Digital skills: l’arma in più per vendere e trovare lavoro, l’esempio di Ci.Bo. ad Acciaroli.

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Entri per comprare una bottiglia di vino, esci con un bagaglio esperienziale arricchito di un  viaggio virtuale tra le terre del Cilento.

Accade nel piccolo borgo marinaro di Acciaroli dove Federica Vassallo e Marianella Radano, due giovani imprenditrici, titolari di  una piccola azienda che rivende prodotti tipici del Cilento sorprendono i loro clienti invitandoli ad indossare il visore che li trasporta nella realtà virtuale per immergerli nella conoscenza del territorio e vendere emozioni oltre che sapori.

Il processo di digitalizzazione che negli ultimi tre anni attraverso il progetto Pidmed della Camera di Commercio di Salerno ha  investito il 67% di aziende operanti nel territorio salernitano qui, in questa piccola oasi del Cilento, ha significato operativamente dotare una piccola bottega come Ci.bo di visori che consentono attraverso la realtà aumentata di promuovere il territorio e le sue eccellenze. “L’obiettivo era quello di dare all’impresa un approccio innovativo e digitale- ha spiegato Federica Vassallo, una delle due titolari di CI.BO Cilento food and boutique,enoteca specializzata nella vendita di prodotti  enogastronomici d’eccellenza cilentani- il nostro punto di partenza è stato quello di valorizzare il territorio, i prodotti della nostra terra e la cultura che c’è dietro, ma mettendo al centro l’esperienza dell’ospite con la speranza di  andare oltre ad una semplice attività  stagionale”.

E infatti con la tecnologia della VR il cliente ha l’occasione di ritrovarsi di fronte ad una pietanza potendola apprezzare a 360° perché dal piatto stesso, con un oculus, è possibile immergersi e scoprire i produttori di piccole imprese locali dalla quale sono stati acquistati i prodotti primi con la quale è stato realizzato quel piatto. In questo modo turisti e clienti sono più consapevoli e sicuri della qualità, della stagionalità e della provenienza di tutto ciò che andranno a mangiare.

Seppure è difficile immaginare come l’azienda abbia  potuto apportare tale tecnologia abbinata a questa piccola realtà, la dote immaginativa delle due socie ha  permesso di creare un surplus notevole all’azienda.

Questo audace progetto è stato fondamentale per incrementare e mantenere le reti dell’impresa  anche nel periodo post-covid perché i partner, i collaboratori, i clienti, i fornitori e così via hanno  compreso il valore aggiuntivo dell’impresa e oggi CI.BO risulta essere un punto di riferimento nel  territorio per coloro che cercano di valorizzare la tradizione ma allo stesso tempo mantenersi al  passo con le richieste del mercato che è sempre più esigente, critico e selettivo. “È quindi grazie a tecnologie come quelle di realtà virtuale che è possibile investire in piccole realtà  locali e farle crescere mirando ad un’ottica globale che è quello che sta avvenendo grazie  all’apporto di tecnologie 4.0- ha fatto notare Alex Giordano, coordinatore del progetto Pidmed- L’utilizzo della realtà virtuale può aprire a scenari del tutto inesplorati per le aziende che avranno modo di riscoprirsi e di riscoprire l’ambiente circostante. Può essere considerata un’importante soft skills per l’azienda, che con i visori è in grado di suscitare maggiori emozioni e cambiamenti emotivi sia per i dipendenti che per i clienti che ne riconosceranno il potenziale”. Ma c’è un altro aspetto essenziale della digitalizzazione che emerge dai dati raccolti dal progetto Pidmed sui quali vale la pena riflettere. La digitalizzazione e le competenze informatiche oggi risultano essenziali anche per chi deve cercare lavoro. Risultano sempre più apprezzate dalle imprese di tutti i settori sia in provincia che in Campania le cosiddette e-skills (la capacità di utilizzare linguaggi e metodi informatici e matematici, il possesso di competenze digitali, la capacità di gestire applicazioni di robotica, Big Data Analytics, Internet of Things e processi di Impresa 4.0) e le competenze green (attitudine al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale).

Nel 2021, la capacità di utilizzare linguaggi e metodi matematici e informatici viene ritenuta necessaria dalle imprese provinciali per oltre la metà delle entrate programmate (provincia di Salerno: 51% – Campania: 52%) e per il 15% ha un’importanza elevata.

La capacità di applicare tecnologie “4.0” per innovare processi viene considerata dalle imprese provinciali un requisito per l’assunzione nel 42% delle ricerche di personale (esigenza che appare più intensa dell’intero territorio regionale, atteso il dato Campania pari al 40%), raggiungendo un grado di importanza elevato nel 14% dei casi.Il possesso di competenze digitali risulta quasi indispensabile per “Dirigenti e professioni intellettuali e scientifiche” (le imprese lo richiedono al 94,5% delle assunzioni) e per le “Professioni tecniche” (94,5%).

La richiesta di competenze digitali risulta diffusa anche per le figure impiegatizie (89,7%), le cui mansioni si sono progressivamente modificate nel corso degli ultimi anni, con l’adozione sempre più massiccia di software amministrativi e gestionali.

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