivo più rispondente all’effettiva realtà dell’agricoltura di montagna: sono infatti considerati agricoltori attivi tutti i soggetti che percepiscano aiuti diretti di importo inferiore ad € 5.000,00 indipendentemente dall’inquadramento previdenziale nel settore agricolo o dal possesso di partita IVA. Per coloro che percepiscono importi superiori basterà la sola partita IVA o lo status di IAP o coltivatore diretto (nelle altre zone il paletto è fissato ad € 1.250,00 e per gli importi superiori è obbligatorio l’inquadramento INPS oppure il possesso di partita IVA e la tenuta della relativa contabilità).
Le scelte nazionali per il sostegno accoppiato garantiscono inoltre aiuti aggiuntivi per la zootecnia e l’olivicoltura di montagna per importi, su livello nazionale, rispettivamente di € 10 milioni e € 13 milioni.
Il PSR Campania non trascura la montagna, sono infatti previsti aiuti per indennità compensativa fino a € 450 per ettaro nelle zone di montagna con importi da spendere in toto per il periodo 2014 al 2020 di circa € 90,5 milioni.
“L’AIC – conclude il Presidente Donato Scaglione – è come sempre vicina ai propri associati e si propone, una volta meglio definito il quadro degli interventi, di incontrare gli operatori per la divulgazione degli interventi e, unitamente allo staff tecnico, per la calibrazione degli stessi per ogni realtà aziendale”.