Torna Salerno Classica, primo appuntamento della II edizione domenica 8 alla Chiesa di San Giorgio.

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Tutto pronto per la II edizione di Salerno Classica, concerti che si svolgeranno, descrivendo un ideale percorso tra i grandi monumenti della rettoria di San Giorgio ospite di Don Roberto Piemonte e la Cattedrale grazie alla benevola disponibilità di Don Michele Pecoraro e della Curia Arcivescovile. Salerno Classica, ideata dalla Associazione Gestione Musica, fa parte di un progetto, sostenuto dall’amministrazione comunale, con il patrocinio di ConfCommercio e della Provincia di Salerno, che ha visto il sodalizio concorrere e ottenere il finanziamento dal Fondo unico per lo Spettacolo.

Diverse le novità messe sul piatto dal direttore artistico Francesco D’Arcangelo e dal Presidente dell’Associazione Gestione Musica, Luigi Lamberti, i quali hanno presentato ieri mattina nel corso della conferenza svoltasi a Palazzo Sant’Agostino, anche il nuovo segretario artistico Fabio Marone, a cominciare dalla realizzazione di un sito interattivo, nato per avvicinare con semplicità il pubblico a musica di non sempre facile ascolto, con programmi di sala interattivi, in rete diversi giorni prima del concerto, addirittura corredati da partitura per chi vorrà immergersi nel pentagramma. Salerno Classica diverrà così molto di più di un festival musicale, che offrirà al pubblico una prospettiva inedita d’incontro tra musica, storia e temi che spazieranno dal sociale alla letteratura, sino alla formazione e serate dedicate ai più piccoli, il pubblico del futuro.

IncontriAmo la musica è il motto di Salerno Classica, senza aggobbire o farsi intimidire da autori quali Schonberg o Bach, ma avvicinare quest’arte in prima persona, con consapevolezza e quell’immediato riferimento che sarà il nuovo sito dell’associazione, iniziando un viaggio attraverso un gioco che non porterà ad alcuna meta definita, ad alcun approdo sicuro, poiché sarà un eterno invito a continuare, ad ascoltare, immaginare, scegliere, criticare, analizzare, confrontarsi. Per una felice coincidenza, al tavolo dei relatori i due delegati al turismo e alla cultura dell’amministrazione provinciale, Pasquale Sorrentino e Francesco Morra e i loro colleghi del comune di Salerno, Alessandro Ferrara ed Ermanno Guerra, nonché il consigliere Antonia Willburger un po’ madrina di questo festival. Se Pasquale Sorrentino ha felicemente citato Theodor Wiesengrund Adorno del “Nach Auschwitz ein Gedicht zu schreiben, ist barbarisch” di Critica della cultura e società, un riferimento chiaro alla guerra che stiamo vivendo, ma da cui si può venir fuori proprio attraverso l’arte prima di invitare a costruire la dirigenza di Salerno Classica a costruire un lungo ponte attraverso gli splendidi siti della nostra provincia, rispondendo positivamente anche all’invito di Francesco D’Arcangelo a coordinare gli eventi con una cabina di regia all’altezza di una città musicalissima e spettacolare, Francesco Morra ha chiesto a sua volta agli amici musicisti l’aiuto a valorizzare i siti di proprietà della provincia a cominciare proprio dall’area Archeologica di Fratte e di Villa De Ruggiero a Nocera, oltre che la pinacoteca e tante altre location, col pensiero rivolto al Museo Provinciale e a Villa Guariglia. I colleghi del Comune hanno fatto propria la volontà di impreziosire ancor di più l’offerta culturale della città, in particolare da parte di Alessandro Ferrara che ha posto una definitiva pietra sulla polemica nata sulla musica che è intrattenimento con l’affermazione che l’arte tutta è cultura, mentre Ermanno Guerra ha parlato di questo impegno ulteriore di Salerno Classica quale avanguardia civica.

La II edizione di Salerno Classica abbraccerà un lungo lasso da tempo, che ci condurrà al dicembre sacro con l’esecuzione della prima parte del Messiah di Haendel, e partirà l’ 8 maggio, alle ore 21 nella Chiesa di San Giorgio, con l’esecuzione dell’ Ottetto per Fiati e archi di Franz Schubert  D803 op.166, che inaugurerà il confronto tra la Prima e la Seconda Scuola VienneseGiuseppe Carotenuto e Lorenza Maio al violino, Martina Iacò alla viola, Francesco D’Arcangelo al violoncello, Luigi Lamberti al contrabbasso, Giuseppe Cataldi al clarinetto, Fabio Marone al fagotto e Luca Martingano al corno, andranno ad interpretare quel “divertimento” romantico che guarda a Mozart e Beethoven che ha già varcato il confine della nuova temperie ottocentesca. Il concerto del 10 giugno, sempre nella chiesa di San Giorgio, sigillerà il cartellone di primavera con il confronto tra l’Haydn del concerto n°1 in Do maggiore per violoncello, affidato al solista Danilo Squitieri, pregevole e pieno di inventiva, in cui sono da ammirare il virtuosismo scintillante ma non ostentato, il naturale equilibrio tra dimostrazione di bravura e interesse puramente musicale, l’assenza di quei contrasti accesi e drammatici tra solista e orchestra che saranno tipici del concerto ottocentesco, che l’Ensemble Lirico Italiano diretto da Francesco D’Arcangelo saprà ben evidenziare e la Verklarte Nacht di Schonberg, la stupefacente quadratura del cerchio nel fare i conti, conciliandole, con l’eredità formale classica, da un lato, e, dall’altro, con le dirompenti novità linguistiche proposte dall’esperienza wagneriana. Quattro, invece, gli appuntamenti estivi, per i quali ci si sposterà nell’atrio del duomo, a cominciare dall’ 8 luglio dove attraccherà Bastimento Napoli , un viaggio nella canzone tra i ricordi di Masaniello e Pulcinella, dalle villanelle del ‘600 al ‘700 napoletano, dal café chantant a Napul’é, uno spettacolo a cura di Sergio Mari e Fabio Marone, interpretato dal soprano Annalisa D’Agosto, dalla voce popolare di Fernando Galano, con  Sergio Mari, in qualità di attore, la ballerina Alessandra Ranucci e l’Ensemble Lirico Italiano diretto da Francesco D’Arcangelo, in cui ci accorgeremo che, malgrado sia stata contaminata, nel tempo, da sonorità appartenenti ad altre culture e ad altri generi musicali, la canzone napoletana è riuscita a conservare un suo codice di riconoscimento, un proprio DNA, quel “profumo”, che la rende inconfondibile, come una lingua perduta, della quale abbiamo forse dimenticato il senso e serbato soltanto l’armonia, una reminiscenza, la lingua di prima e forse anche la lingua di dopo. Il 15 luglio l’Orchestra da camera di Frosinone, composta dal sax soprano e contralto di Valentino Catallo, la tromba di Luigi Bartolini, le tastiere di Manuel Caruso, la chitarra elettrica e acustica di Alessandro Minci dal Basso elettrico di Maurizio Turriziani  e dalla batteria di Fabrizio Bartolini, con la voce narrante di Maurizio Agamennone, proporrà un Omaggio a Ennio Morricone, andando divulgare il settore della musica applicata. Le musiche da cinema di Ennio Morricone sono una miniera inesauribile, un tesoro di fantasie del pensiero associate a immagini di ogni genere, e sono anche oltremodo versatili, disponibili a essere trattate, ritrattate, riscoperte. C’è l’uso elegante di tecniche modernissime, come il serialismo e la musica concreta, combinate con elementi di popular music, influssi folk, canti celtici, canto gregoriano, trombe mariachi e un complesso di esecutori della taglia di un’orchestra sinfonica. In “Il buono, il brutto, il cattivo”, Morricone usa una melodia convenzionale, suonata da una chitarra elettrica, un’ocarina, e un’armonica, accanto a strumentazioni di tipo ancora meno convenzionale che includono il fischio, jodel, grugniti, vocalizzazioni talvolta irriconoscibili come umane, schiocchi di frusta e fucilate. Morricone volta, così, le spalle alle convenzioni hollywoodiane per il western e alla loro enfatizzazione dei profili melodici e dei caratteri armonici propri delle canzoni tradizionali e dell’inedia, e, definendo, così, un nuovo modello di riferimento per la colonna sonora di questo genere. Pier Paolo Pasolini e la musica in “A Pà”,  il 24 luglio, concerto celebrativo per il centenario della sua nascita con la fisarmonica e il sax soprano di Francesco Galizia, la  voce e la chitarra di Pietro Verna , il quartetto d’archi Cecile e il pianoforte e gli arrangiamenti di Antonio Palazzo, a supporto della voce narrante di Gabriele Zanini, che darà voce a Pasolini stesso, interpretando le parole di una delle figure più significative e celebri del Novecento italiano. Il titolo è tratto da una canzone di Francesco De Gregori, dedicata proprio a Pasolini. Durante lo spettacolo si ripercorrerà la vita di Pasolini, dai ricordi della guerra nelle struggenti parole del poeta, all’amicizia con una delle più preziose cantanti della storia, Maria Callas, con la corrispondenza delicata e profonda tra i due, testimonianza di un sincero affetto nato quasi casualmente, passando per il rapporto affettuoso con la mamma, enunciato nella commovente opera “Supplica a mia madre”. La musica che farà da colonna sonora alla narrazione, l’interpretazione delle sue opere e la lettura della sua corrispondenza, spazierà da De Gregori a Dalla. L’estate si chiuderà con “Voci di Donna”, il 31 luglio, un concerto sulla tematica della parità di genere di denuncia nei confronti della violenza sulle donne. Lo spettacolo nasce in seguito al coinvolgimento dell’Ensemble Trame Sonore nel progetto “Donne in musica”, bandito dalla Fondazione Adkins-Chiti, che ha inteso reperire musiche nuove sul tema, scritte da compositrici di tutto il mondo. Il concerto, partendo da un canovaccio operistico che include passi dall’«Orfeo ed Euridice» di Gluck e «Carmen» di Bizet, si apre a pagine contemporanee sia musicali che drammaturgiche con brani di tre autrici dei nostri giorni (Frank, Russo e Raum) e testi originali di Juliana Vivian Carone, prima di chiudersi con una preghiera, l’«Ave Maria» di Verdi: una supplica per scongiurare altre violenze in una società nella quale il dramma del femminicidio rimane soprattutto un problema culturale.