QUELLI CHE LA DANZA
TEATRO Diana
SALA PASOLINI di Salerno
14-20 marzo 2022
lunedì 14 marzo
CORNELIA
SLEEPING BEAUTY-WORK BITCH!
coreografie Nyko Piscopo
mercoledì 16 marzo
nell’ambito di Anticorpi eXpLo tracce di giovane danza d’autore
C&C COMPANY
HOW TO Just Another Boléro
coreografie Emanuele Rosa e Maria Focaraccio
SOSTA PALMIZI
WABI SABI
coreografie Sofia Nappi
giovedì 17 marzo
KÖRPER
DIATRIBA
coreografie Rebecca Furfaro
venerdì 18 marzo
ARTEMIS DANZA
PASOLINIANAMENTE
coreografie Monica Casadei
sabato 19 marzo
SOSTA PALMIZI
BISBIGLIATA CREATURA
coreografie Mariella Celia
in collaborazione con Cinzia Sità
domenica 20 marzo
BORDERLINE DANZA
SKIN
coreografie Claudio Malangone
THREAD
coreografie Susan Kempster
Schede spettacoli
CORNELIA
SLEEPING BEAUTY – WORK BITCH!
La Bella Addormentata è la fiaba da cui parte l’analisi emotiva di cinque personalità contemporanee: adolescenti, gender free, collocabili nell’era della GENERAZIONE Z. Queste figure classicheggianti dialogano con un’entità digitale che stabilisce regole tecniche e morali. La forte presenza tecnologica e la sensazione innata di appartenenza ad una gioventù inutile come quella descritta dai media e dalle generazioni precedenti, è una condizione che genera esaurimento emotivo, depersonalizzazione e un atteggiamento spesso improntato al cinismo. Sleeping Beauty – Work Bitch! è un MANIFESTO POLITICO contro la critica sterile alle nuove generazioni.
La ricerca di questa creazione nasce da momenti di sala nei quali si è stabilito un rapporto ricco di sensazioni diverse tra coreografo ed interpreti. La disciplina con la quale si impartiscono teorie tecniche in contrasto alla volontà di condividere un’esperienza di vita, insieme ad altre infinite atmosfere emotive creano situazioni che rimandano ad un rapporto simile a quello tra madre e figlio, tra insegnante ed allievo, tra dovere e piacere. Questa dicotomia interiore è spesso parte del cammino di un adolescente che si ritrova in un flusso circolare dal quale è difficile uscire. Il progetto non vuole moralizzare su tale questione, ma rendere solamente visibile questa trappola di vita in cui si trovano i giovani dei quali si critica la mancanza di intraprendenza in una situazione non favorevole fatta di pregiudizi, regole sociali, emotive e visive. Il mezzo favolistico sottolinea l’importanza delle fiabe che, mostrando i problemi di vita reale in uno scenario fantastico, ridimensionano la paura, l’esclusione e l’insicurezza.
coreografia Nyko Piscopo
assistenti Francesca Piscopo, Monica Cristiano
musica Peter Ilich Tchaikovsky, Dua Lipa, Billy More
costumi Sonia Di Sarno
camera e luci Nyko Piscopo
danzatori Eleonora Greco, Nicolas Grimaldi Capitello, Leopoldo Guadagno, Francesco Russo, Roberta Zavino
produzione Cornelia supporto Teatri Associati Napoli, Interno5, Anticorpi XL
C&C COMPANY
HOW TO just another boléro
ADATTARSI – IMPARARE A – ADEGUARSI – CONVIVERE CON – REIMPARARE
sono solo alcune delle parole che caratterizzano la condizione di ogni essere vivente; condizione talmente tanto intrinseca che quasi sembra passare inosservato il fatto di esserne semplicemente il risultato. Tuttavia, cambiamenti drastici, “osservabili”, come l’attuale situazione sanitaria globale, ci ricordano la nostra fragilità e quanto sia necessario, per la mera sopravvivenza, l’adattamento. Cosa succede però quando si “perde” qualcosa di già appreso o semplicemente non ci si ricorda COME SI FA? Che sensazione provoca compiere azioni e gesti conosciuti dopo un tempo prolungato in cui si è stati privati della semplice possibilità di eseguire quelle determinate azioni o gesti?
nell’ambito di ANTICORPI eXpLo tracce di giovane danza d’autore
concept, coreografia, performance Emanuele Rosa e Maria Focaraccio
costumi Emanuele Rosa & Maria Focaraccio
luci Michele Piazzi
supporto drammaturgico Carlotta Jarchow
produzione C&C Company
SOSTA palmizi
WABI SABI
“Wabi-Sabi”, dal giapponese, offre una visione del mondo incentrata sull’accettazione della transitorietà delle cose e sulla ricerca della bellezza nell’ imperfetto, effimero e incompleto delle nostre vite. Wabi-Sabi esplora il nostro viaggio di vita come individui, perlopiù in costante insoddisfazione e in diversi stadi di tormento, e propone una riflessione sulla nostra esistenza. L’accettazione dell’essenza della nostra natura e della bellezza che si può trovare nell’imperfezione, porta crescita, rinnovamento e gioia.
coreografia Sofia Nappi
danzatori Sofia Nappi, Adriano Popolo Rubbio, Paolo Piancastelli
costumi Sofia Nappi
disegno luci Emiliano Minoccheri
produzione Sosta Palmizi con KOMOCO/ Sofia Nappi con il sostegno di New Master Ballet con il comune di Sestri Levante, KOMMTANZ/Passo Nord residenze Compagnia Abbondanza/Bertoni in collaborazione con il Comune di Rovereto.
KöRPER
DIATRIBA
Il progetto nasce dalla suggestione di trasformare “Diatriba d’amore contro un uomo seduto” – unico testo teatrale scritto da Gabriel Garcìa Marquez – in un monologo di e per “corpo recitante e parola”. È la storia di un amore che si è sgretolato nel tempo, raccontato dalla voce e dal corpo di Graciela che interagisce con la figura di lui: è una persona distante e immobile o un fantasma? È il corpo di lei a condurci indietro nel tempo, in una narrazione a sbalzi che passa dalla felicità degli inizi all’infelicità del presente, amplificata da un corpo che indossa con dolore i segni del tempo, in un gioco di rimandi e suggestioni, con cui fare i conti o, ancor più, i bilanci. Il palcoscenico diventa una giostra, in cui Graciela è mossa da stati d’animo che disegnano fasci di luce in cui entra a seconda del ricordo o dell’urgenza narrativa. L’azione scenica è un ripercorrere il suo matrimonio attraversando ogni tentativo di lei di comunicare con il Marito nella speranza di avere una minima attenzione o reazione. Ogni tentativo fallito evoca a sua volta reazioni, ricordi, sfoghi, rabbia, ma anche moti di improvvisa tenerezza. Un racconto di segni e movimenti, in cui il testo diventa un sottotesto scandito da un corpo narrante. I movimenti non descrivono i passaggi narrativi, sono essenziali, con un loro andamento dinamico, restituiscono dei momenti, delle esperienze della vita della protagonista che diventano simbolici, universali perché appartengono ad una dimensione di sentimenti che da sempre abitano le relazioni umane. L’affronto dell’essere ignorati, l’indifferenza, la nostalgia per il tempo dell’amore e per un passato in cui si guardava alla vita con spensierato e sfrontato coraggio: sono sentimenti che attraversano, democraticamente, la vita di tutti. La “danza” di Graciela diventa mappa da attraversare, con porte d’entrata e di uscita, praterie infinite e gabbie claustrofobiche: è la sua vita, che è la nostra.
ideazione e regia Rebecca Furfaro
con Rebecca Furfaro
coreografia Marianna Moccia
disegno luci, scenografia e aiuto regia Sabrina Cirillo
tecnico luci e aiuto scenografia Mattia Santangelo
musiche originali Pietro Santangelo
produzione Körper
ARTEMIS DANZA
PASOLINIANAMENTE
opera a quadri
“Non dovete far altro che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, identificarvi col diverso”. Pasolini partiva dal corpo, il suo, asciutto e atletico, e dalla fame di corpi, quella che in tutta la sua opera confida, mostrandone luci e ombre. Attraverso personaggi, parole e immagini che popolano le sue opere, l’autore emiliano dona corpo al suo pensiero, restituendolo in opera d’arte dalle diverse chiavi di lettura. Monica Casadei dirige una creazione a quadri che, in collaborazione con diversi artisti, si presenta come un omaggio in forma di spettacolo. Affrontando una rosa di temi scelti all’interno della vasta opera di Pasolini, i capitoli che compongono la pièce vengono affidati a registi diversi che attraverso la parola e il corpo ne propongono una propria lettura. Dalla donna-madre, pilastro della sua produzione poetica e cinematografica, alla libertà, dalla poesia, alla musica di Bach, con la quale crea un sodalizio artistico, fino alla sacralità del gesto, si attraversano testi e visioni dando vita ad un omaggio fatto di tensione e redenzione, sogni e utopie. Un affresco dell’umanità e dei suoi paradossi che nel passato, come nel presente, emozionano e aprono lo sguardo sull’esistenza. Ancora una volta, dopo gli spettacoli I Bislacchi e Felliniana, dedicati a Federico Fellini, la Compagnia si trova alle prese con uno dei personaggi più influenti della cultura italiana, e lo fa scegliendo di omaggiarne aspetti che ne restituiscano la profonda ricerca, in un dialogo vivo e intenso.
coreografia e regia Monica Casadei
produzione Compagnia Artemis Danza/Monica Casadei
con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Emilia Romagna, Provincia e Comune di Parma, Fondazione Cariparma
SOSTA PALMIZI
BISBIGLIATA CREATURA
Bisbigliata creatura apre lo sguardo ad un luogo in cui l’umanità che si rivela è quella che muove i suoi primi passi, che piano impara a mettersi sulle sue gambe, che ancora non conosce, che ancora non sa esattamente come si fa.
Si può trovare quiete nel non sapere?
Può questa condizione essere occasione di un nuovo modo di andare nel mondo?
Bisbigliata creatura sceglie il disarmo come prospettiva d’elezione. C’è a monte del progetto la necessità e l’urgenza di ritrovare una percezione materiale del corpo sensibile, di osservare il sistema di relazioni che il corpo instaura con l’ambiente esterno attraverso il tocco e il movimento.
Nell’epoca del digitale, la cinestesia e la percezione aptica sono qui antidoti all’alterazione delle funzioni percettive della nostra soggettività, che si fa sempre più isolata.
Bisbigliata Creatura ha avuto un lungo tempo di gestazione, un tempo necessario, lento, ricco di cadute, di ripensamenti, ritorni, pause silenziose, di domande molto più grandi di noi e di sorprendenti rivelazioni. In scena si fa esperienza di una sensazione del tempo extra- ordinaria, che desidera condurre chi guarda in “altri luoghi”, per poi tornare a se stessi.
A nutrire il viaggio di creazione sono stati la poesia di Chandra Livia Candiani, capace di mettere in parole la sacralità dell’esperienza vitale, e i miei studi di Body-Mind Centering®, un approccio che rivela, attraverso esperienze di microscopica intimità, come ogni aspetto della vita di un individuo e dell’intero cosmo, si esprima nel corpo in movimento. Nel cammino è emersa tanta fragilità, una condizione che vogliamo celebrare e di cui vogliamo rivelare la bellezza, la tenerezza, la forza.
Mariella Celia
ideazione e regia Mariella Celia
coreografia, ricerca drammaturgica del movimento Mariella Celia
in collaborazione con Cinzia Sità
interpreti Mariella Celia, Cinzia Sità
suono Gianluca Misiti
trucco/assistente di scena Francesca Innocenzi
costumi Mariella Celia
in collaborazione con Francesca Innocenzi
disegno luci Francesco Tasselli
produzione Associazione Sosta Palmizi (Cortona)
con il sostegno di Vera Stasi (Tuscania), Teatro Azione (Roma), Carrozzerie N.O.T (Roma), ALDES (Lucca), Teatri Sospesi (Salerno), Cittadella dei giovani di Aosta, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Fivizzano 27
Spettacolo vincitore del Premio
inDivenire 2019 (sezione danza)